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CONSIDERAZIONI SUL VOTO ITALIANO

Matteo Neri
Dorotheenstr. 139
22299 Hamburg

CHI HA VINTO E CHI PERSO.

Chi ha vinto in Italia, chi ha perso? Sembrerebbe una cosa facile. Ma non è così.
Se guardiamo alle percentuali, i partiti di governo (PdL e Lega) mantengono sostanzialmente le loro posizioni: 35% il PdL e 10% la Lega (in confronto alle ultime politiche la Lega avanza di poco e il PdL perde qualche punto). È un ottimo risultato, se pensiamo alla gravissima crisi economica e agli scandali che nelle ultime settimane hanno coinvolto il premier Berlusconi.
Il PD invece perde seccamente. Alle politiche aveva il 33%, oggi il 26%. Anche se teniamo conto che il PD alle politiche si era presentato insieme ai radicali, che in questa tornata elettorale sono andati da soli, il dato inequivocabile è che il PD, non solo non sa approfittare delle difficoltà della maggioranza di governo, ma perde notevolmente consensi.
Fin qui tutto chiaro.
Tuttavia in politica si vince e si perde anche rispetto alle aspettative avute prima delle elezioni.
Berlusconi voleva trasformare queste elezioni in un plebiscito sulla sua persona. Non a caso era ovunque capolista. L’obiettivo conclamato era di superare la soglia del 50%. Poi questo 50% è diventato un 45%, infine un 40%. Ora si deve accontentare di un magro 35%.
Il risultato del PdL è stato dunque molto al di sotto delle aspettative. Da questo punto di vista Berlusconi ha perso le elezioni (o meglio: non le ha vinte).
E il PD le ha vinte (o meglio non le ha perse). Chi aspettava infatti il suo crollo elettorale (per intenderci come quello della SPD in Germania) è andato deluso. Il PD è lì, ha preso botte, ma è in piedi, pronto a ripartire.
Queste elezioni dimostrano ancora una volta che Berlusconi (nonostante lo strapotere mediatico) è battibile, che la maggioranza degli italiani non è con lui (se consideriamo che in quel 35% del PdL c’è un buon 10% di Alleanza nazionale, Forza Italia si riduce al 25%: tanti sono gli italiani che stanno con Berlusconi!), e che i voti sommati delle opposizioni fanno la maggioranza del Paese.
Il 26% del PD è una buona base di partenza per le prossime politiche. Ma il PD potrà diventare maggioranza solo se saprà
1)
eleggere un leader dalla forte personalità
2)
elaborare una linea politica chiara
3)
ritrovare l’unità interna del partito
4)
tessere alleanze con altri partiti.
A mio parere saranno queste le sfide del prossimo congresso, congresso al quale tutti noi del PD ormai guardiamo.
Matteo Neri
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