Site icon archivio di politicamentecorretto.com

G8 e agricoltura: passare subito dagli impegni agli atti concreti

Piena convergenza dei rappresentanti del mondo agricolo, ma si chiedono impegni che non si limitino soltanto a pure enunciazioni. Va valorizzato il centrale il ruolo dei produttori agricoli per una reale crescita e per contrastare lo spettro della fame
di T N
Il G8? Secondo Luca Zaia, ministro delle Politiche agricole, “quella de L’Aquila è la svolta cruciale che interseca definitivamente le soluzioni dei problemi agricoli con la stabilità, sociale e politica, del pianeta. Abbiamo messo a disposizione della Presidenza del G8 – ha detto – il documento condiviso da tutti i partecipanti alla prima sessione G8 dei Ministri dell’Agricoltura svoltasi ad aprile a Cison di Valmarino.”

“Sono molto felice – ha proseguito Zaia – che il messaggio di Cison di Valmarino sia stato pienamente recepito dal Vertice G8 dei Capi di Stato e di Governo.”
“In occasione del vertice agricolo di Cison avevamo lanciato un forte messaggio, contenuto nel documento finale, affinché questi temi venissero ulteriormente sviluppati al più alto livello: noto con grande soddisfazione che alla Sicurezza Alimentare mondiale viene dedicata un’intera sessione di lavoro con 40 leader in rappresentanza di Paesi ed organismi internazionali”.

“E’ il frutto dei nostri sforzi e dell’ottimo lavoro diplomatico svolto dalla Presidenza italiana del G8. Sono sicuro – ha proseguito i Ministro – che i temi che ci stavano più a cuore, come la crescita della produttività agricola, l’enfasi sui piccoli produttori agricoli, la lotta alla speculazione, il conseguimento di una conclusione globale e bilanciata del negoziato di Doha sull’agricoltura, la riforma efficace della FAO ed il sostegno alla Task Force di alto livello sulla Sicurezza Alimentare siano stati tutti recepiti nel documento finale sulla Sicurezza Alimentare Mondiale.”

“E voglio ringraziare personalmente il Presidente Silvio Berlusconi. È merito della Presidenza italiana aver dato nuovo impulso a questo dibattito, al più alto livello politico, creando i presupposti affinché tutti i partner del G8 facciano la loro parte per aumentare le dotazioni finanziarie dedicate alla soluzione di problemi che colpiscono troppe aree del pianeta. Abbiamo bene a Cison di Valmarino e ora ne stiamo raccogliendo i frutti all’Aquila.”

“Fondamentale – ha concluso il Ministro – l’atteggiamento dei media, che devono vigilare affinché le risoluzioni che si stanno adottando divengano operative nel quotidiano”.

LE DICHIARAZIONI DELLE ORGANIZZAZIONI AGRICOLE

Per il presidente Cia Giuseppe Politi, è positiva la dichiarazione finale su sviluppo e Africa
“Sono state accolte molte delle indicazioni scaturite dal G14 degli agricoltori e dal G8 dei ministri dell’Agricoltura”, ammette il presidente della Cia Politi. Deve essere pertanto centrale il ruolo dei produttori agricoli per una reale crescita e per contrastare lo spettro della fame. Importanti gli investimenti produttivi e le nuove tecnologie. Tutela dell’ambiente e salvaguardia della risorsa acqua. No al protezionismo nel commercio.
“Condividiamo – sostiene il presidente della Cia – alcuni significativi passaggi della dichiarazione finale del G8, soprattutto quando si afferma che è indispensabile creare le condizioni per intensificare il commercio globale e l'investimento, ponendo la crescita mondiale su un percorso più solido e minimizzando l'impatto della crisi sulle popolazioni vulnerabili. D’accordo anche sul fatto che i progressi nello sradicamento della povertà possono essere raggiunti solo se la crescita economica e il cambiamento climatico sono perseguiti in maniera congiunta”.
“Troviamo importante che -rimarca Politi- per quanto riguarda la sicurezza alimentare, i leader del ‘G8’ si sono impegnati a promuovere gli investimenti nell'agricoltura, attraverso lo sviluppo dell'assistenza, e con particolare attenzione ai piccoli agricoltori, al miglioramento dell'accesso alla conoscenza tecnologica e scientifica''.
Altri due aspetti emersi dal “G8” vanno, per Politi, messi nel dovuto risalto. Riguardano il deciso impegno per il clima, e con esso la tutela dell’ambiente e della risorsa acqua, e l’opportunità di contrastare qualsiasi spinta protezionistica nel commercio mondiale. “Non possiamo, infatti, più ripercorrere -conclude il presidente della Cia- illusorie soluzioni protezionistiche. I dazi sono un’arma spuntata (e pericolosa) per un settore, come l’agroalimentare, che proietta (e vuole difendere) le sue eccellenze sui mercati mondiali, soprattutto nei paesi ricchi, e per un Paese, come l’Italia, che mantiene, rispetto ai partner europei, la propria quota del commercio mondiale, e con metà delle grandi imprese che hanno trasferito all’estero parte dei processi produttivi

