Site icon archivio di politicamentecorretto.com

Il blitz del premier all’Aquila: «Siamo in anticipo sui lavori. In 30mila avranno una casa»

di Vincenzo La Manna
nostro inviato all’Aquila (il Giornale.it)

L’orgoglio di Berlusconi: «Mai guidata una maggioranza così coesa» «Il partito del Sud? È inaccettabile, il Pdl punta al 50% degli italiani»
«Extra ecclesiam, nulla salus». Nessuna salvezza per chi sta fuori dalla Chiesa. Silvio Berlusconi chiude la partita. E soffoca nella culla, in latino e senza tanti giri di parole, la questione Partito del Sud. Insieme agli appetiti di chi vorrebbe magari creare una corrente interna al Popolo della Libertà, unico soggetto titolato a catalizzare forze che hanno mollato, tra le lacrime, i propri simboli. Per buona pace quindi di chi, in Trinacria, continua con toni più o meno minacciosi a profilare scissioni, divisioni, distinguo.
Il Cavaliere dice no, senza se e senza ma, alle spinte secessioniste degli amici siciliani, che non hanno nulla, ma proprio nulla – secondo il suo ragionamento – di cui lamentarsi. Sceso in sala stampa per annunciare, a Coppito, il censimento degli aquilani per la futura assegnazione delle case, su cui pone a Bazzano le prime due bandierine, il premier ne approfitta per rivendicare l’azione del governo nei confronti del Mezzogiorno. «Non c’è stata alcuna carenza di risposte, figuriamoci», ricorda, elencando le misure predisposte per risolvere l’emergenza rifiuti in Campania, o per ripianare il buco di bilancio a Catania e a Roma. «Insomma – rimarca – rigettiamo ogni tipo di accusa su eventuali disattenzioni verso il Sud». E a proposito di Sud, l’inquilino di palazzo Chigi anticipa alcuni punti chiave che verranno inseriti nel piano di rilancio: «Risorse, infrastrutture, sistema di facilitazioni fiscali, Banca del Sud e un ente nazionale per le questioni meridionali». Un ente che dovrebbe coincidere con una sorta di nuova Cassa del Mezzogiorno. Se ne saprà di più oggi, nell’incontro con la stampa programmato a palazzo Chigi, in cui il Cavaliere fornirà ulteriori dettagli. Al termine del Consiglio dei ministri in cui verrà approvato il decreto per correggere alcune norme inserite nel provvedimento anti-crisi, ma soprattutto dopo il Cipe che sbloccherà 4 miliardi per la Sicilia (27 miliardi è il budget complessivo), che otterrà non perché regione privilegiata: «Li avrà perché l’unica ad aver presentato un piano di impegno per i fondi. Successivamente, discuteremo della Puglia e delle altre regioni» che certificheranno l’utilizzo dei soldi per le infrastrutture.
Impegno per il Sud, dunque, nel giorno in cui il premier torna all’Aquila per tracciare il nuovo bilancio della fase di accoglienza e ricostruzione: «Un fatto straordinario, mai successo al mondo, visto che entro il 30 novembre, e se ci sarà ritardo, speriamo di no, entro il 30 dicembre, 30mila persone colpite dal terremoto avranno un tetto». Di più: rispetto alla «tabella di marcia» dei lavori «siamo in anticipo di tre giorni». Sul fronte prettamente politico, la costituzione di un nuovo partito, avverte, «andrebbe in una direzione contraria a quello che ho sognato e realizzato in questi anni, facendo confluire sette sigle politiche nel Pdl». E presenta in questo modo la cena di ieri sera con Gianfranco Micciché e i deputati a lui vicini: «Hanno ventilato l’ipotesi di dar vita a una corrente nel Pdl o addirittura a una nuova formazione politica. Non credo in ogni caso che si tratti di un’idea che possa avere successo». E poi, se bisogna dirla tutta, non si capisce perché qualcuno debba avere un trattamento diverso da chi, aderendo al progetto unitario, ha accettato «dolorosamente» di rinunciare al proprio simbolo. «Noi – continua – con il Pdl puntiamo ad aggregare il 50% degli italiani e per questo non potremmo guardare con simpatia, e nemmeno accettare, qualcuno che anziché dentro porta fuori gente dal partito». Ad ogni modo, «spero che la decisione di sbloccare i fondi Fas per la Sicilia faccia cadere ogni ragione» per arrivare a uno strappo. Anche perché, «abbiamo già fatto tantissimo per il Mezzogiorno, tanto che le opere in cantiere sono per il 70% nel Sud».
Così, dopo una breve guerra personale con un insetto («ho una mosca che mi ha preso per Obama»), il Cavaliere smentisce fibrillazioni con la Lega («non ho mai avuto il piacere di guidare una maggioranza così coesa, con una saldezza assoluta su Afghanistan, scuola, sicurezza e tutto il resto»), derubrica a «surriscaldamento di poco conto» le discussioni tra gli alleati. E a chi gli chiede il motivo del forfait di Umberto Bossi in Abruzzo, la cui presenza era stata annunciata, risponde: «Abbiamo deciso di rimandare la sua visita, era stanco e qui c’era troppo caldo».
Fiero, poi, nonostante le bizze del montacarichi, di aver posto le prime due bandiere sui tetti delle abitazioni quasi pronte («chi avrà la fortuna di entrarvi troverà nel frigo anche una torta gelato e una bottiglia di spumante»), Berlusconi annuncia il censimento tra gli abitanti. «Dal primo al 10 agosto – spiega – ciascuna famiglia potrà compilare le schede in cui inserire le proprie preferenze. Nei dieci giorni successivi verranno gestiti e analizzati i dati. E dal 20 al 30, sempre del prossimo mese, si avvierà l’assegnazione degli appartamenti».

