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In bici da Sassari a Porto Torres, Stintino, Alghero, Li Punti, pedalando in mezzo al verde e davanti al mare

di Cristian Ribichesu

Per sgranchire un po’ le gambe, da Sassari si possono percorrere, in bici, due strade, la strada vicinale Maccia Guletta e la strada vicinale Ponte Pizzinnu, che da Li Punti portano, quasi parallelamente alla SS.131, fino a Porto Torres.

Precisamente, superato l’incrocio per Baldinca, in direzione Bancali, e non Porto Torres, si trova, prima, la strada Maccia Guletta, che compie un giro, costeggiando a ovest la camionale per Porto Torres, l’incrocio per la Crucca e la località Pian di Sorres, poi la strada Ponte Pizzinnu, che inizia dall’incrocio con la strada provinciale Bancali-Abba currente e termina, dopo alcuni chilometri di campagna, al primo incrocio semaforico, che dalla 131 porta dentro Porto Torres. Generalmente, poi, si può proseguire per Platamona e ritornare verso Sassari.

Ora, facendo una pedalata, nei paraggi si può notare che qualche buontempone ha buttato dei copertoni in punti diversi della strada Maccia Guletta. Inizialmente non si fa caso a questi rifiuti, l’erba è alta, ma poi, visto che i copertoni sono tanti, disposti sul ciglio della strada, divisi in gruppetti di decine quelli delle auto, e piccoli gruppi quelli dei camion, quasi per un totale di un’ottantina di pezzi, viene da pensare al solito mattacchione.

Allora, sapendo che dovranno passare degli operai per tagliare l’erba che è cresciuta lateralmente al manto stradale, anche perché queste due strade sono abbastanza strette e l’erba alta in alcuni casi è di ostacolo alla vista, potrebbe essere un pensiero malizioso, ma si può immaginare che l’abbandono di questi copertoni sia stato studiato, pianificato. Una genialata criminale, dato che con il taglio delle erbe si compie, anche, una pulizia delle fasce laterali, portando via tutto quello che vi viene gettato.

Con l’intuito di un personaggio di Conan Doyle, che ne so, un intuito alla Sherlock Holmes, si potrebbe ipotizzare il gesto di uno che in quelle strade ci passa, magari uno che ha a che fare con i copertoni, mah! Peccato, peccato per l’ambiente e peccato per lo spreco di risorse, considerando che esistono numerose stazioni ecologiche , predisposte dal Comune, dove si possono portare i rifiuti solidi ingombranti, senza dover pagare alcunché, e anche senza correre il rischio di prendere una sonora multa.

Va bene, o anzi male, ma proseguendo per la strada Maccia Guletta, comunque, sarà per la faccia rassicurante di chi usa una bici, o più probabilmente perché a volte si pedala lentamente (sintomo di una vecchiaia incombente!), che, spesso, e soprattutto fra maggio e ottobre, può capitare di essere bloccati da diversi automobilisti che chiedono come possano raggiungere l’aeroporto di Alghero, … e poi Alghero, Bancali, Sassari, La Crucca, Li Punti, Città Mercato, la nuova zona di imbarco di Porto Torres, e Stintino; a dire il vero pochi, o nessuno, chiedono dove sia Pian di Sorres, Pian di Sorres no, mai. Ovviamente ci si blocca e, ricordando le prime lezioni di lingua straniera delle scuole medie, quelle in cui si chiede di descrivere il percorso che viene compiuto per spostarsi da casa fino alla scuola, o all’ufficio, ecc., come negli esercizi linguistici, si cerca al meglio di fornire tutte le indicazioni, in italiano.

Poi, quando gli smarriti viaggiatori si allontanano, nella speranza che ricordino le indicazioni date, la pedalata riprende accompagnata dalla soddisfazione tipica di un cicerone nostrano, un po’ gongolante per l’alto servizio prestato. Così nello stesso giorno della scoperta ecologica dei copertoni si possono dare indicazioni ai turisti, si risponde, ma non si può fare a meno di pensare che certe strade della Sardegna sono poco segnalate. Perché? … Ma non fa niente, tanto c’è sempre in giro qualche ciclista per fornire le indicazioni, e se non c’è tanto meglio, così nessuno si accorge di niente. Altro peccato, ma che sarà?

La pedalata per queste strade è piacevole, pochi dislivelli e un lieve pendio verso Porto Torres. Poi il percorso è affascinante, in lontananza si può vedere la vecchia cava, sulla sinistra, in linea con l’incrocio della strada dei due mari, Alghero e Stintino, la zona industriale e la petrolchimica, storia recente, e forse passata, di una parte dell’economia, della società e anche dell’informazione sarda, e nei pascoli laterali, soprattutto vicino a Porto Torres, greggi di pecore, qualche cavallo (che siano anglo-arabo-sardi?), e da poco anche gli struzzi.

