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ENCICLICA: ACLI, “CIVILIZZAZIONE ECONOMIA” E “LAVORO DECENTE” QUESTIONI FONDAMENTALI

Immigrati: una sola famiglia umana, gli stranieri come risorsa

Roma, 7 luglio 2009 – La “civilizzazione dell’economia” e il “lavoro decente”, ma anche l’immigrazione e il rapporto «fondamentale» tra carità e verità, che «pone le fondamenta per un impegno sociale chiamato a cambiare il mondo». Questi gli aspetti principali dell’enciclica di Papa Benedetto XVI sottolineati in un primo commento dal presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero.

«Non si può vivere la carità, sembra spiegarci Benedetto XVI, senza impegnarsi per il cambiamento della società. E’ l’amore per la verità che porta chi opera la carità a impegnarsi “politicamente” per lo sviluppo umano».

«L’enciclica – continua il presidente delle Acli – pone elementi innovativi riguardo alla visione dell’economia». L’invito alla “civilizzazione dell’economia” «porta a superare la logica mercato-Stato, creando nuove forme di democrazia, partecipazione, redistribuzione e socialità nell’attività economica». Un principio che «non solo scardina la tradizionale visione dell’economia capitalistica, ma allarga anche le responsabilità della società civile».

Quindi l’appello ad un “lavoro decente” per tutti, che riprende «un’idea carissima alle Acli» – afferma Olivero. «Il paradigma di un lavoro che sia dignitosamente retribuito e ragionevolmente stabile, che si svolga in condizioni ambientali accettabili, che accresca le capacità di una persona anziché impoverirle. Un lavoro, insomma, che rispetti la vita e non la consumi»

Infine, l’attenzione ai diritti “fondamentali e inalienabili” dei migranti, che vanno rispettati “da tutti e in ogni situazione”. «Il Papa – conclude Olivero – ribadisce qui alcuni principi fondamentali per affrontare il tema dell’immigrazione: i lavoratori stranieri non sono una minaccia ma una risorsa per l’economia, senza per questo poter essere ridotti a “mera forza lavoro”. L’immigrazione è un fenomeno epocale da gestire con lungimiranza e nella consapevolezza che esiste una sola famiglia umana»

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