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FEDI (PD): La rete consolare è una parte fondamentale della presenza dello Stato italiano all’estero

“La rete consolare è una parte fondamentale della presenza dello Stato italiano all’estero. Parlarne in termini di ‘razionalizzazione’, in assenza di un piano complessivo di riorganizzazione di questa presenza, offende il senso dello Stato dei cittadini italiani che vivono e si muovono nel mondo” – è questa la prima riflessione dell’On. Marco Fedi dopo l’annunciata chiusura di tante sedi consolari nel mondo.
“Ricevo ogni giorno segnalazioni su ritardi e inefficienze nel rapporto tra la pubblica amministrazione dello Stato italiano e i cittadini italiani che si trovano all’estero, nonostante l’impegno e la professionalità del nostro personale diplomatico e di ruolo e del personale a contratto nell’affrontare la gran mole di lavoro. A queste segnalazioni critiche ho sempre contrapposto l’impegno dello Stato italiano a rispondere ai bisogni dei cittadini, indipendentemente da dove essi vivono e lavorano.
L’efficienza è oggi legata sempre di più all’utilizzo delle nuove tecnologie e agli investimenti in informatizzazione, formazione e comunicazione. La realtà è che Governo e maggioranza non sono in grado di presentare un autentico piano di riorganizzazione della rete consolare e non hanno un serio programma di investimenti proprio in questi settori. Abbiamo degli annunci ma non conosciamo tempistica, qualità e quantità degli investimenti. Il Governo e la maggioranza prefigurano di fatto lo smantellamento della presenza dello Stato italiano all’estero”.
“Ci troviamo ad affrontare decisioni prese con la logica del “tagliare dove è più facile” come peraltro abbiamo già avuto modo di denunciare. Risponderemo con la mobilitazione delle nostre comunità e con proposte serie. Credo sia necessario che le comunità italiane nel mondo si rivolgano al Governo, al Parlamento ma anche al Capo dello Stato per segnalare la necessità di superare definitivamente l’attuale fase di instabilità e di garantire i servizi a tutti i nostri cittadini siano essi imprenditori, ricercatori, italiani temporaneamente all’estero – in missione o per lavoro o per turismo o per altre ragioni – o cittadini italiani permanentemente residenti all’estero”.

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