Per il presidente di Confagricoltura Federico Vecchioni, è un risultato importante
E’ ormai assodato da tutti gli indicatori economici e sociali – si legge in un dispaccio di Confagricoltura – che il settore agricolo costituisce un perno della strategia di crescita nei prossimi anni. Per questo noi sosteniamo la creazione di un’agricoltura efficace e sostenibile. Siamo perfettamente in linea con le indicazioni che vengono dal G8: i 12 miliardi di dollari che i “Grandi” intendono destinare nei prossimi tre anni al settore primario vanno indirizzati su infrastrutture, logistica, tecnologia e ricerca, migliorando il sostegno allo sviluppo dell’agricoltura, che negli ultimi anni ha invece subito una contrazione nelle disponibilità delle risorse. Anche il recente G8 agricolo voluto dal ministro Zaia ha richiamato a maggiori sforzi verso l’evoluzione degli obiettivi di produzione e questa strada, che oggi può aiutare la sopravvivenza di milioni di persone, è anche quella per garantire loro il diritto alla qualità del cibo…

Per Sergio Marini, presidente Coldiretti, gli aiuti alimentari non bastano
Gli aiuti alimentari sono necessari, ma non bastano e occorre investire nell'agricoltura delle diverse realtà del pianeta, dove servono prima di tutto politiche agricole regionali che sappiano potenziare le produzioni locali con la valorizzazione delle identità territoriali per sfuggire all'omologazione che deprime i prezzi e aumenta la dipendenza dall'estero. E'quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel commentare la dichiarazione finale dei approvata al vertice del G8 su sviluppo e Africa, nella quale i leader sostengono che “E' necessario porre ''l'agricoltura e la sicurezza alimentare al centro dell'agenda internazionale'' e si impegnano ad adottare una serie di misure tra cui stimolare una crescita sostenibile di produzione alimentare nel mondo, promuovere un'architettura agricola e di sicurezza alimentare piu' efficiente e coerente, continuare a sostenere un approccio integrato per raggiungere l'obiettivo di una sicurezza alimentare globale, rispondere alle emergenze e prevenire future crisi”.
“Alle agricolture di tutto il mondo – ha sottolineato Marini – devono essere garantiti credito e investimenti adeguati se si vuole continuare a sfamare una popolazione che aumenta vertiginosamente, si devono applicare regole chiare per evitare che sul cibo si inneschino speculazioni vergognose, occorre garantire trasparenza e informazione ai consumatori, come evidenziato nel documento elaborato al G8 Farmers meeting che si è svolto a Roma su iniziativa della Coldiretti. La speculazione sulla fame – ha denunciato Marini – ha bruciato nel mondo quasi 200 miliardi di dollari solo per il grano con le quotazioni internazionali che sono dimezzate in un anno da 10 dollari per bushel (0,37 dollari al chilo) dello scorso anno a poco piu' di 5 dollari per bushel (0,18 dollari al chilo) mentre i prezzi dei prodotti alimentari derivati come pane e pasta hanno continuato ad aumentare nei paesi ricchi e in quelli poveri.

Per Bruni, Fedagri, l’Occidente deve pensare ad aiuti di lungo periodo
“Il sostegno dei Paesi industrializzati tramite l’invio di beni alimentari appare sempre più insufficiente: è arrivato il momento di finalizzare le risorse economiche verso investimenti di medio e lungo periodo in grado di favorire lo sviluppo dell’agricoltura e la capacità di autostentamento delle comunità locali”. Lo ha dichiarato Paolo Bruni, presidente Fedagri-Confcooperative nel commentare la dichiarazione finale approvata al vertice del G8 su sviluppo e Africa.
Oggi più di un miliardo di persone nel mondo soffrono la fame: in particolare nell’Africa sub-sahariana il problema del denutrimento coinvolge il 30% della popolazione, con punte che sfiorano l’80% in alcuni Paesi. Dal momento che la gran parte delle popolazioni con difficoltà di accesso e consumo dei beni alimentari vive in aree rurali, lo sviluppo dell’agricoltura assume un ruolo centrale se l’obiettivo è quello di estirpare il problema della fame e favorire una migliore alimentazione.
La gran parte delle risorse finanziarie fino ad oggi messe a disposizione dalle principali economie del mondo avevano come fine ultimo il soccorso alle persone malnutrite dei Paesi più poveri tramite l’invio di beni alimentari, una politica che ha avuto il merito di mettere un freno alle emergenze, ma non ha scalfito la sostanza di un problema di larghissima scala.
“Se l’obiettivo è però quello di eliminare o quanto meno ridurre in maniera sostanziale la diffusione del problema alimentare nel mondo, allora – spiega Bruni – appare necessario un cambiamento di rotta e un maggior impegno in investimenti di medio e lungo termine finalizzati ad aumentare la capacità produttiva in loco e la possibilità di auto sostentamento attraverso l’attuazione di politiche che siano incentrate sui produttori stessi favorendone l’aggregazione in cooperative. La spinta agli investimenti potrà accrescere da un lato la disponibilità di mezzi tecnici, dall’altro le competenze necessarie per una maggiore produttività dell’agricoltura e una maggiore disponibilità di cibo per le popolazioni locali.”.
Il G8 in corso di svolgimento può di fatto rappresentare un primo passo in questa direzione, dal momento che, al dichiarato impegno di mettere l’agricoltura e la sicurezza alimentare al centro dell’agenda internazionale, dovrebbe seguire uno stanziamento triennale di 10-15 miliardi di dollari per promuovere l’indipendenza agroalimentare dei paesi più poveri.

di T N
11 Luglio 2009 TN 27 Anno 7

Informazione equidistante ed imparziale, che offre voce a tutte le fonti di informazione

Exit mobile version