Fame e sete di Tv: dal Papa al Duce

La semplicità grezza e luminosa del Messaggio mussoliniano, sul grano e la coltivazione del pane, è nota a tutti ma rinvangando i solchi impressi nella memoria, ci si accorge che l'autarchismo di un orto oggi fa audience, gli americani come sempre hanno aperto la pista, con la Tv. Nel video il duce e la battaglia del grano, accompagnato da uno “splendido testo” cantato, entriamo in sintonia con la stagione del voto-trebbiatura. Fu trasmesso da Rete 4 Mediaset: torso nudo, calzoni bianchi, energico, senza età, travolgente…
Beppe Grillo lo riprese nel suo Blog, era il 3 settembre 2008,: l'incubo Cina era il tema del momento e il video, girato nella stessa giornata, porta la sigla di Rai Tre, intitolato La battaglia del grano , concludeva il post l' invito di una bonaria signora accompagnato da un p.s. dell'autore “un consiglio: fatevi un orto sul balcone o in un piccolo pezzo di terra”.
Entrambi provenivano da un documento del film Luce e mentre nel primo il Duce non parla ma trebbia, nel secondo arringa, un po' come il Beppe nostrano, privo d'ironia parve quella volta.
“Creare, in poche parole, un'immaginazione sociale efficace, per infondere tranquillità e un determinato sistema di valori nelle coscienze di un popolo”, così leggo un'anteprima di tesi : Cinegiornali dell'Istituto LUCE: linguaggio, propaganda e consenso nell'Italia fascista
La vocazione rurale sembra in queste giornate prossime al voto prendere anche la Lega, tanto che sui tabelloni elettorali appare in questi giorni il loro manifesto con scritto: “Basta cemento, difendiamo la terra dei nostri Padri”.
E mettendo mano alla moviola e alla ricerca,si va al 2 aprile del 1937 quando “Entra in funzione il trasmettitore audio della stazione sperimentale di televisione di Roma-Monte Mario”. Con il 1939 si ha la “Prima immagine sperimentale TV del tecnico dell'EIAR Manlio Bonini, trasmessa dal trasmettitore di Monte Mario (quartiere di Roma) e ricevuta su teleschermo situato nel Circo Massimo nei pressi del Colosseo. L'immagine è riprodotta su ricevitore Fernseh a specchio a 441 Linee, sullo sfondo appare la sigla EIAR (antica RAI). Manlio Bonini ex radiotelegrafista della Marina Militare nei sommergibilisti, successivamente tecnico delle antenne alla RAI nella Stazione di Roma Santa Palomba e Monte Mario, radioamatore con il nominativo I3MAN.
Il 20 aprile dello stesso anno: “Iniziano le trasmissioni radiofoniche espressamente dedicate agli operai sotto la testata “Radio sociale”.
Hanno una cadenza trisettimanale e vanno in onda nella fascia pomeridiana in cui i lavoratori sono a mensa. Le aziende hanno in
proposito dotato di apparecchi riceventi le sale di refezione. I programmi comprendono: musica popolare e canzoni, radioscene
umoristiche o sentimentali di ambiente operaio, attualità politico-sindacali, interviste con personalità del mondo scientifico e
artistico, militare e sportivo. L'iniziativa nasce da accordi tra la Confederazione Lavoratori dell'Industria e il Direttore Generale
dell'EIAR. In pratica “Radio sociale” sostituisce la rubrica “I dieci minuti del Lavoratore”.
Il 30 aprile del 1939: “da questo giorno la rubrica “L'ora dell'agricoltore”, a cura dell'Ente Radio Rurale, muta il suo titolo in “L'ora dell'agricoltore e della massaia rurale”.

Il 22 luglio , entra in funzione il trasmettitore video della stazione sperimentale di televisione Roma-Monte Mario, che effettua per circa un anno regolari trasmissioni quotidiane con lo standard di 441 linee. La presentazione di questi esperimenti al pubblico avviene in un
padiglione apposito al Circo Massimo Villaggio Balneare e in vetrine di negozi cittadini di Via Nazionale e Via del Corso. La trasmissione iniziale comprende canzoni e numeri comico musicali eseguiti da noti artisti, tra cui Macario e Aldo Fabrizi, Nunzio Filogamo e Nanda Primavera. A Lidia Pasqualini, attrice, scelta per le sue qualità telegeniche il compito degli annunci.

