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SUI CONCORSI PUBBLICI TRUCCATI

Come si ottiene l’abilitazione di avvocato?

Con i soldi per andare i Spagna o ricorre al Tar;

Con il nome e le conoscenze per essere aiutati;

Con molta fortuna.

La competenza ? Un optional. Lo stato della giustizia in Italia ne è prova.

La via spagnola è una via semplice ed efficace per essere avvocato senza sostenere alcun esame di abilitazione. Basta sostenere gli oneri di trasferta e permanenza. Si diventa abogado in Spagna e quindi, avvocato in Italia. Per diventare avvocato in Spagna senza esame di abilitazione è stato possibile fino al 2011: a partire da questa data, anche in Spagna vi è l’esame di abilitazione.

Superare l’esame di abilitazione: truccato, truccabile, comunque palesemente irregolare. Come ogni anno, ai primi di dicembre, migliaia di aspiranti avvocati si presentano all'esame scritto, che si tiene presso tutte le Corti d'Appello d'Italia. Le Commissioni d'esame sono composte da Magistrati, Professori Universitari e Avvocati. Con la riforma del 2003 sono stati esclusi dalle commissioni d’esame i Consiglieri dell'Ordine degli Avvocati, competenti per territorio, minando, di fatto, il loro prestigio. Le commissioni locali faranno gli orali e vigileranno sullo scritto, mentre gli elaborati saranno corretti da altre commissioni estratti a sorte. E' un duro colpo alla credibilità dei commissari locali. Comunque tutto ciò non basta a dissipare i dubbi sulla regolarità dei concorsi pubblici. L’Associazione Contro Tutte Le Mafie sul suo portale www.controtuttelemafie.it , link giustizia e istruzione, riporta le inchieste svolte e le interviste rese. Pareri legali dettati ai candidati dagli stessi commissari o dai genitori sui palmari. Pareri resi su tracce già conosciute perché pubblicate su internet o perché le buste sono aperte ore dopo rispetto ad altre sedi, dando il tempo ai candidati di farsi passare il parere sui cellulari. Pareri di 5 o 6 pagine non letti e corretti, ma falsamente dichiarati tali in soli 3 minuti, nonostante vi fosse l’onere dell’apertura di 2 buste, della lettura, della correzione, del giudizio, della motivazione e della verbalizzazione. Il tutto fatto da commissioni illegittime, perché mancanti dei componenti necessari, o reso con giudizi nulli, perché mancanti di glosse, correzioni e motivazioni. I TAR sono inondati da contestazioni di valutazione, soprattutto quando l’interessato/a ha allegato al suo ricorso copie di elaborati di altri candidati (ictu oculi) di eguale valore e dichiarati idonei rispetto ai propri elaborati, o quando il giudice amministrativo prende atto che le valutazioni delle commissioni esaminatrici sono irragionevoli e/o infarcite di errori di fatto in quanto fondate su presupposti palesemente erronei. Il tutto giudicato da commissioni che limitano l’accesso e da commissari abilitati alla professione con lo stesso sistema truccato. Non è da trascurare il velato impedimento al ricorso al Tar rispetto alla successiva sessione annuale, nel ritardare la correzione, resa in estate, o la consegna delle copie dei compiti, consegnati molti giorni dopo la richiesta.

Superare l’esame, pur essendo stati dichiarati non idonei. Basta avere un padre avvocato o tanto denaro da sostenere il ricorso al Tar e foraggiare gli avvocati, che, anziché cambiare le cose, sfruttano la situazione. La legge 17 agosto 2005 n. 168 di conversione (con modificazioni) del decreto legge 30 giugno 2005 n. 115 (meglio noto come “decreto legge omnibus”), contiene un norma destinata a sconvolgere gli esami di Stato di tutte le professioni intellettuali (in particolare di quelle di avvocato, notaio, commercialista ed architetto, le più bersagliate di ricorsi ai Tar e al Consiglio di Stato). La legge interviene in sostanza sulle modalità di svolgimento degli esami, stabilendo che “conseguono a ogni effetto l’abilitazione professionale i candidati in possesso dei titoli per partecipare al concorso, che abbiano superato le prove d’esame scritte e orali previste dal bando, anche se l’ammissione alle medesime o la ripetizione della valutazione da parte della commissione sia stata operata a seguito di provvedimenti giurisdizionali o di autotutela”. Va in soffitta la sentenza 11750/2004 delle sezioni unite civili della Cassazione secondo la quale “il candidato agli esami di avvocato che abbia ottenuto in via d'urgenza dal Tar l'autorizzazione a sostenere le prove orali e che le abbia superate, non può iscriversi con riserva all'albo degli avvocati”. Insomma: il candidato che supera le prove orali, anche se l’ammissione è stata decisa da ordinanze dei Tar, “consegue a ogni effetto” l’abilitazione professionale. La nuova norma imporrà al ministro della Giustizia di dare istruzioni all’Avvocatura dello Stato di rinuncia all’azione davanti alla Giustizia amministrativa nei casi in cui i candidati abbiano ottenuto l’iscrizione con riserva nell’Albo, dopo aver superato le prove orali dell’esame di Stato anche a seguito di provvedimenti cautelari dei Tar e del Consiglio di Stato. Il terzo comma dell’articolo 4 della legge n. 168/2005 non ammette interpretazioni diverse. L’iscrizione temporanea in sostanza diventa definitiva, anche perché di fatto la nuova legge suggerisce che la prova orale (positiva) abbia assorbito quella scritta (superata e fulminata dalle ordinanze dei Tar e del Consiglio di Stato).

Da quanto emerge dal sistema concorsuale forense, vi è una certa similitudine con il sistema concorsuale notarile e quello giudiziario e quello accademico.

Certo è che se nulla hanno smosso le denunce del Ministro dell’Istruzione, Maria Grazia Gelmini, che nel 2001 è stata costretta a trasferirsi da Brescia a Reggio Calabria per poter superare l’esame, e del Sottosegretario al Ministero degli Interni, Alfredo Mantovano, che nel 2008 ha anche presentato un'interrogazione parlamentare, così come hanno fatto altri suoi colleghi parlamentari, le centinaia di denunce presentate in tutta Italia dal Presidente Dr Antonio Giangrande contro i concorsi truccati, sono destinate a regolare insabbiamento, con la conseguenza di inimicarsi tutto il sistema, con le conseguenze ritorsive che ne conseguono.

Da più parti si presentano pseude riforme di accesso alla professione. Limitazione degli accessi o della ripresentazione agli esami. I proponenti spiegano: troppi avvocati. Nel “libero mercato” vogliono rimanere da soli, loro e i loro figli !!

Grazie dell’attenzione.

Presidente Dr Antonio Giangrande – ASSOCIAZIONE CONTRO TUTTE LE MAFIE

099.9708396 – 328.9163996

www.controtuttelemafie.it

www.malagiustizia.eu

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