La decisione è maturata a seguito di un semplice ragionamento dettato solo ed unicamente dalla coscienza.
Il lodo Alfano, tempestivo intervento ordinatore sulle intercettazioni ne disciplina in maniera molto capillare ed integerrima l’uso. Esse spesso sono state oggetto di pubblicazioni sconsiderate e scandalose che hanno poi coinvolto persone che nulla avevano a che fare con le indagini. La decisione del governo, dunque, è giustissima perché tende a tutelare chi viene intercettato per puro caso ed indirettamente. Pur tuttavia però, la preoccupazione che assilla è che non si sia tenuta abbastanza in conto la RAGION DI STATO al cospetto della quale nessuna legge può reggere né essere giustificata se non come mera (anche inutile) applicazione di una punizione e basta.
Pur se nel rispetto indefesso delle leggi, la RAGION DI STATO non plus ultra limite invalicabile della democrazia e della sicurezza, non ammette segreti (se non per sé stessa) che potrebbero nascondere fatti, idee o disegni pericolosissimi. Ecco perché la testata, qualora venisse in possesso di documenti ritenuti utilissimi allo Stato ed al Governo, per garantire il massimo della sicurezza alla nazione, sarebbe disposta a renderli pubblici non senza averli denunciati alla Procura della Repubblica.
