Basta con le Veline che la vendono cara ed amara. Anche per il Presidente del Consiglio ritornare ad un “casareccio” onanismo non potrà che fargli bene.
L’orgasmo è il fine primo ed ultimo della vita. In mezzo ci sono le altre cose: lavorare, mangiare e tante altre ancora non dicevoli per quanto necessarie abitudini da toilette.
Cosa sia l’orgasmo in quanto tale si sa solo da un punto di vista scientifico (almeno ci auguriamo che qualcuno ci abbia provato) ma fondamentalmente sembra risulti difficile appioppargli una definizione esauriente: fiume in piena, conato incontrollabile, spinta, contrazione, sussulto, grido.
Il problema che lo rende, per così dire, difficoltoso, quasi arrangiato, è la difficoltà di poterlo condividere con chi ci piace senza troppi preamboli anche quando la condivisione è assolutamente reciproca. I preamboli sono prolissi, zeppi di implicazioni psicologiche, tanto lunghi ed arzigogolati che arrivano, spesso e volentieri, sino al matrimonio prima di scivolare nel nocciolo della “questione”. La vergogna, l’educazione, le tare e le riserve mentali, la gente, finanche la chiesa, ne mortificano la regolare e normale attività dando vita ad anomalie innaturali e, in fin dei conti, dannose. Allora il buon sano onanismo viene in soccorso della pace dei sensi, nella riservatezza dei luoghi, della non condivisione con altri del momento, in qualsiasi momento. Se il Presidente del Consiglio avesse praticato in solitaria la sua dose di orgasmi, cosa che al massimo decurta la vista di qualche diottria stando alla “dottrina”e non si fosse abbandonato alla avidità delle Veline, molti scandali non l’avrebbero colpito.
Certo però che essere un Berlusconi, poter disporre di qualsiasi cosa senza limiti per poi ridursi in un angoletto della casa…