PATRIA TO PATRIA

E’ trascorso poco più di un anno dalla nascita del P.I.E. Ne ho percepito i primi vagiti, i primi balbettii, le prime frasi, i grandi discorsi. In questo periodo siamo stati affiancati da italiani di tutti i 5 Continenti, tutti carichi di grossi bagagli culturali e grande amore per l’Italia.

Col passare del tempo, abbiamo conosciuto sempre di più tutti questi “Patrioti”.

L’entusiasmo iniziale che univa questo folto gruppo di novelli carbonari, col passare del tempo, ha evidenziato anche che, alcuni di essi potevano essere: degli arrivisti, altri: grandi teorici e altri ancora: persone senza propria iniziativa. Il compagni di viaggio, il tempo e i contatti mediatici hanno motivato una automatica selezione e abbandono di alcuni.

Dal gruppo iniziale si sono allontanati quelli che non condividevano il progetto nella sua linearità, facendo spazio a diversi nuovi collaboratori con idee e capacità non indifferenti.

E’ bello sapere che il <> attira sempre di più l’interesse di italiani che vivono anche in Italia ma, è preoccupante notare come tanti italiani di gran valore, che vivono all’estero, sono poco attirati da quello che è il “ loro vero partito politico futuro”.

Questo, non è certo per carenza di obiettivi politici, tantomeno mancanza di informazioni mediatiche

( oggi la maggior fonte di comunicazione) ma carenza di presenza reale sul campo.

I 18 parlamentari che sono stati eletti all’estero, sono riusciti a farsi eleggere solo grazie alle loro conoscenze e partiti che li appoggiavano (di cui oggi sono schiavi e di conseguenza, senza valore).

Il P.I.E. non si serve di questi canali per avere i voti necessari, ma dovrà trovare il sistema per attirare l’attenzione e conquistare la fiducia dei cittadini Italiani che vivono all’estero.

I continui episodi e scandali che avvengono anche da persone insospettabili, oltre allo stillicidio della politica italiana, aumentano lo scetticismo nei nostri connazionali all’estero.

Trovare il sistema di coinvolgimento, non è un’impresa facile. Non è facile far capire agli italiani, se gli italiani non ascoltano, che quanto offre il P.I.E. è il vero futuro dell’Italia.

Il P.I.E. si è concesso un’apparente pausa.

La brace giace sotto la cenere. Diamo una bella soffiata e portiamo alla luce il fuoco che ci anima.

Vediamo i programmi del prossimo futuro. Rendiamo noti i nuovi arrivati

Il nostro è il “Partito Degli Italiani dall’Estero” e questi vanno innanzitutto coinvolti.

Un Partito mediatico è un Partito teoretico, e poiché “verba volant” è destinato al dimenticatoio.

Caro Salvatore, cari amici, per ottenere risultati concreti, dobbiamo farci vedere e sentire anche fisicamente.

E’ ora che si cominci ad organizzare congressi nei Paesi dove abbiamo già adesioni e promuoverli in altri dove si ha il sentore di trovare interessi.

Prim’ancora, è ora di chiamare a Raduno tutti gli aderenti, votare lo Statuto, creare e ufficializzare l’organigramma del Direttivo del Partito con i Responsabili Nazionali e Continentali.

Le spese da sostenere, almeno inizialmente, vanno sostenute dagli aderenti al Partito.

Quando avremo altri fondi si deciderà diversamente.

Forza, Coraggio e evviva noi.

Abbracci

Dino Suppa

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