La scomparsa di Socrate Mattoli
Il ricordo dell’On. Fabio Porta all’indomani della morte di uno dei principali esponenti della comunità italiana in Sudamerica
Socrate se n’e’ andato. In punta di piedi, com’era nel suo stile. La comunità degli italiani nel mondo perde così un altro fulgido esempio di competenza, coraggio e impegno civile.
Gli italiani del Brasile perdono uno dei suoi riferimenti storici: professionista apprezzato da tutti per avere partecipato ad alcune grandi infrastrutture come la costruzione della monumentale diga di Itaipu’; esponente della collettività italiana e uno dei primi rappresentanti del Brasile nel Cgie; Presidente della Filef, dell’Inca, della scuola italiana “Eugenio Montale” e della sua amatissima Associazione degli Umbri del Brasile.
Il curriculum potrebbe andare avanti per molte altre righe, ma mi fermo qui.
Vorrei ricordarlo non solo per le sue cariche e per i suoi numerosissimi e meritatissimi titoli ricevuti nel corso di questi anni; Socrate era anzitutto un uomo, con la “U” maiuscola che si deve a personaggi come lui. Lo sanno bene la moglie Nicoletta e le figlie, alle quali va in questo momento l’abbraccio di tutti noi come anche la nostra riconoscenza per i tanti anni di sacrifici e condivisione dell’avventura oltreoceano del compianto amico.
Sì, un amico. Forse qualcosa di più: un maestro.
Un partigiano, che non perdeva mai l’occasione per ricordarmi quelle lunghe giornate di resistenza sugli Appennini, lottando contro il nazifascismo nella speranza di partecipare in prima persona alla costruzione della democrazia.
“Partigiano” sempre; me lo ricordo quando, in tante discussioni su temi politici e sociali mi domandava: “ma i nostri che dicono? Ma i nostri con chi stanno?”.
I nostri, caro Socrate, ti piangono e ti rimpiangono; non solo loro però! Sono convinto che tutti gli italiani e tutti gli italo-brasiliani, ma anche i tanti brasiliani e sudamericani che ti hanno conosciuto stanno piangendo oggi la tua scomparsa.
Ciao Socrate, il tuo dolce sorriso ci mancherà.