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ROMPERE CON IL MANDATO IMPERIALE

Inutile ridire che l’articolo 67 della Costituzione Italiana, resta il nocciolo della nostra democrazia, ossia il mandato senza vincoli di controlli legislativi, con quest’articolo il Costituente volle dare al singolo legislatore la possibilita di sentirsi rappresentante del popolo sovrano e dell’intera nazione: ” Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Uno dei piu’ corti degl’articoli solo 16 parole, in cui e’ racchiuso il futuro della democrazia italiana peccato che oggi i politici, presi da troppi interessi personali, non l’applicano, forse, sarebbe meglio abolirlo.

Secondo quanto stabilirono i nostri costituenti, i parlamentari durante il loro mandato e ad’ogni legge, avrebbero dovuto avere il dovere di votare secondo coscienza. Sappiamo che l’articolo nel corso dei decenni e’ stato spesso male interpretato, male adottato e abusato. Male interpretato perche’ l’articolo non prevederebbe nessuna dimissione o cambiamento di partito, da parte del parlamentare dissidente, male adottato perche’ spesso causa di riballtoni e cadute di governi, abusato dal Consiglio dei Ministri ponendo troppe fiducie “mandati imperiali” sui disegni di leggi. L’articolo grantisce al legistatore semplicemente di votare secondo coscienza. Altresi’ va ancora ricordato che le liste bloccate e la mancanza della preferenza, facente parte della Porcellum, viola l’articolo, poiche’ il parlamentare non rappresenta piu la Nazione e il Popolo, ma un partito e il suo capo, del tutto ricattabile dalle rispettive segreterie Per far si che il Legislatore ritorni ad essere un rappresentante responsabile del popolo, occorre abolire le liste bloccare, e le candidature multiplipe, l’elettore deve conosceere nel suo collegio, colui che si accince a portare in parlamento, ripristinando il rapporto diretto tra elettore e candidato, prima e dopo la sua elezione. Personalmente non voterei mai un candidato preconfezionato dal partito, ma uno che risiedesse nel mio collegio elettorale

Un esempio di “cattiva” coscienza e di mandato “imperiale” e’ il caso del Sen. Di Girolamo eletto nella circoscrizione estera, secondo quanto stabilisce l’articolo 66 della Costituzione sull’ineleggibilita’ di un candidato eletto, la Giunta per le elezioni e le immunita’ del Senato avrebbe dovuto stabilire la validita’ della sua candidatura nel PDL, invalidata dalla magistratura perche’ non residente all’estero, come prevede la legge Tremaglia. Ora tutti sanno che i 21 membri dell’Organo, nominati dal Presidente del Senato (secondo quanto previsto dall’articolo 17 del regolamento del Senato) rispecchiano la propozione dei gruppi presenti in senato, ovviamente se Nicola Di Girolamo fosse stato un senatore eletto in un gruppo politico minoritario oggi, sarebbe gia’ un cittadino comune.

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