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Nel calendario Maya era previsto il golpe in Honduras ?

Golpe , Colpo di stato, in Honduras, chiamatelo come vi pare, la notizia è drammatica, tanto quanto la testimonianza raccolta da Gennaro Carotenuto che vi scrivo, perchè il sito è al momento supervisitato e quasi impossibile aprirlo. Quanto al titolo, volutamente attraente spero ma non peregrino, dal momento che il bombardamento catastrofista sulla fine del mondo per il 21 dicembre 2012 dilaga, come i kit della sopravvivenza e la conoscenza di questo paese con la versione Isola dei Famosi 2006, senza che i più, me compresa, sappiano un bel niente di geopolitica e geografia, tanto meno di storia:” Lo Stato dell’Honduras è stato la patria dell’antico popolo Maya che però fin dal X secolo aveva quasi del tutto abbandonato la regione per trasferirsi più a nord, negli attuali Guatemala e Messico”.
“Un gruppo di militari ha arrestato a Tegucigalpa, il presidente del paese centroamericano, Manuel Zelaya. La notizia, resa nota da emittenti radiofoniche del Paese, è stata confermata domenica pomeriggio dal diretto interessato. «Sono stato rapito e sono vittima di un complotto» ha detto Zelaya dai microfoni della catena televisiva latinoamericana Telesur. Ora il presidente si trova in Costa Rica, dove è stato condotto con la forza dai militari”.
Questo scrive la Stampa poche ore fà: “L’Honduras è il secondo paese dell’America centrale per estensione (dopo il Nicaragua) e uno dei più poveri. Ha 7,2 milioni di abitanti, la metà sotto i 30 anni. Si affaccia sull’Atlantico e confina con Guatemala, El Salvador e Nicaragua. La sua economia è basata su agricoltura, esportazione di caffè e banane, estrazione dell’oro e rimesse degli emigrati negli Stati Uniti. Fino alla metà degli anni Ottanta è stato governato da militari appoggiati dagli Usa. Quindi è tornato una repubblica presidenziale con due partiti principali, il liberale (di sinistra) e il nazionale (di destra), che si sono avvicendati al potere. Il presidente Zelaya, eletto nel 2005, ha avvicinato l’Honduras al Venezuela del presidente Chavez. Il paese è piagato da povertà endemica, disoccupazione, malattie infantili, corruzione e criminalità legata al narcotraffico. Le bande di narcos, chiamate «maras», hanno decine di migliaia di affiliati. La polizia è spesso accusata di corruzione e violazione di diritti umani. Nel 1998 l’uragano Mitch devastò il paese, uccidendo 5.000 persone e distruggendo il 70% dei raccolti. Migliaia di honduregni emigrano ogni anno verso gli Stati Uniti”.
Il seguito sta a noi cercarlo, come ogni informazione che ci riguarda, lontana e vicina e dare apoyo=solidarietà e diffusione.
Per chi conosce lo spagnolo, viene segnalata questa “radio comunitaria che trasmette non più dalla sua sede, ma da una stazione mobile http://www.radioglobohonduras.com/” e in un commento su Giornalismo Partecipativo, Antonio Castellarin si chiede: “Di chi sono tutte le radio? Quando c’ è un golpe le radio sono libere?”
Cantava John Lennon Power to the People, era marzo del 1971…
Dite che volete una rivoluzione
Abbiamo il diritto di ottenere una via migliore
Ebbene si ottiene in piedi
E sulla strada
Doriana Goracci

Testimonianza dall’Honduras: non credete ai media officiali, la gente vota e resiste!


Dopo ore di tentativi finalmente Giornalismo partecipativo riesce a comunicare con P. T. cooperante di un paese europeo residente da anni in Honduras. “E’ che il primo segnale che stava succedendo qualcosa è che i militari hanno staccato la luce in tutta la città. Solo da poco ci siamo procurati un generatore, ma abbiamo pochissima benzina perché è razionata, non si vende, e quindi posso restare collegata pochissimo tempo”.
di Gennaro Carotenuto
Quando avete saputo del golpe? “in mattinata prestissimo si è saputa la notizia che hanno preso il presidente con la forza. La capitale ha iniziato a reagire, mentre dalle altri parti del paese si è animata la gente a continuare a votare per il referendum. Anzi le ultime notizie sono che anche nella capitale dove può sta votando in massa”.
Si sta votando che tu sappia? “Qui dove mi trovo sono arrivati i militari e hanno sequestrato le urne per impedire il voto. Nella capitale è successo in molti posti ma ho molte testimonianze che in tutto il resto del paese e anche in alcune zone della capitale la gente sta correndo a votare come forma di dire NO al golpe”.
I media funzionano? “Hanno spento tutto. Appena hanno sequestrato il presidente Zelaya hanno chiuso il Canal 8, l’unico favorevole al governo e poi anche tutti gli altri. Adesso credo funzioni solo una radio della destra golpista HRN”.
Che tipo di reazione c’è da parte dei movimenti? “ti dico solo che i popoli indigeni hanno iniziato una marcia a piedi verso la capitale. Inoltre molte persone sono andate al palazzo presidenziale. Ma non ho informazioni verificate”. Riuscite a comunicare? “la mancanza di corrente fa che i cellulari sono quasi tutti scarichi. Qui dove sono li possiamo ricaricare ma le centinaia di persone nascoste non hanno maniera di farlo”.
Ci sono le notizie di violenza? “Gira voce di almeno un morto, ma non posso confermartela. Le uniche violenze sicure che ho io sono quelle contro i medici cubani. Alcuni sono stati aggrediti, gli altri li stiamo nascondendo. Inoltre qui da noi quando hanno sequestrato le urne del referendum hanno detenuto tre persone ma sono stati costretti a rilasciarli quasi subito. Inoltre ho notizie di liste nere di dirigenti popolari che vengono ricercati, soprattutto quelli che hanno lavorato al referendum. Non ho notizie di persone precise arrestate. Ma centinaia se non migliaia di persone si sono dovute nascondere”.
Sei uscita? Com’è la città? Che idea ti sei fatta sui rapporti di forza? “Ho girato per il quartiere ma come straniera non mi sono avvicinata al punto dove si votava. I militari sono estremamente aggressivi, puntano le armi in faccia alla gente. La gente sta chiamando alla calma e cerca di parlare loro e si stanno facendo azioni pacifiche in tutto il paese. Il messaggio è calma, pace e non opporre altre forme di resistenza”.
Che messaggio puoi lasciarmi in conclusione? “Faccio un appello internazionale a non lasciare solo l’Honduras e a fare informazione su quello che sta succedendo in Honduras. Non credete ai media ufficiali”.




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