La vicenda della Rai sta mostrando in maniera sempre più efficace e scoperta quali sono le intenzioni di Berlusconi dal punto di vista dell'informazione. Nomina lui direttamente i direttori di testata, e lo dice in maniera sfacciata durante una conferenza stampa: “Siete contenti? Come vi trovate con i direttori che ho nominato io?”. Bisognerebbe dire “non c'avevamo pensato”.
In realtà, dal punto di vista ufficiale, i direttori di testata dovrebbero essere nominati dal Cda Rai con la promozione diretta del suo direttore generale Mauro Masi, che non va dimenticato che proviene dalla segreteria generale di Palazzo Chigi, alle dipendenze di Berlusconi fino a poco tempo fa, e con l'approvazione del Presidente Garimberti. Insomma, le nomine dovrebbero appartenere al mondo interno della Rai.
Il Presidente del Consiglio, con la sua classica faccia di bronzo e con la sfacciataggine più colossale del mondo, prende la posizione più ferrea contro l'unico telegiornale che continua a dare notizie, il Tg3.
Questa è la realtà oggi in Italia. Il Tg1 ha sistematicamente nascosto, per volontà del suo direttore Minzolini, le notizie riguardanti il giro di donne a pagamento nelle residenze del Presidente del Consiglio. Il Tg1 ha smesso di dare notizie, il Tg2 si barcamena ma è molto più vicino alla linea del Tg1, mentre il Tg3 non fa “niente di speciale”: si limita a dare le notizie.
Siccome il Tg3 si limita a dare le notizie, per esempio quelle sulla crisi economica, il Presidente del Consiglio si arrabbia, perché la sua intenzione è di avere un'informazione che dica soltanto quello che vuole lui.
Mettere le mani su tutto, lasciare alla dialettica democratica il meno possibile e costringere la Rai a lavorare per Mediaset. La questione di Sky è più che efficace per spiegare la faccenda.
La Rai esce da Sky, nonostante la cosa gli costi una quantità enorme di quattrini: deficit del canone, deficit della raccolta pubblicitaria e in aggiunta il deficit del mancato guadagno per il pagamento da parte di Sky. Tutto questo la Rai lo deve fare perché cosi permette a Mediaset, con cui condividerà una futura piattaforma digitale e satellitare, di fare concorrenza a Sky sulle Pay Tv.
In pratica la Rai, la televisione pubblica italiana, è diventata lo strumento per far lavorare meglio Mediaset.
Questa è la situazione dal punto di vista dell'informazione in Italia.
Il Partito Democratico di queste cose se ne rende conto assai poco. Tende ad annebbiare la questione, non vuole prendere la consapevolezza del fatto che andando avanti di questo passo ci troveremo con una democrazia che in realtà è una pura parvenza. Sarebbe ora che ci pensassero e che se ne rendessero conto, e noi faremo tutto il possibile perché ciò avvenga.