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DIARIO LONDINESE – SETTEMBRE 2009

4 Settembre – Venerdì

Invitato a cena da un collega di lavoro dell'Ecuador. Siccome offre lui, ha scelto un ristorante Colombiano a Brixton.
Arrivato troppo presto e devo aspettare. Di fronte al ristorante, una fermata di autobus, con una panchina. Mi siedo e faccio passare il tempo. con il mio BlackBerry. Dopo un po’ mi rendo conto che la fermata è piena di gente. Mi guardo attorno e mi rendo conto che sono l'unico viso bianco in mezzo ad un centinaio di gente di colore ed ho un attimo di smarrimento.

7 Settembre – Lunedì

Devo vedere un cliente a Limeharbor. Prendo la Jubilee Line fino a Canary Wharf a mi avvio. Attraverso la piazza, il ponticello sul canale e mi fermo di botto. Tra l'acqua, i grattacieli ed il ponte, c'e' una nave da crociera e di colpo mi sembra di essere a Miami a non a Londra.

10 settembre – Giovedì

Ho un incontro con un cliente tra Dulwich e Greenwich. Armato della mia cartina stampata da Google Maps, mi avvio. Destra, sinistra, destra, caseggiati abbandonati, fabbriche chiuse, non una persona in giro e poi un ponte, su una spaccatura del fiume. C’e’ la bassa marea e l’insenatura a V è solo fango. A destra si vede il fiume, deserto con di fronte alcuni edifici medioevali ed a sinistra caseggiati pure medioevali. E di colpo mi ricordo un passaggio degli scritto di Thomas Cromwell recentemente letto e per un momento mi aspetto di veder la sua lancia passare sul fiume diretto a Westminster.

15 Settembre – Martedì

Devo andare da un cliente a Walthamstow. E allora mi organizzo per fare la spesa al mercato della High Street (si pregia del titolo del mercato di strada più lungo d’Europa) Tre chilometri di bancarelle a destra ved a sinistra. Una comunità incredibile, principalmente del su-continente asiatico ma con sostanziose presenze di africani ed est Europei.

Ed allora acquisto plantano, squali barracuda essiccati, farina di cocco, mangoes e papayas.

17 settembre – Giovedì
Mi sono trasferito recentemente nella zona dello Stadio dell’Arsenal. Io sono un’eccezione. Una popolazione principalmente turca e del medio oriente ma con rappresentati di almeno altre cento nazionalità (li si vede e li si sente parlare). Sulla Seven Sister’s Road, vicino al mercato Coperto di Nag’s Head vi sono 2 supermercati asiatici. Ho scoperto che ambedue vendono vino italiano. In due mesi le stesse bottiglie di Bardolino sono calate di prezzo tre volte e mi sa che i miei acquisti hanno fatto esplodere una concorrenza tra i due negozi. La stessa bottiglia di bardolino prima a 2.99, poi a 2.50 ed ora a 2.25 (e come fanno a vendere una bottiglia di Bardolino a 2.25, giacché lo stato Inglese impone un dazio di 1.17 a bottiglia sia che la bottiglia contenga il più prestigioso Barolo (annata del 69?) o che ci sia il vino da tavola Manduria? Contrabbando? Io pero li bevo con piacere.

19 settembre – Sabato
Sono a Londra da 35 anni ma solo recentemente ho capito l’espressione African Time. Faccio del volontariato ad aiuto diverse comunità collegate con le varie Chiese Evangeliche e Pentecostali. Una di queste associazioni mi ha chiesto di fare una conferenza agli aderenti di questo gruppo Africani che raggruppa tutte le Associazioni senza fine di lucro delle zone di Leyton e Leytonstone.
Ci ho messo la passione. Ho organizzato tutto nei minimi particolari. Inizio ore 17.00. Tutti d’accordo di trovarci al Centro Sociale mezzora prima. Io ci sono. Alle 18.30 finalmente arriva il proiettore, laptop, alle 19 arriva il Responsabile. Eventualmente alle 20 inizio la conferenza con 5 delle 40 persone attese. Mentre parlo, arriva la moglie del Responsabile con cinque ragazzi e la sala si riempie di sapori e profumi africani. Alle 21 termino la conferenza e si mangia. Mi guardo attorno e finalmente vedo oltre 40 persone. Devo dire che lo spezzatino di vitello dello Zambia e il riso del Malawi erano buonissimi.

20/21 settembre – Domenica notte

Anche questa e Londra. Sono a letto profondamente addormentato e lentamente vengo svegliato da forti colpi alla porta. Eventualmente percepisco voci alte che ed un fracasso. In un baleno afferro la veste da camera e scendo e mi trovo davanti due poliziotti armati, la porta abbattuta ed un momento di silenzio. E poi “Sorry, we made a mistake..” e se ne vanno. Ovviamente non dormo. Attraverso la strada e vado alla stazione di polizia che e' solo a 30 metri e spiego la situazione. Si scusano e mi dicono di aspettare che invieranno gli operai a sostituire la porta. Apprendo la sera che l’appartamento che cercavano era il 16 e non il 6.

24 settembre – Giovedì
Sono le due del pomeriggio e mi trovo a Stratford. Era da due mesi che non passavo e mi colpisce la trasformazione da campo minato a cantiere. Si riconosce già la forma dello stadio olimpico del 2012. Io però devo andare in una zona industriale una buona mezz’ora a piedi dalla stazione. A un certo punto mi perdo. Vedo un ragazzino nero, potrebbe avere 10 o dodici anni, che gioca a palla e gli chiede se sa dove si trova la via che cerco. In un accento caraibico mi dice “dammi un 5 che te lo dico”. Io penso che stia scherzando e continuo a camminare anche perché vedo una coppia che si avvicina, e allora chiedo a loro. Alle mie spalle sento una voce che dice: “Non dirglielo! Chiedi gli 5”. Il signore sorride e mi dice dove andare quando tutto d’un colpo sacramenta: il ragazzino gli ha dato un calcio negli stichi ed è scappato via.

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