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Le più lunghe elezioni del mondo e i due principali contendenti

In India si sono svolte recentemente le elezioni politiche che hanno sancito la vittoria di Rahul Gandhi,rampollo della dinastia repubblicana più longeva del mondo,che,da quattro generazioni, domina il Paese.
Sono le elezioni più lunghe del mondo:le operazioni di voto durano circa un mese e i numeri lo confermano:714 milioni di elettori,828.000 seggi e 300 partiti in lizza.
Uno spettacolo grandioso,quello del suffragio universale,sperimentato in un subcontinente con un miliardo e cento milioni di abitanti,dozzine di etnie,trenta lingue e sei religioni.
Una superpotenza economica con immense sacche di miseria,dove imperversa il terrorismo di matrice islamica,ma al contempo con una democrazia vitale.
Gandhi ha battuto la sua principale avversaria Mayawati,leader della casta più umile del Paese:i dalit(intoccabili),definita l’ “Obama indiana” una outsider che ha dovuto superare ostacoli enormi.
Nell’India contadina ai dalit è riservata la pulizia delle latrine,l’ingresso nei templi è vietato e se un ragazzo appartenente a questa casta osa corteggiare una ragazza di ceto superiore può addirittura morire linciato.
La Mayawati,grazie alla politica,ha accumulato un patrimonio:12 milioni di dollari e 72 immobili più una collezione di diamanti;eppure la sua popolarità tra i dalit ha resistito.La casta ha proiettano su di lei i propri sogni di riscatto sociale.
Al giovane Gandhi la classe dirigente ha affidato la speranza,rivelatasi poi ben riposta all’esito del voto,di riconferma della maggioranza di governo uscente.
Lo slogan elettorale di Gandhi,”largo ai giovani”,non è sicuramente originale,ma risponde ad un bisogno reale.L’India è infatti il continente più giovane del mondo,il 70% della sua popolazione ha meno di 40 anni,nonostante il primo ministro uscente abbia 76 anni.
Di programmi si è discusso poco o niente nelle recenti elezioni. Protezionismo,dirigismo e statalismo hanno goduto un revival legato alla crisi del modello americano.
Per garantire la regolarità del voto sono stati impegnati circa 2 milioni di agenti di sicurezza. L’India è una repubblica parlamentare federale basata su un sistema bicamerale ispirato a quello britannico.
Le elezioni politiche si sono concluse con la netta vittoria del Partito del Congresso. Il partito di centrosinistra con il premier Singh,che si candida ad un secondo mandato,ha vinto nettamente con un programma che cerca di equilibrare le riforme per la liberalizzazione del mercato,con la tutela delle fasce più deboli.
La crescita tumultuosa,che negli ultimi dieci anni ha portato quasi al raddoppio l’economia indiana,si è smorzata e con essa il divario sociale emerge ancora più netto.
La classe politica è ancorata a logiche clientelari e di clan ed è ampiamente inefficiente.La corruzione dilaga.
Perché tutti gli elettori possano assolvere al proprio diritto è stato messo in atto un meccanismo a tappe,una vera e propria maratona elettorale iniziata il 16 aprile scorso e conclusa il 16 maggio.
Sei milioni sono stati gli addetti impegnati nelle operazioni di voto e di scrutinio delle schede. L’elettorato giovanile,200 milioni di elettori con meno di 25 anni di età,costituisce la novità di queste elezioni:la metà di questi va infatti alle urne per la prima volta.
Sino a poco tempo fa lontani dal processo elettorale i giovani hanno messo in moto una campagna di partecipazione al voto senza precedenti.
I problemi che affligono il Paese sono molti:la mancanza d’acqua,le frequenti interruzioni dell’elettricità,la sicurezza delle donne in casa e fuori casa. Si spera che il nuovo governo che uscirà dalle urne sia in grado di risolverli.

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