Una sentenza di civiltà 

di Luca Bagatin

La recente sentenza del TAR del Lazio, che esclude l’insegnamento della religione cattolica dalla valutazione sul profilo scolastico degli studenti, è una decisione degna di un Paese civile. L’Italia da un quindicennio conosce scarsissimi squarci di civiltà. Quando giungono, ben vengano, visto che ci fanno ricordare che viviamo in Europa e nell’Occidente democratico (ovvero, non in una teocrazia). E così sia, cari ‘parrucconi’: la religione cattolica a scuola è materia di serie B. Non vi sta bene? Vogliamo allora far notare che gli insegnanti di religione sono pagati dalla Stato, ma scelti dalla Curia? Vogliamo far notare come la religione cattolica sia materia gravemente ‘di parte’ in una scuola pubblica che si pretenderebbe essere laica? Vogliamo farlo notare al ministro Gelmini, che pur stimiamo quando si tratta di ridurre gli sprechi, che sarebbe bene ridurli anche e proprio in quel settore/materia scolastica (altro che fare ricorso!!!!)? Ovvero, se uno vuole conoscere qualche cosa della religione cattolica, vada pure al catechismo. Ci siamo andati anche noi, da bambini, in fondo. Ma la scuola rimanga luogo di cultura libera (e di culto libero) per favore. E gli insegnanti di religione li paghino pure i preti nelle loro parrocchie. Dateci pure degli ‘anticlericali borghesi’ d’antan, vieti, vietati e così via. Ne andiamo fieri proprio in quanto non solo amiamo il concetto del sacro, ma finanche la libera spiritualità, che spesso stanno alla base del libero pensiero di ‘bruniana’ memoria (di quel Giordano Bruno che tentò invano di spiegare alla Chiesa i suoi grossolani errori, anche spirituali, e che per questo finì al rogo). Aborriamo l’ateismo proprio perché gli atei sono come i clericali: sbandierano Dio e la religione a loro esclusivo uso e consumo. Ed invece, sommessamente ma con una certa forza, vogliamo sostenere la laica e liberale abolizione dell’ora di religione, sostituendola con la ben più utile ora di Storia delle religioni. Magari anche Storia delle religioni dalle antiche civiltà ai nostri giorni: un vero excursus approfondito nel solco del sacro. E si lascino anche nelle Chiese quei tanto vilipesi crocifissi. Non li si esponga in luoghi nei quali, francamente, non c’entrano nulla (così come un cane non si è mai visto in una Chiesa). E allora, fra corsi e ricorsi di ministri e politici impazziti alla ricerca della benedizione ‘taleban – vaticana’, fra laici e laicisti, sanamente laici e laici malati come noi (malati d’amore per il sacro, non certo per il potere temporale e secolare, lo ribadiamo) ricordiamoci ora e sempre della massima che Toqueville ispirò al conte di Cavour: “Libera Chiesa in Libero Stato”. Il XX Settembre è vicino. Ed anche Papa Paolo VI soleva ricordare che la liberazione dal potere temporale dei Papi fu un bene per l’Italia. Non rimane, oggi, che liberare l’Italia dai politici (del Pd e del PdL) soggetti a certe nefaste influenze che – sommessamente ma fermamente – definiamo “insanamente clericali ed ancor più illiberali”.

(articolo tratto dal blog www.lucabagatin.ilcannocchiale.it

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