di Leoluca Orlando
I precari della scuola, scesi in piazza in tutta Italia, e a Palermo in mutande, per contestare le scelte scellerate del duo Tremonti- Gelmini, costituiscono la più efficace immagine del nostro Paese, devastato dal Governo Berlusconi.
Con la c.d. riforma “Gel – monti” si colpiscono, con un colpo solo, due diritti costituzionalmente garantiti: lavoro e istruzione.
Con una aggravante: l'attenzione demolitrice della legalità costituzionale si è scatenata sul settore pubblico.
Il messaggio è chiaro: la scuola pubblica – e chi essa frequenta e in essa opera – deve oscillare tra precarietà e dequalificazione…perché, alla fine, è bene che crescano, vengano rispettate le istituzioni private di istruzione, le scuole a pagamento, quelle cioè accessibili agli italiani che hanno e che sono casta.
Si salvi chi ha e chi è casta. Chi non ha o chi non è casta…resti pure in mutande e si rassegni ad essere cittadino di serie B. La scuola viene così uniformata all'economia.
Ogni tanto qualche fonte internazionale, o qualche centro studi estero, segnala che si sta superando la grave crisi internazionale del 2008.
E i “ragazzi del coro berlusconiano” sfoggiano sembianze rifatte al silicone e sfavillanti protesi dentarie, con la sufficienza di chi ricorda al popolo italiano : “Avete visto ? Avete visto quanto bene sta operando il Governo Berlusconi?”.
Si è visto mai qualcuno riuscire a saziarsi soltanto con l'odore del cibo …mangiato dal vicino?
Tutte quelle previsioni di superamento della crisi, infatti, fanno riferimento a realtà diverse da quella italiana!
In Italia, in verità, la crisi è già superata ( anzi, non ci è mai stata ) per le caste degli evasori fiscali e dei conflitti di interessi, per i finti imprenditori foraggiati con denaro pubblico elargito da ministri amici e , talora anche tecnicamente, soci, per gli utilizzatori di scudo fiscale e di falso in bilancio depenalizzato…
La crisi, invece, non è superata ( e si aggrava ogni giorno di più ) per gli italiani che pagano le tasse , per i veri imprenditori che rischiano senza protezione di casta, per le famiglie monoreddito, per i lavoratori che perdono il lavoro a causa di imprese che si volatizzano ad arbitrio dei titolari.
La crisi non è superata ( e si aggrava sempre più ) per vecchi e nuovi poveri, ai quali vengono elargite abbondanti razioni quotidiane , soltanto di informazione drogata.
Che si dovrebbe fare, e non si fa ?
Oltre a pensare di foraggiare istituzioni e scuole private con denaro pubblico, basterebbe applicare alle stesse l'obbligo di reclutare il personale insegnante da graduatorie pubbliche, stipulando regolari contratti di lavoro, piuttosto che erogare denaro pubblico a chi assume in nero e arbitrariamente, senza il rispetto di alcuna graduatoria di merito.
E, con riferimento al campo economico, basterebbe avere più Stato nello Stato e più mercato nel mercato, in un Paese dove vi è troppo Stato nel mercato e troppo mercato nello Stato.
Basterebbe, in sintesi, evitare di generalizzare il “modello Alitalia” : il contribuente paga le perdite prodotte da finti manager super pagati e un gruppetto di imprenditori amici e soci del Governo rilevano a prezzi di scampolo una azienda senza debiti e incassano utili, senza rischi.