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Eccovi il Pacchetto Sicurezza: perchè parlarne male?

L’Aula del Senato ha definitivamente approvato il ddl sulla sicurezza, da oggi legge dello Stato: si dà il via alla tranquilla e ordinata Estate Italiana, ordinatamente Mediterranea.
Sia chiaro, a prescindere dal voto, la mano a far passare questa legge, l’hanno data tutte tutti, anche la cosiddetta opposizione di sinistra e ci hanno lutamente mangiato sulle disgrazie altrui, Chiesa compresa, da secoli: inutile presagire dolore, il dolore c’è e profondo,magari poco cristiano.

Da tempo immemorabile, facciamo passare quello che farebbe schifo anche alle bestie, senza ribellione alcuna come se succedesse tutto altrove, da dove siamo.
Ho trascorso l’intera giornata con un amico di 25 anni, Nur, afghano. Lo conosco grazie a mia figlia e a certe sue frequentazioni, dal 2004, quando era arrivato in Italia, oggi è un rifugiato politico e chiederà la cittadinanza tra un anno, a questo accogliente Paese.
Ha ripercorso oggi la sua storia, tra l’Afghanistan, l’Iran, la Turchia, la Grecia e poi quì: lo voleva fare. E’ solo da quando aveva 10 anni, ha attraversato montagne e deserti, mari e fiumi, carceri e torture, lavori di tutti i tipi e oggi non ce l’ha. Ricorda solo la mano di suo padre, morto ammazzato, ci appoggiò, su quel catafalco di fango, il viso: aveva 4 anni. Fu poi lo sterminio di tutta la famiglia, rivendicazioni tribali,talebane, disumane…la madre non la ricorda, venne data in sposa di nuovo, non poteva vivere sola ma rammenta il suo burka.
Potrei raccontarvi anche la storia di Fatma, una curda, vi basti sapere che perse il suo primo figlio a quasi 9 mesi per la fatica di far mangiare 12 persone, e lavare e stirare, su e giù per tre piani tenendo stretti la sera in un pugno del pane e nell’altro delle olive, quante ne entrano a mano serrata.
E ancora Marcelline, dalla Guinea che finalmente l’ha avuto il coraggio di dirmi la paura della maledizione per chi non invia denaro al proprio Paese, anche se c’è arrivata quì con un diploma e un permesso attestato e infiocchettato dalle suore francesi del suo paese. Anche lei disoccupata, l’albergo romano ha meno turisti quest’anno e a nulla sono valse le “visite” alla Regione Lazio, le promesse, le attese, i chilometri a piedi dalle stazioni alle case dove sollevare dagli affanni le nostre famiglie.
Campeggiava ieri sullo schermo dell’Aula di Ortopedia alla Sapienza, il 1 luglio 2009, la scritta Tutto succede Altrove, forse un rigo di una poesia, mi è rimasto impresso. E’ stato un pomeriggio di alluvione romano con studenti professori e autori, pubblico quasi inesistente per Mediterranea, Festival Intercontinentale della Letteratura e delle Arti che presentava Cittadina Poesia, laboratorio di interpretazione del testo, poesia civile in quello che oggi viene chiamato reading e Altrove, perchè gli ovini stiano al loro posto, mica siamo caprette saltellanti.

E allora sappiamo tutto di tutti, attraverso la maledizione della comunicazione in diretta, che ci trafigge il cuore e stimola i sensi senza fare un passo. Quattro ore per tornare da Roma a Capranica,50 chilometri, i treni si fermano se piove a Roma…già è tanto che non prendano fuoco. Non prende più fuoco nenanche la nostra indignazione sul disservizio totale di ciò che è primario, la casa, la scuola,la sanità, il lavoro…Ci intrattengono i decoder.
Continua e continua il mio racconto se volete, da tante parti del mondo, non c’è da volare, da fotografare, da riportare…si può trovare tutto quello che manca all’informazione, dove siamo, senza spostarci neanche di pochi metri. Stanno sopra e sotto le nostre abitazioni, fuori e dentro a farci paura, a seminare terrorismo e disgrazie, rapine e violenze. Ditemi infine a che servirebbero queste “testimonianze”: a non far ri-sollevare il morale, a portare storie forti o lacrimevoli? Beh allora vi dico, che non piangono loro, sono come noi, lo fanno a tratti e anche se conoscono il “dolore” come tante e tanti nel mondo, ridono anche e a volte sguaiatamente, fanno sesso, mangiano e dormono, quando possono. Avranno sempre meno ragioni per farlo domani, loro, ma credetemi anche noi, che non solo non ci riconosciamo nell’altro ma neanche vogliamo più conoscere noi stessi, tanto siamo altrove, fuori dall’ essere umani, malgrado l’amore per l’etnico…

“Perchè parlarne male perchè parlarne?”
Doriana Goracci

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