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Il telefonino diventa un nemico

E’ innegabile che una delle invenzioni più rilevanti nel settore delle comunicazioni del XX secolo è rappresentata dall’avvento del telefonino portatile diventato oggi un oggetto d’uso di massa.
Ognuno di noi ne possiede almeno uno,alcuni ne hanno persino due. Un mezzo senza alcun dubbio utile ma che,come saggiamente afferma il proverbio che vuole che “ogni medaglia ha il suo rovescio”,può trasformarsi in un nostro nemico.
Come ogni telefono anche il cellulare può come ogni apparecchio fisso essere intercettato violando così la nostra privacy.
Quello che di recente è avvenuto in Iran dove il regime ha messo sotto controllo i cellulari dei sostenitori di Moussavi,leader dell’opposizione al presidente rieletto Ahmadinejad per individuarli e mandarli in prigione.
E così la repressione post elettorale nella Repubblica islamica ha ravvivato il dibattito che vede contrapposti i pro e i contro del cellulare.
Alcuni sostenitori del fronte che vede il telefonino come un nemico della nostra libertà di comunicare se l’è presa con la Nokia Siemens che ha venduto all’operatore telefonico persiano,la tecnologia che consente di controllare le telefonate che è la stessa a disposizione di tutti i paesi della UE.
Va detto che sono proprio le aziende che producono i cellulari a fornire ai richiedenti la tecnologia necessaria ad intercettarli.
Tralasciato il dibattito e la conseguente polemica sull’uso malevolo – conculcare il dissenso politico come avvenuto in Iran – della moderna tecnologia della comunicazione,restano molte domande sulle potenzialità spionaggistiche di questo ormai diffuso ed irrinunciabile mezzo di comunicazione.
Il fatto che il chip Gps,per il posizionamento satellitare sia ormai standard in quasi tutti i nuovi modelli determina che ogni cellulare,mandando continuamente segnali ai satelliti,consente triangolazioni sempre più precise per localizzare geograficamente il suo possessore.
Il servizio di localizzazione del possessore di un telefonino in Inghilterra esiste da qualche tempo e si chiama followus.
In teoria il possessore del cellulare tracciato deve essere consenziente. In pratica se un altro se ne impossessa, in circa dieci minuti fa in tempo a registrare la sua sim,ricevere il primo degli sms che avvertono che siete sotto controllo e disattivare la notifica degli sms successivi.
Il risultato è che chi prende in mano il telefonino di lì in poi non ne sa niente;mentre ad uno spione basta entrare nel sito,pagare circa 20 euro e iniziare a seguire su una mappa interattiva gli spostamenti del soggetto spiato.
Anche i genitori australiani potranno usare un software per localizzare i loro figli dotati di telefonino e sentire cosa dicono via cellulare.
Il funzionamento è simile a quello appena spiegato sopra. E così con una dozzina di dollari al mese,collegandosi a un sito,i genitori troppo apprensivi potranno vedere il registro delle chiamate dei figli e leggere i messaggini dei loro pargoli.
A partire dal prossimo anno,l’arsenale del potenziale spione si arricchirà di una nuova arma;infatti tutti i telefoni della Ericsson,ma molto probabilmente non solo in questi,avranno in dotazione un nuovo chip molto simile a quello delle cosiddette etichette intelligenti che possiamo trovare nei vestiti dei grossi centri commerciali.
Nel chip saranno immagazzinate le generalità del titolare e altre informazioni identificative. Se il titolare ad esempio di una carta di credito si trova in un altro posto rispetto a dove avviene la transazione,è probabile che la carta sia finita nelle mani sbagliate.
E il sistema,mettendo a confronto la localizzazione del cellulare con quello della carta di credito,darà automaticamente l’allarme. Tutti noi che utilizziamo ogni giorno il cellulare siamo ora avvertiti della possibile intrusione nella nostra privacy.

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