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Intervengo, e con molta delusione, a commento della sentenza della sezione III — quater del TAR Lazio

Intervengo, e con molta delusione, a commento della sentenza della sezione III – quater del TAR Lazio, pubblicata due giorni addietro, con la quale – annullandosi il decreto dell’ex Ministro Fioroni – si finisce di fatto per svilire l’importanza dell’insegnamento della religione cattolica nelle nostre scuole pubbliche, anche se limitatamente alla questione dei crediti formativi scolastici.

Non sono qui per esaminare tecnicamente la sentenza (compito questo degli avvocati delle parti in causa) ; mi limito solo ad alcune considerazioni da politico e, prima ancora, da cattolico credente e professante.

Purtroppo noto come si stia manifestando, con sempre maggiore frequenza, una tendenza antiecclesiale da parte dei giudici, la qual cosa mi preoccupa non poco : la clamorosa vicenda dell’allontanamento del crocifisso dalle aule scolastiche, docet.

Costato anche le reazioni, soprattutto del mondo politico, a fronte di questa decisione e, da parte mia, mi schiero senza titubanza a favore della nostra cattolicità : anche se altri esponenti del mio partito difendono il principio affermato da questa sentenza, peraltro non ancora definitiva.

Questa vicenda mi richiama altra polemica dei giorni scorsi, quella cioè sulle nuove norme (penali) sull’immigrazione.

Ribadisco un concetto semplice : chi viene in Italia ha da attenersi e da rispettare le leggi dello Stato.

La questione richiamata, quella cioè della laicità dello Stato, non ha nulla a che vedere con la nostra tradizione storico – culturale cristiana, che va comunque difesa e salvaguardata.

Non a caso all’art. 9) co. 2) dell’accordo di revisione del Concordato siglato nel 1984 dal Presidente del Consiglio On.le Craxi, si stabilisce che

“la Repubblica italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche”.

Non è un caso se questa posizione, riconosciuta alla religione cattolica, non viene assegnata, attribuita anche ad altre confessioni : questa “prevalenza” dunque della religione cattolica viene ribadita nel nuovo Concordato e trova riferimento proprio nelle radici cristiane del popolo italiano.

Il sottoscritto ha dovuto fare, nel lontano 1960, la dura esperienza della emigrazione all’estero, dove ancora risiede : mi sono dovuto adattare a regole che in quella Nazione ho trovato, rispettandole in pieno.

E ciò anche per quanto riguarda la “confessione religiosa” : avendo avuto anche la fortuna di vivere in un Cantone svizzero (Lucerna) di fede cattolica.

Mi indispone – per non usare altra espressione e comunque con pieno rispetto per tutti coloro che vivono nel nostro Paese – il fatto che chiunque arrivi in Italia pretende di sovvertire le regole del nostro vivere civile, anche a livello scolastico : e questo non va bene in quanto vanno comunque rispettate le tradizioni, la cultura del nostro Paese.

Esprimo la speranza che in sede di appello davanti al Consiglio di Stato la sentenza di cui ci occupiamo possa venire riformata e quindi il provvedimento dell’allora Ministro Fioroni possa ritrovare la sua piena efficacia.

Razzi Onorevole Antonio

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