Il dispositivo della risoluzione partiva da una richiesta – congelare la manovra di “razionalizzazione” che è stata proposta dal Governo e contestualmente verificare, far progredire, accelerare il processo di modernizzazione sia delle procedure amministrative che delle dotazioni tecnologiche, dell’informatizzazione. Il Governo ha accettato una riformulazione della risoluzione, che lo impegna a “riconsiderare le modalità di razionalizzazione degli uffici consolari”, approvata all’unanimità dalla Commissione esteri della Camera.
Nella risoluzione si propone il coinvolgimento pieno delle Commissioni parlamentari competenti e la consultazione con degli organismi di rappresentanza delle comunità italiane nel mondo.
In queste settimane di protesta, di iniziative che hanno riguardato Durban, Adelaide, Brisbane, e che riguarderanno Liegi e tante altre città europee e non, toccate dalla proposta di “razionalizzazione” – ha dichiarato l’On. Fedi durante i lavori – è emersa una volontà comune: non rifugiarsi in un semplice “NO” ma rendersi disponibili a lavorare per assicurare la individuazione di possibili risparmi, ove la questione si ponesse in termini di risorse, evidenziando anche dove realizzare risparmi, come ad esempio sugli affitti esorbitanti di alcune sedi, oppure in direzione di una maggiore efficienza, identificando soluzioni che puntino sempre più a raggiungere il giusto equilibrio tra presenza diplomatica, personale di ruolo e personale a contratto.
Emerge chiaramente – ha proseguito Fedi – che esiste un senso dello Stato nella nostra comunità che non ha eguali. Esiste la consapevolezza, forte, che la presenza dello Stato può essere davvero garantita se esistono le condizioni per un’assunzione di responsabilità a livello diplomatico, soprattutto nei Paesi a struttura federale, come viene ricordato nella risoluzione, un’assunzione di responsabilità a livello amministrativo ed il giusto equilibrio con personale a contratto che, insieme, assicurino sia l’integrità del sistema che l’efficienza e la capacità di risposta alle richieste di servizi dei nostri concittadini nel mondo.
Quando non riusciamo ad assicurare questa “pienezza” di riferimenti, questo equilibrio, il sistema entra in crisi. Possiamo, è vero, trovare rimedi: agenzie consolari, sportelli consolari, consolati onorari. Ma perderemo sempre qualcosa. È possibile – oggi – pensare invece a soluzioni che non ci facciano perdere questi elementi di unicità, questa forte caratterizzazione della nostra rete consolare? Io credo che la risoluzione proponga, in ultima analisi, una fase di ulteriore approfondimento, oltre la conflittualità di parte e relativa al tradizionale confronto tra maggioranza, Governo ed opposizioni. Credo che il Governo debba cogliere questa opportunità.