di Vincenzo Olita
Grande rilievo, dagli addetti ai lavori,è stato dato alle dichiarazioni del Presidente della Camera sul “Killeraggio politico” alla base dello scontro in atto tra testate giornalistiche.
Siamo al solito circo della banalità in cui si crede che esprimersi con buonsenso a buon mercato generi consensi e nobili distinzioni.Certo, anche noi preferiremmo un' informazione zeppa di dibattito ed ancor più di proposte politiche. Ad esempio, tanto per stare sull'attualità, che il Presidente della Camera avesse indicato rimedi per lo stato comatoso della sanità o per l'esplosiva condizione degli istituti penitenziari a due anni da un condono. Sarebbero sì, queste, indicazioni capaci di fare differenza, non qualunquistici appelli per la salvaguardia di privacy da paravento. Che cosa si vorrebbe? Un giornalismo narcotizzato, più di quanto già lo sia, che si occupi solo di chiacchiera politica e politicanti contorsioni?
Una società aperta ha bisogno anche di essere informata, sicuramente con altro stile e ben altro spessore, sui trascorsi giudiziari di un direttore di giornale. Una società aperta ha bisogno anche di sapere se un Presidente del Consiglio mente o meno. Una società liberale, di cui tanto si ciancia, non può prescindere dall'osservare le responsabilità individuali e quindi i comportamenti, se rilevanti per l'interesse pubblico. Il problema non è se divulgare o meno notizie certe, ma la mancanza di un'informazione che consapevolmente si ponga come servizio alla pubblica opinione. Il nostro giornalismo è diviso per bande, funzionali a potentati economici e politici, pronto a diffondere, sempre e solamente,in ragione degli interessi della propria appartenenza. Questo è il vero killeraggio, il resto banalità e ridicolaggine. Ridicolo è stato il richiamo ai media del giovane patron della FIAT per la salvaguardia dell'immagine del nonno: ha trascurato infatti la circostanza che gli elementi per la stessa compromissione erano stati forniti proprio dalla mamma.
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