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A Civitavecchia, martedì 14 luglio

A Civitavecchia, martedì 14 luglio, i Radicali di Sinistra saranno in strada, a partire dalle ore 18.00, su viale Garibaldi per incontrare i simpatizzanti ed i cittadini.
L'evento avrà per titolo: Per Civitavecchia. Una sinistra nuova!

Civitavecchia è una città molto particolare. A fronte di una popolazione stabile, vede aprire ogni giorno cantieri su cantieri e venir su fior di palazzi. Con questo centinaia di giovani, ogni anno, abbandonano i patri lidi per emigrare, in cerca di lavoro e stimoli, verso la capitale. Eppure si costruisce a spron battuto. Parte di queste case andranno affittate ai militari e ai trasfertisti di passaggio, ben voluti in città nella misura in cui pagano un lauto affitto; eppure restano tante altre case vuote. Appartamenti vuoti da un lato ed emergenza abitativa dall'altra. Questo perché, altra particolarità della nostra città, è quella di essere anche al di fuori delle regole dell'economia. In genere quando l'offerta supera la domanda i prezzi dovrebbero calare; qui non fanno altro che salire. Lo scherzetto proviene dal fatto che a Civitavecchia la miseria è endemica; miseria forse economica, ma sopratutto categoria fondante dello spirito. La si incontra ovunque, nei palazzi con int
erni lussuosi e tv al plasma, con suv parcheggiato dietro l'angolo, ma con i cornicioni a pezzi e l'intonaco che sembra appena uscito da un bombardamento; la si incontra, questa miseria nello spirito, in chi vuole massimizzare sopra ogni umana ed economica aspettativa la propria rendita.
Una città, la nostra, priva di imprese vitali, in cui il massimo introito è dato dall'affittanza, dallo stipendio della pubblica ammistrazione e dal costruir palazzi. Eppure molti obietteranno dicendo, “ma come, il porto, l'enel …”. Già, il famigerato porto dei miracoli che, a parte pochi salari per gli impiegati e modeste briciole per l'imprenditoria locale, non lascia passare nulla in città dell'immensa ricchezza che circola tra le banchine. A livello fattuale e visuale appare chiaro che la repubblica autonoma del porto non ha nulla a che vedere con l'abitato; i varchi, con il personale in divisa, le sbarre che si alzano e si abbassano, l'autonomia amministrativa della cittadella portuale, i suoi stli di vita, stridono con ciò che Civitavecchia è.
L'enel, d'altro canto, con i suoi cantieri, ha prodotto per le ditte locali operanti nel settore solo subappalti, con margini di rientro sottilissimi. Le imprese locali, per sopravvivere, sono dovute ricorrere alle banche; questo ha ridotto ancora di più il margine di guadagno. Più che far girare la ruota dell'economia, il cantiere Enel ha fatto girare la ruota del criceto.
Eppure la città sembra assente di fronte a questa situazione, magari desiderosa di ricevere “compensazioni”, ma assente. Sembra quasi, questa Civitavecchia, un luogo in cui si consuma una santa alleanza tra classe dirigente e sottoproletariato, tra famiglie “nobili” e “lazzari”. Piace a chi sta in alto gestire i rapporti con il grande capitale, energetico e portuale, piace a chi sta in basso vivere delle briciole, dell'assistenza e della carità. L'immagine che ha la classe dirigente, guardando sotto di sé, è quella di un popolo preindustriale bisognoso, cui bisogna dare (in termini economici, ma perché no anche di “panem et circensem”); guardando in alto i lazzari vedono qualcuno cui chiedere l'elemosina. Un equilibrio perfetto che non tiene conto del fatto che in mezzo, stritolata sia culturalmente che economicamente vi è una classe media che, giorno dopo giorno, si estranea sempre di più dalla vita pubblica. La middle class è anche il motore reale dell'economia cittadin
a; migliaia di persone, ogni giorno, prendono il treno per Roma, portando indietro, oltre alla stanchezza, anche i propri stipendi che per motivi di tempo non vengono spesi nella capitale.
Questo ceto ogni giorno viene umiliato dalle tante presentazioni di questo e quello ed iniziative di fronte alle “autorità civili e militari”, ai notabili e ai capipopolo, nonché dai tanti reazionari che vogliono far passare per cultura la cristallizzazione dottrinale della santa alleanza tra nobili e lazzari dandole il nome di “civitavecchiesità”. Ma per noi, Radicali di Sinistra, invece, la classe media è un soggetto politico.
Eppure una nuova Civitavecchia è possibile. Il nostro impegno per il territorio, come Radicali di Sinistra, starà anzitutto nel modificare la politica, facendola passare da amministrazione di un rissoso condominio, a luogo in cui la priorità sia quella di costruire e pianificare un futuro. Questo vuol dire un nuovo piano urbanistico, legato alle effettive, reali necessità del territorio. Questo vuol dire pianificare anche la vivibilità urbana, riassettando i servizi, in primis i trasporti pubblici, la raccolta dei rifiuti ed il decoro urbano. Questo vuol dire, anche, pianificare una eventuale espansione della città a partire dagli spazi verdi e dai luoghi di socializzazione, non dalle palazzine.
Inoltre chiarire, una volta per tutte, che lo svilupppo economico di Civitavecchia non è né Enel né porto, bensì un compito a parte. Occorre lavorare sulla cultura d'impresa, sull'accesso al credito da parte delle imprese locali, sull'esportazione del nostro saper fare nonché attrarre tutte quelle aziende che, per il levitare dei prezzi, non trovano competitivo posizionarsi a Roma. Sul piano culturale, inoltre, demolire il provincialismo di chi tratta e pensa Civitavecchia come un paesotto e ridarle la dignità intellettuale che compete ad una città.
Tutto questo solo per iniziare, ed il suo pre supposto sarà di arrivare ad un totale ricambio della classe dirigente; niente nobili, niente lazzari, ma persone che sanno e che sanno come fare, capaci di pianificare e pensare sul medio e lungo periodo. Niente delfini, niente figli e figliastri, bensì gente nuova, capace di portare, nella gestione della cosa pubblica, entusiasmo e freschezza.

Radicali di Sinistra

Associazione Radicali di Sinistra Lazio

Radicali di Sinistra di Civitavecchia

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