All’indomani dell’alluvione del 3 luglio 2006 che ha colpito le frazioni Vibo Marina, Bivona e Longobardi (VV) siamo tutti stati costretti a piangere per i quattro morti, tra i quali un bimbo di soli 15 mesi, e per gli ingenti danni subìti da cittadini, imprese ed attività commerciali.
Immediatamente sono partite le indagini con l’unico tentativo di colpire chi non ha avuto il filo diretto con il buon Dio per comunicare tempestivamente la calamità naturale che si sarebbe abbattuta su quel territorio, piuttosto che indagare sulle responsabilità della situazione di grave dissesto idrogeologico che ha contribuito ad elargire morti e danni.
Fortunatamente il nuovo Procuratore della Repubblica, Mario Spagnuolo, con l’aiuto del pm Simona Cangiano e gli uomini del Comando Provinciale della Guardia di Finanza, sta davvero incidendo su quelle responsabilità, che, ancora una volta, svelano i connubi, i favoritismi, la mancanza di controllo e le bende agli occhi del mondo politico.
Immagino già di conoscere gli alibi: nessuna autorizzazione, autorizzazione “apparentemente” legittima, non sapevamo…., sono stati gli uffici…., ecc. Sono pressoché sicura che nessuno saprà dire chi ha dato disposizioni di annullare ogni attività di controllo, di monitoraggio del territorio, così come nessuno si attribuirà la responsabilità della mancata regimazione dei corsi d’acqua, nonostante gli adeguati finanziamenti elargiti a seguito di precedenti alluvioni.
Ancora una volta la Magistratura, anche a Vibo Valentia, è stata costretta ad intervenire per individuare e colpire le responsabilità della politica & company .
Nonostante questa ulteriore meritoria opera avviata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia, c’è ancora chi ritiene inopinatamente di continuare nella “tradizione”, se è vero come è vero, che il Presidente della Regione Calabria, Commissario Delegato per gestire interventi e finanziamenti del post alluvione del 2006, ha affidato la gestione di un ingente quantitativo di relative somme al Consorzio per lo Sviluppo Industriale di Vibo Valentia, il cui Presidente è Ottavio Bruni, del quale, senza voler infierire più di tanto, ricordo solo che è persona rinviata a giudizio con l’accusa di abuso d’ufficio.
Senza, infine, sottovalutare che l’intera provincia di Vibo Valentia è sede di potenti cosche criminali della ‘ ndrangheta, Mancuso, Bonavota, Lo Bianco, ecc., le quali non potranno non prestare attenzione, come sin qui hanno dimostrato le varie inchieste giudiziarie, anche ai finanziamenti in questione.
On. Angela NAPOLI
Componente Commissione Nazionale Antimafia