L'Aquila – Il Presidente Berlusconi visita i cantieri della costruzione (Foto Livio Anticoli)

Meridione, in arrivo un’agenzia per gestire i 27 miliardi di fondi

di Antonio Signorini

Dopo i primi finanziamenti per la Sicilia, sbloccati già oggi toccherà alle altre Regioni che presenteranno i piani di utilizzo

Roma – Mano tesa e disponibilità sulle risorse e scomunica senza appello per tutte le tentazioni autonomistiche, sia nella versione hard del partito del Sud, sia in quella soft del Pdl Sicilia. Silvio Berlusconi non ha nascosto la strategia per superare l’ultimo intoppo politico prima delle ferie. L’antipasto del piano Sud è quello anticipato mercoledì: lo sblocco di quattro miliardi di investimenti per la Sicilia. Poi – già oggi un giro di tavolo al Consiglio dei ministri e poi la versione definitiva dopo l’estate – il piano completo, che dalle anticipazioni fatte ieri dal premier sarà molto tremontiano, con la creazione di un’agenzia e di una banca per il Mezzogiorno.
L’ente non sarà una nuova Cassa per il mezzogiorno perché avrà soprattutto un ruolo di coordinamento degli interventi per lo sviluppo del Sud. E questa è stata anche l’esigenza che ha ispirato le mosse del governo sui Fas. I quattro miliardi per la Sicilia che saranno sbloccati al Cipe di oggi – spiegavano ieri fonti governative – non sono un premio a una regione, ma una conseguenza del fatto che il governatore Raffaele Lombardo è stato il primo ad accettare l’invito del governo a presentare un piano per l’uso del Fondo aree sottoutilizzate che risponde alle indicazioni del governo: non disperdere risorse e puntare tutto su pochi progetti che vertano su infrastrutture, occupazione e il rilancio della produttività. Paletti messi a punto ieri nel corso di un incontro tra Lombardo e Tremonti.
Altre regioni si sono mostrate disponibili. E non è escluso che anche per loro vengano sbloccati i fondi al Comitato interministeriale per la programmazione economica in tempi brevi. Sono la Puglia (alla quale sono riservati circa 3,1 miliardi di finanziamento) e il Lazio. Con tutta probabilità la prossima riunione del Cipe sarà dedicata alle due regioni guidate dalla sinistra. Le trattative sono ancora in corso per Calabria e Campania.
L’ordine non è condiviso dagli altri governatori, convinti invece che in questa vicenda ci siano stati «figli e figliastri», almeno nella distribuzione dei 27 miliardi dei fondi per rilanciare lo sviluppo delle aree depresse. Per contrastare questa tesi è scesa in campo la Presidenza della regione siciliana, con una nota durissima contro gli altri governatori del Sud che avrebbero voluto lo sblocco dei loro fondi già oggi (il pugliese Nichi Vendola in testa).
Comunque la convinzione del governo è di avere frenato le spinte centrifughe. Resta qualche malumore nella maggioranza. A partire da quelli della Lega Nord, che teme eccessive concessioni al Sud. «Prima vedere cammello poi dare tappeto», ha sintetizzato il ministro alla Semplificazione Roberto Calderoli. «Prima bisogna conoscere i progetti», ha spiegato il leader Umberto Bossi. La condizione è quindi quella poi posta dal governo: basta sprechi di risorse. Poi il Sud non deve esaurire i piani di sostegno: «Devono esserci anche i fondi per la Pedemontana», è l’avvertimento del Senatùr. Grane tutto sommato facili da superare.
Chiarito anche il «giallo» Prestigiacomo che non era stata invitata al vertice di mercoledì. Si è parlato solo di fondi, mentre ieri il ministro dell’Ambiente ha incontrato il premier a palazzo Grazioli e ha avuto la conferma che le competenze del suo dicastero saranno ripristinate.

Popolo della Libertà

Bruxelles

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Exit mobile version