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Gestire la comunicazione per prevedere l’imprevedibile

La gestione dei flussi comunicativi che giungono in azienda dall’esterno e transitano da essa verso l’esterno sono fondamentali e possono determinare il successo o l’insuccesso di un’attività economica.
Spesso l’effettiva qualità di un prodotto o più in generale l’idea che un osservatore esterno possa farsi di un’impresa è direttamente proporzionale all’immagine che essa riesce a trasmettere.
Padroneggiare la comunicazione conferisce un vantaggio competitivo essenziale e nessun operatore economico può sottovalutarne la rilevanza e lasciarsi sopraffare dall’improvvisazione. I messaggi che un’azienda trasmette all’interno e all’esterno devono rispettare i requisiti della coerenza e della credibilità.
Integrità, disinteresse, indipendenza, spontaneità e simpatia sono gli attributi e le principali caratteristiche che vengono collegate ad un’emittente credibile.
Una fonte è considerata credibile, nel momento in cui trasmette all’osservatore una granitica integrità. La spontaneità dà al pubblico la sensazione di una purezza intellettuale che appare il miglior biglietto da visita possibile per un’organizzazione che aspiri ad apparire credibile.
Comunque la credibilità è sempre costruita e ogni comunicatore cerca di manipolare il proprio packaging coscientemente, in direzione dei propri scopi .
Non c’è spazio per l’improvvisazione , dunque, a meno di voler apparire come degli incompetenti e mettere a repentaglio il buon nome della propria attività.
La comunicazione interna sta assumendo negli ultimi anni sempre maggiore rilevanza. I dipendenti sono i primi clienti dell’azienda e per questo occupano una posizione che l’impresa non può trascurare.
La comunicazione interna non è solo formale e burocratica, ma un gran peso riveste quella informale, sia verticale, dal management ai dipendenti, che orizzontale tra pari grado.
Un utile indicatore dello stato di salute di un’organizzazione è il flusso comunicativo di mail scambiate tra coloro che lavorano in azienda.
Secondo gli analisti del Florida Institute of Technology di Melbourne, nel caso dei lavoratori della Enron, si è notato che nei diciotto mesi che precedevano il crollo
del colosso dell’energia statunitense il loro modo di comunicare aveva subito un brusco mutamento, nella direzione della diffidenza e della paura.
Le persone hanno cominciato a scambiarsi messaggi soprattutto all’interno di gruppi sempre più ridotti e a non condividere le informazioni acquisite all’esterno.
In particolare, nel mese che precedeva l’implosione Della Enron le cricche elettroniche sono cresciute da 100 a quasi 800, generando confusione nell’organizzazione. Se questi risultati venissero confermati da ricerche parallele potrebbero portare a individuare nei cambiamenti dei paradigmi di comunicazione segnali di crescente malessere di un'organizzazione. Insomma, se avete dei dubbi sulla tenuta dell'azienda per cui lavorate, iniziate a guardare la vostra casella di posta elettronica

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