Egregio Avv. Viglia,
abbiamo letto, non senza un filo di risentimento, le riflessioni del sig. Dario Grezzi apparse sul portale che Lei dirige, lo scorso 30 settembre.
Ciò che emerge dalla parole del Sig. Grezzi è qualcosa di molto forte che sembrerebbe essere mosso da presupposti di generale saccenza, di presunta conoscenza del mondo dell’emigrazione italiana oltre confine, delle questioni che la animano e soprattutto del modo più giusto attraverso cui veicolare le informazioni che lo riguardano.
Il sig. Grezzi, tira in ballo parlamentari accusandoli di frasi vili e facendo riferimento a presunti doppiogiochismi: riflessioni piuttosto gravi che meriterebbero di essere accompagnate da una presentazione del profilo che le proferisce.
Abbiamo forti ragioni per pensare che il Sig. Dario Grezzi altro non sia che un nome falso utilizzato per sventolare considerazioni personali pur consapevole che queste potrebbero arrecare danno ad un profilo istituzionale: elemento da non sottovalutare e soprattutto che non dovrebbe sottovalutare il sig. Grezzi o chi pubblica queste riflessioni.
Sarebbe auspicabile che il signore scrivente prima di criticare l'operato altrui all'interno del partito e delle comunità all'estero, avesse il coraggio di presentarsi e soprattutto dire cosa ha fatto lui per il settore, piuttosto che pubblicare accuse e critiche, additando a destra e a manca, cosa in cui un po’ tutti sono buoni.
Ascoltare ciascun italiano oltre confine, renderlo partecipe del progetto che il PdL sta costruendo nel mondo rimane uno degli obbiettivi prioritari del settore che siamo chiamati a rappresentare ma appare opportuno invitare ciascun nostro interlocutore ad abbandonare questo improduttivo gioco delle parti, a tratti infantile, facendo calare le maschere, i personalismi e cominciando a lavorare seriamente insieme per il bene delle nostre comunità all’estero.
Con viva cordialità
