Secondo l'indagine dell'UBS (1) Roma risulta piu' cara di Milano pur avendo stipendi inferiori. La ricerca confronta i prezzi di un paniere di 122 beni e servizi (non solo, quindi, del BigMac o dell'IPod), salari, deduzioni dai salari e orari lavorativi con il potere d'acquisto di 71 citta' del mondo. I corsi di cambio e le differenze d'inflazione hanno un impatto decisivo sui confronti. Dal momento che il livello dei prezzi non e' di per se' indicativo delle effettive possibilita' d'acquisto in loco, si effettua un raffronto a livello di potere d'acquisto, ossia si rapporta il livello dei prezzi a quello salariale nelle varie citta' in questione. L'indagine sfata un mito: nella Capitale dei pubblici dipendenti, a reddito “statale”, i prezzi sono piu' alti di Milano che in aggiunta ha salari maggiori. Insomma, Milano ha un maggior potere di acquisto rispetto a Roma. E allora, che senso hanno tutti i discorsi che abbiamo sentito in questi giorni sulle “gabbie salariali”? Di fatto le “gabbie” gia' esistono, come aveva fatto rilevare la Banca d'Italia nei giorni passati, ma cio' non e' bastato. Ora si aggiunge l'indagine dell'UBS a confermare quanto gia' detto. Evidentemente a qualche nostro politico il caldo estivo fa male, o meglio, bisogna straparlare senza sapere cosa si dice. Tanto, fra qualche giorno, nessuno ricordera' piu' nulla.
(1)
Primo Mastrantoni, segretario Aduc