Il pacchetto ricostruzione per l’Abruzzo

Successivamente al terremoto che ha distrutto l’Abruzzo provocando 298 morti,il governo ha varato il pacchetto ricostruzione,un insieme di norme,per la precisione 19 articoli,che spaziano dagli interventi immediati per il superamento dell’emergenza conseguente al sisma alle misure urgenti per la ricostruzione,dagli interventi per lo sviluppo socio economico per le zone terremotate alle misure per la prevenzione del rischio sismico:un provvedimento legislativo omnibus.
Impegni solenni,progetti altisonanti. Esaminiamone il testo a partire dalle cifre in esso contenute.
Il governo aveva annunciato uno stanziamento di 8 miliardi di euro per la ricostruzione della regione:1,5 per le spese correnti e 6,5 in conto capitale. Leggendo il testo del provvedimento governativo si scopre però che lo stanziamento è molto inferiore a quello annunciato: 5,8 miliardi, spalmati tra il 2009 e il 2032(23 anni).
Ma da dove arrivano questi soldi? Su questo specifico aspetto il governo ha spiegato poco e la lettura del provvedimento non aiuta a capirne l’origine.
Il capitolo disposizioni di carattere fiscale e di copertura finanziaria dice ancora meno. Una prima cosa certa(come stabilisce l’art. 12,dedicato alle norme di carattere fiscale in materia di giochi)è che la ricostruzione in Abruzzo sarà davvero un terno al lotto:500 milioni di fondi dovrebbero arrivare,entro 60 giorni dal varo del pacchetto,dall’indizione di nuove lotterie ad estrazione istantanea,ulteriori modalità di gioco del lotto,nuove forme di scommesse a distanza a quota fissa.
Una seconda cosa certa(come stabilisce l’art. 14 dedicato a ulteriori disposizioni finanziarie)è che altre risorse,tra i 2 e i 4 miliardi di qui al 2013,dovranno essere attinte dal fondo per le aree sottoutilizzate(Fas),che è diventato un vero pozzo di San Patrizio,dal quale l’esecutivo attinge denaro per ogni emergenza senza che si comprenda più quale è la sua vera dotazione strutturale.
Per il resto,la copertura finanziaria disposta dal pacchetto è affidata a fonti generiche e fondi non precisati:dagli euro dell’Istituto per la promozione industriale(trasferiti alla protezione civile per assicurare l’acquisto da parte delle famiglie di mobili ad uso civile,di elettrodomestici ad alta efficienza energetica,nonché di televisioni e computer)al trasferimento agli enti locali dei mutui erogati dalla Cassa depositi e prestiti.
Altri fondi(lo afferma testualmente il comma 4 dell’art. 14)potranno essere reperiti grazie alle maggiori entrate derivanti dal contrasto all’evasione fiscale,anche internazionale,fondi originati da futuri provvedimenti legislativi. Insomma entrate sperate.
Ma a parte gli interventi d’emergenza,vi sono altri due fronti che riguardano le popolazioni di questa martoriata regione.
Un fronte riguarda la costruzione delle case provvisorie(a durevole utilizzazione,secondo la formula usata dal provvedimento governativo)che dovrebbero assicurare un tetto ad almeno 13.000 famiglie,pari a un totale di 73.000 senza tetto attualmente alloggiati nelle tendopoli.
I fondi previsti per questi alloggi ammonterebbero a circa 700 milioni di euro di cui 400 spendibili quest’anno e 300 nel 2010.
Secondo il timing implicito nella ripartizione biennale dei fondi,quasi la metà degli sfollati abruzzesi avrà un tetto non prima della primavera del 2010.
L’altro fronte riguarda la ricostruzione delle case rase al suolo dal terremoto. Il governo in origine aveva annunciato un contributo statale fino a 150.000 euro(80.000 per la ristrutturazione di immobili già esistenti),a condizione che le opere fossero realizzate nell’osservanza della legislazione antisismica.
Il problema è che però quei 150.000 euro nel pacchetto non ci sono,salvo modifiche apportate dall’esecutivo in corso d’opera.
Questo pacchetto è stato esaminato,seppur in maniera sintetica per non tediare il lettore,per un obbligo di verità al quale nessun organo di informazione può sfuggire.

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