CGIE: Il Viale del Tramonto

CGIE: Il Viale del Tramonto

Già da qualche tempo è terminata, con tante ombre e poche luci, l’Assemblea Generale del CGIE. I Congressisti l’hanno messa proprio tutta nel tentativo d’evidenziare gli eventuali sviluppi positivi della Cultura e Lingua italiana nel mondo. I risultati sono stati assai deludenti. Il lento svuotamento dei contenuti socio/politici di questa struttura che, già da tempo, ha evidenziato tante grossolane carenze, è stato attribuito, principalmente ad un ridimensionamento di fondi. Forse, ma non è tutto. Intanto, riteniamo che ci sia la volontà politica, a tutti i livelli, d’azzerare il vecchio sistema, con tutte le sue contraddizioni, e sostituirlo con un altro più spedito e meno condizionato da atavici preconcetti. Prima di tutto, il CGIE potrà continuare ad esistere solo proponendo alla nostra Comunità nel Mondo tematiche non legate a vecchi carrozzoni ed a certi progetti già nati irrealizzabili. Il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) è invecchiato; ma i rapporti con le nuove generazioni d’italiani all’estero continuano a non essere privilegiati. A questo punto, ci sembra inutile cercare nella maggioranza o nell’opposizione di Governo le formule magiche per tentare d’uscire da questa penosa stasi. Nessuno di chi ancora ha fiducia nella nostra numerosa Comunità oltre frontiera intende affossare i pochi diritti dell’Emigrazione italiana. Certo è che mancano, già da tempo, concreti stimoli da investire al servizio di chi vive fuori del Bel Paese. Non a caso, si è tirata in ballo la crisi della politica culturale governativa nei confronti della nostra Emigrazione. Resta il fatto, imprescindibile, che una simile affermazione dovrebbe essere concretamente provata. Senza sottovalutare, però, che l’atmosfera di globalizzazione dovrebbe farci comprendere la necessità d’essere maggiormente disposti al dialogo plurietnico; magari proponendo una serie di linee guida che consentano, anche tramite il volontariato, più ampi campi d’intervento da parte del CGIE. Il tempo in cui si faceva conto su una realtà internazionale”parallela” voluta e costruita dai nostri Migranti, è finita da almeno due lustri. Gli italiani nel mondo se ne sono accorti da tempo, non così, sembrerebbe, i membri eletti del CGIE; sempre gli stessi e spesso polemici. Anche senza potere decisionale, lasciare la partita, almeno con queste premesse, non gioverebbe. Gli italiani nel mondo possono pretendere di meglio. Sollecitiamo un cambio di tendenza, voltando certamente pagina.

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