Italia. In sette anni da zar antidroga, Giovanardi riesce pure a farsi rimproverare da Costa (Onu)

Pietro Yates Moretti

Oggi, il direttore esecutivo dell'ufficio Onu contro la droga e il crimine (Unodc) Antonio Maria Costa ha rimproverato l'Italia per il pessimo risultato della sua guerra alla droga. Il consumo di sostanze stupefacenti in Italia continua a crescere, nonostante il trend negativo negli altri Paesi occidentali. Inoltre, Costa rimprovera all'Italia di punire e incarcerare i tossicodipendenti invece di permettere loro l'accesso alle necessarie terapie. (1)
L'atto di accusa e' chiaramente rivolto al Governo italiano, e in particolare al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alle politiche antidroga, Carlo Giovanardi, che ha rivestito questo ruolo dal 2001 al 2006, e dal 2008 ad oggi. Sette anni in carica, e nessun risultato. Anzi!
Il richiamo e' abbastanza straordinario per due motivi. Primo perche', all'insegna del detto “cencio dice male di straccio”, Costa e' un campione dell'attuale strategia mondiale basata sul proibizionismo, la guerra e la repressione. Giovanardi e' solo una manifestazione ancor piu' misera del proibizionismo. Poi perche' le politiche italiane sulla droga sono gia' fra le piu' repressive del mondo occidentale. Dimostrazione del fatto che questo approccio non funziona.
Eppure, le uniche soluzioni che Giovanardi e taluni Sindaci sceriffi propongono sono da una parte di aumentare periodicamente le sanzioni penali e amministrative anche contro i tossicodipendenti, dall'altra di delegittimare i SerT a favore di comunita' di recupero prevalentemente religiose che praticano la Cristoterapia o altri metodi anti-scientifici basati sullo Stato etico.
Servira' a qualcosa il richiamo di Costa? Su Giovanardi riponiamo poche speranze di cambiamento. Il suo ministero ormai settennale parla chiaro: tanti spot e zero risultati. Quello che attendiamo e' che qualche Sindaco, invece di farsi propaganda elettorale con multe o kit antidroga gratuiti per testare i figli, abbia il coraggio di mettere in campo misure urgenti per prevenire i danni talvolta letali della tossicodipendenza: programmi di scambio di siringhe, test gratuito e anonimo delle sostanze, stanze del consumo, informazione e educazione sui reali effetti di ciascuna sostanza. Sono misure che i sindaci possono prendere, se solo smettessero di nascondersi dietro i loro vigliacchi non possumus.

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