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Nucleare. Il passato non passa mai. I pellet radioattivi

“Centinaia di chilogrammi di funghi gallinacci, fortemente contaminati al Cesio 137, sono stati individuati nei supermercati del sudovest e del sudest della Francia (1)”. Iniziava cosi' un nostro comunicato stampa del 1998 (!!!), a 12 anni dall'incidente della centrale nucleare di Chernobyl (Ucraina), avvenuto nel 1986, con emissione di una notevole quantita' di Cesio 137. In Italia la notizia passo' inosservata. Ricordiamo che il cesio 137 ha un tempo dimezzamento di 30 anni (dimezza cioe' la propria radioattivita' nel corso di 30 anni), ed e' particolarmente pericoloso perche' viene fissato, data la somiglianza con il potassio e il sodio, dagli organismi animali e vegetali. Oggi si scopre che della segatura compressa (pellet), proveniente dalla Lituania, zona interessata alla contaminazione radioattiva dall'esplosione della centrale nucleare di Chernobyl, contiene ancora il Cesio 137. Un monito per il nostro Governo che ha varato un programma di costruzione di 4 centrali nucleari al modico prezzo di 5 miliardi l'una, che in Italia, moltiplicatore delle spese pubbliche, arrivera' a 7 miliardi. Sulla qualita' delle centrali nostrane abbiamo dei seri dubbi visto che abbiamo costruito 500 ospedali in zona sismica e non si trovano i soldi per renderli sicuri benche' la legge antisismica risale al lontano 1974 e che non riusciamo a smaltire correttamente la monnezza che produciamo. Considerato che le centrali nucleari italiane entreranno in funzione tra 15 anni, se va bene, sarebbe opportuno accantonare questi sogni di gloria e puntare sulle energie rinnovabili e sulla razionalizzazione dell'energia prodotta e consumata.

(1)

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

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