In realtà, in queste strade che dal quartiere di Li Punti portano fino alla ex colonia romana, Turris Libissonis, non transitano molte auto, ma sotto lo sforzo delle pedalate il cervello gioca brutti scherzi e può essere assalito da un pensiero folle, quello della realizzazione di una strada con maggiore sicurezza e da destinare, in parte, a percorso ciclabile. Intanto, lo spazio presente ai lati, in molti casi potrebbe già essere sufficiente, il traffico è limitato, ci abitano poche persone, e basterebbe imporre dei limiti di velocità (queste strade vicinali hanno già dei limiti di velocità), delle misure di sicurezza, dei dissuasori di velocità (dossi artificiali), ecc… .

Ma un’idea così malsana si rimuove subito, perché, per realizzare un allargamento protetto del percorso stradale, bisognerebbe utilizzare delle risorse economiche e chiedere l’arretramento di alcuni muri di cinta. Troppo. Del resto non siamo in Danimarca, dove le piste ciclabili sono all’ordine del giorno. In effetti, però, sarebbe bello, Sassari non ha dei percorsi ciclabili lunghi, e in questo modo si potrebbe creare una pista che porterebbe fino a Porto Torres, e proseguendo in direzione del mare dal primo incrocio sulla 131, i ciclisti, appassionati, saltuari e/o solo famiglie in bicicletta, potrebbero andare, sempre in sicurezza, fino alla pista ciclabile che il Comune di Porto Torres ha realizzato, collegando le due chiese di Balai, la piccola, lontana, e la grande, vicina.

Da lì, inoltre, si potrebbe scendere fino a Platamona, e senza bisogno di transitare sulla strada litoranea, ma attraversando la splendida pineta di Abba currente, davanti all’omonima torre spagnola che si leva sulla costa del golfo dell’Asinara. Come scritto l’idea sembra irrealizzabile, forse troppo ambiziosa, ma già la diffusione del pensiero di una lunga pista ciclabile da Sassari verso il mare potrebbe fornire degli spunti per ulteriori riflessioni, ulteriori rispetto alla pista ciclabile che dovrebbe sorgere sulla nuova strada Buddi Buddi, e va bene.

Poi, superato questo folle pensiero, visto che a volte la realizzazione di opere, nell’isola, equivale all’estrazione del sangue da una rapa (sarà comprensivo lo spirito di Shakespeare, ma c’è del marcio in Sardegna, non in Danimarca), proseguendo il percorso, si può arrivare alla pineta di Abba currente, che nella sua parte alta rappresenta un anfiteatro naturale, e osservare il Golfo dell’Asinara, l’Asinara, Porto Torres, la spiaggia di Platamona e della marina di Sorso, Sorso e Sennori, arroccati nel colle, lo stagno e parte della costa che si allunga fino a Castelsardo.

Proprio dal tratto di strada che collega la chiesetta di Balai, dove inizia la pista ciclabile del comune di Porto Torres, con la pineta di Abba currente, il golfo dell’Asinara da l’idea dell’ampiezza, con il cielo limpido si scorge la Corsica e in alcune giornate i riflessi del mare e il paesaggio non fanno rimpiangere la più nota Costa Smeralda. Proseguendo si va verso Sassari. Si affianca lo stagno di Platamona, che, per un incendio che ha bruciato una parte del canneto, risulta in parte visibile percorrendo la strada in direzione di Ottava, sulla 131, rivelando un’incredibile zona d’acqua, prezioso ecosistema ricco di nicchie ecologiche, circoscritta da una rigogliosa fascia verde, che si estende per più di due chilometri e mezzo di lunghezza. Successivamente, salendo sulla strada vicinale Monte Rasu, si gira in via De Martini, allungandosi per Villa Gorizia, si attraversa una parte del famoso agro edificato di Sassari, oggetto di numerose liti nei vari consigli comunali di Sassari di diverse legislature, si supera San Giorgio e si arriva a Li Punti.

Dopo un percorso simile non si può essere che felici, e non solo per le endorfine liberate per l’attività fisica prolungata, ma anche perché non in tutte le città si ha la possibilità di spostarsi in mezzo al verde e davanti al mare, velocemente e con il solo uso di una bicicletta. Però …, però probabilmente bisogna lavorare ancora molto per il rispetto dell’ambiente, spesso trattato alla stregua di una grande discarica, e forse sarebbe utile la realizzazione di opere, a basso impatto ambientale, come piste ciclabili, e di più informazione e più servizi di collegamento che permettano a più persone, anche famiglie, di conoscere le ricchezze naturali vicine alla città, come la stessa pineta di Abba currente, che fa da tramite tra la spiaggia di Platamona e la spiaggia di Balai.

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