Cerimonie, feste, sagre, commemorazioni. Tutto qua?

In occasione del pellegrinaggio “uomini e religioni” organizzato dalla Comunità di sant’Egidio e dalla Diocesi di Cracovia per il 70° anniversario dell’inizio della Seconda guerra mondiale, per tenere viva la memoria della Shoah e «la memoria dei morti in mare», è stato proposto la costituzione di un registro europeo che tenga conto degli episodi di razzismo.
L’on. Franco Narducci (Presidente Unione nazionale delle associazioni di immigrazione ed emigrazione, UNAIE) ha accolto la notizia con grande soddisfazione e spera ….
“La partecipazione alla cerimonia presso il campo di concentramento di Auschwitz di autorità religiose di differenti credi, compresi molti mussulmani, ci ricorda l’importanza dello spirito di dialogo tra…
Come l’On. Narducci, anche gli altri 17 parlamentari eletti all’estero fanno: bla, bla, bla…
Noi siamo costretti a vedere e sentire la catastrofica gestione della nostra Patria, in mano a politicanti senza scrupoli. Continuiamo ad essere bombardati dalle notizie di scandali e soprusi dei nostri pseudopolitici che continuano a comportarsi come dei veri delinquenti.
L’unica magra soddisfazione, per quelli che vivono all’estero, è quella di dire “ma io non li ho votati”.

Alle ultime elezioni, tutti gli italiani residenti all’estero con un minimo di interesse per la politica e la speranza di sentirsi riconosciuti “fratelli italiani all’estero” hanno dato il loro contributo votando dei candidati, anch’essi viventi all’estero, che sembravano essere animati da spirito e principi sani, agguerriti e competenti sostenitori delle nostre sante rivendicazioni politiche.

Gli italiani all’estero hanno eletto 18 parlamentari che, provenienti dai vari Continenti, sono arrivati a Roma col chiaro compito di:

salvaguardare gli interessi di chi li ha votati.

Dal loro insediamento nelle “poltrone dorate” ci hanno dimostrato che non sono più quelli che noi abbiamo mandati a Roma ma, in loro è avvenuta una metamorfosi. Sono diventati simili ai loro colleghi politici romani. Non fanno altro che fare chiacchiere, chiacchiere e poi ancora chiacchiere e, giocare a fare le ”primedonne”.

Se presi di petto, probabilmente ci risponderebbero che: a loro non è consentito fare di più, visto che sono solo 18 sul totale di 963 poltronati.

Ma allora, cosa fanno in quel posto se non sono in grado di fare quello per cui sono stati delegati?

Perché non si comportano da persone serie com’erano, dimettendosi?

Probabilmente, il piacere, gli onori e l’agiatezza delle “poltrone d’orate” hanno soggiogato anche loro!

Si evidenzia sempre di più la realtà che, se si vuole cambiare politicamente l’Italia,

urge fare qualcosa che non possa essere manovrata dalla “Roma ladrona”

(detto alla Bossi, ove lui stesso ci sguazza).

Finché gli italiani all’estero non avranno gli stessi diritti politici di quelli che vivono in Italia, non sarà possibile cambiare questo stato deplorevole dell’Italia.

Finché saranno costretti a votare quelli che Roma impone, non avranno mai voci in capitolo.

Urge dare una svolta radicale.

Si deve dare a tutti gli italiani del mondo:

– gli stessi diritti e doveri degli italiani che vivono in Italia,

– il diritto di votare ed eleggere qualsiasi italiano del mondo ovunque si trova,

– avere la possibilità di farlo con mezzi idonei e moderni nel loro luogo di residenza.

Il Partito Degli Italiani Dall’Estero ci sta’ provando.

E’ ora che: i nostri connazionali che riconoscono la ventennale inefficienza del governo italiano, si guardino attorno e valutino veramente la grande possibilità di svolta politica che offre il P.I.E.

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