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Strage Umbria Olii: lettera di Lorena Coletti

di Giuliana Carlino

Ho ricevuto questa accorata lettera dalla sorella di una delle 4 vittime del gravissimo incidente sul lavoro accaduto il 25 novembre 2006, a Campello sul Clitunno, nella ditta Umbria Olii. I quattro lavoratori morirono carbonizzati nel piazzale dell'azienda mentre effettuavano interventi di manutenzione.
Quel che rende paradossale questa storia, che ha tanto in comune con i numerosi incidenti sul lavoro che accadono ogni giorno nel nostro paese, è il fatto che l'imprenditore di Campello, rinviato a giudizio per la strage, con accuse che vanno dall'omicidio colposo plurimo, con l'aggravante della colpa cosciente, all'omissione dolosa dei mezzi di prevenzione, punta sostanzialmente ad avanzare una richiesta di risarcimento danni ai familiari delle vittime della sciagura e all'unico sopravvissuto, un'istanza già presentata e decaduta due anni dopo l'incidente.
Purtroppo sulle questioni legate alla sicurezza sul lavoro il Governo non dà risposte, al contrario ha approvato recentemente un decreto correttivo al Testo Unico sulla sicurezza approvato dal Governo Prodi, che peggiora gravemente il testo, abbassando di fatto le tutele per i lavoratori.
Mi sono battuta in Commissione Lavoro affinché ritirassero o almeno modificassero il testo, abbiamo presentato un parere negativo dell'Italia dei Valori, ma senza esito. Questo Governo va avanti a colpi di maggioranza e di fiducia senza dare ascolto ai richiami che da più parti arrivano.
Purtroppo, essendo il processo in corso, non mi è possibile presentare un'interrogazione al Ministro competente. Confidiamo però nel lavoro della Magistratura, e ci riserviamo di far sentire comunque la nostra vibrata protesta nel caso in cui l'esito non dovesse essere, come ovvio, a favore delle vittime.

Lettera di Lorena Coletti

Sono Lorena Coletti, sorella di una delle vittime della strage della Umbria Olii di Campello sul Clitunno (Pg). Il 25 novembre 2006, quattro uomini si alzarono e partirono per andare al lavoro, per guadagnarsi da vivere. Era di sabato, il lavoro lo avevano iniziato il martedì: dovevano installare delle passerelle sopra a dei silos. In quei silos c'era un gas, il gas esano, un gas molto infiammabile, questo poiché nessuno aveva fatto una bonifica di questi silos.
Verso le 13 di quel maledetto giorno avvenne un enorme esplosione. Venni a sapere della notizia solamente la sera molto tardi. La moglie che lo aspettava per il pranzo, non vedendolo tornare fece un giro di telefonate ai suoi colleghi, ma fu un vano tentativo, perchè non ottenne nessuna risposta. Fino a che, non telefonò alla moglie del datore di lavoro, che le diede la notizia. Giuseppe Coletti, mio fratello, Maurizio Manili, datore di lavoro,Vladimir Thode e Tullio Mottini erano morti nell'espolsione. Unico sopravvissuto Claudio Demiri. Il proprietario della Umbria Olii, fu indagato e rinviato a giudizio con l' accusa di omicidio colposo plurimo e violazione di norme per la sicurezza sul lavoro. Secondo l' accusa, Del Papa avrebbe dovuto avvertire i lavoratori della ditta Manili, della pericolosità delle sostanze contenute nei serbatoi, dove non era mai stata fatta la bonifica. Una omissione, che sarebbe secondo i giudici e i periti dell'accusa, alla base dell'incidente, causato dall'utilizzo di una fiamma ossidrica per terminare i lavori sulla superficie metallica dei silos. Il 24 novembre prossimo, doveva iniziare il processo penale, ma Giorgio Del Papa e la sua difesa ha impugnato il tutto facendo ricorso in Cassazione contro il rinvio a giudizio.
Oggi apprendo la notizia dal mio avvocato, che la Cassazione deciderà ad ottobre sul ricorso di Del Papa. Ma, per la seconda volta, viene fatta alla mia famiglia un' altra richiesta di risarcimento, che era decaduta con l'annullamento della perizia tecnica, ma che ora Del Papa ripresenta a nome della Gestoil Srl, ex Umbria Olii. Sono passati quasi tre anni, e l' anno scorso ci fu la prima richiesta: oltre 35 milioni di euro. Ora mi chiedo, se anche quest'anno la cifra sia sempre quella oppure, se hanno messo a conto anche gli interessi, visto il tempo che è passato. Sottolineo, che a mio fratello Giuseppe Coletti e' stata stroncata la vita, e a Giorgio Del Papa non è stato neanche dato un giorno di carcere e tanto meno gli arresti domiciliari.
Questa e' la giustizia Italiana!!!!!
In tre anni mio fratello e' stato ucciso diverse volte, ora dico basta. Degli operai che partono la mattina per fare il loro dovere, per mantenere la famiglia e fare una vita onesta e dignitosa, non meritano di morire. Come non meritano che la loro dignità' venga calpestata da assurde richieste di risarcimento, mandate da chi li ha uccisi . Non lo permetto!!!
Vorrei che Del Papa sapesse che la vita di quattro persone vale molto più' di qualsiasi cifra che lui chiede. Ma il peggio di tutto è, che è ancora libero, e che lo Stato Italiano gli permette di fare queste cose. Chiedo inoltre, di poter incontrare il Presidente della Repubblica per poter parlare personalmente con lui. Intanto gli vorrei rivolgere questo appello:

Egregio Presidente della Repubblica, La invito, dopo tutte le parole spese per chiedere più sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, a non firmare assolutamente il Dlgs correttivo al Dlgs 81/08. Se è coerente con le sue dichiarazioni, non può firmare un decreto che è un colpo fatale alla sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Io non mi arrenderò e non permetterò più che la memoria di mio fratello e delle altre vittime venga calpestata, sono esseri umani morti per lavorare, non per divertimento. Finchè avrò vita li difenderò; di sicuro non mi limiterò a fare fiaccolate, ma cercherò di fermare chi ancora una volta vuole calpestare i lavoratori di Italia. Basta prendersela con Giuseppe Coletti e le altre vittime della Umbria Olii.

Saluti Lorena Coletti (Email: zialory68@hotmail.it)

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