Ma i Fatti parlano anche con altre date: “I primi esperimenti di televisione sul territorio nazionale ebbero inizio addirittura nel 1929. “Eravamo la patria di Guglielmo Marconi che alla radiotelevisione dedicò una parte delle ricerche, la voleva il Duce in persona, ultimo strumento di competizione con l’alleato tedesco sulla falsariga dell’utopia totalitaria. E persino il Vaticano, che era stato superato in questa titanica competizione nel 1936 contattò Marconi, allora senatore, commissionandogli esperimenti a Torrechiaruccia per un’emittente pontificia. Nel dicembre del ’38 l’ufficio stampa dell’Eiar comunicava entusiastica che nei primi mesi del ’39 sarebbero iniziati servizi regolari di televisione da Roma con trasmettitori a Montemario e da Milano – guarda caso – dalla stazione di Torre Littoria. Per quanto queste pagine siano ora dimenticate Achille Starace, il gerarca che volava sulle baionette, s’inarcò anche sulle parabole inaugurando alcune trasmissioni sperimentali alla Mostra del Leonardo il 4 giugno 1939. La Tv di Mussolini aveva già dei palinsesti, produsse dei varietà, delle aspiranti Nicolette Orsomando, scritturò le stelle del momento fra cui Niccolò Carosio. Sul Radiocorriere apparivano i programmi e persino le pubblicità di alcuni paleolitici apparecchi televisivi. Dulcis in fundo una storia personale e in qualche modo il simbolo di quanto siano stati complessi nel nostro paese gli intrecci e le storie individuali con la propaganda del regime. L’uomo di punta della squadra giornalistica portava un nome che oggi evoca in sé l’idea si sinistra e della modernità televisiva, era proprio quel Vittorio Veltroni che fu padre – tragicamente scomparso – di Walter, futuro segretario dei Ds, futuro esperto di emittenza, un uomo cresciuto sulle gambe di Mike Bongiorno ma a quanto pare già segnato del Dna da una predisposizione catodica.
Ma cosa fermò dunque il progetto che aveva affascinato Filippo Tommaso Marinetti e affascinato i gerarchi del regime? Cosa impedì ai circuiti chiusi che trasmettevano i programmi sperimentali di diventare Tv di massa e teleschermo in camicia nera? Semplice, la guerra. Fu infatti il conflitto bellico della seconda guerra mondiale sottrarre risorse preziose alle sperimentazioni dell’Eiar, gli ingenti capitali necessari a portare a compimento il progetto”

.Pio XII il 16 dicembre 1954 istituisce la Pontificia Commissione per la cinematografia, la radio e la televisione, alla quale affida il compito di studiare i problemi di tali attività che hanno attinenza con la fede e con la morale. Da San Pietro a Roma, l' 8 settembre “in occasione della celebrazione della Natività di Maria, 1957, nel XIX anno del nostro Pontificato” papa PioXII, annuncia la Miranda prorsus Lettera Enciclica, che consiglio di leggere tutta, dedicata ai “Venerabili Fratelli” con Materna Ansia…

Brevi ma indispensabili stralci: “Le meravigliose invenzioni tecniche, di cui si gloriano i nostri tempi, benché frutti dell'ingegno e del lavoro umano, sono tuttavia doni di Dio, nostro creatore, dal quale proviene ogni opera buona. .. Tra le invenzioni riguardanti quest'ultima categoria, uno straordinario sviluppo hanno preso, durante il nostro secolo, il cinema, la radio e la televisione. La Chiesa ha accolto queste invenzioni, fin dall'inizio, non solo con particolare gioia, ma anche con materna ansia e vigilante sollecitudine, volendo essa proteggere da tutti i pericoli i suoi figli, sulla via del progresso…Tale sollecitudine deriva direttamente dalla missione affidatale dal divin Redentore, perché questi nuovi mezzi, come tutti sanno, hanno un potente influsso sul modo di pensare e di agire degli individui e delle comunità…Nessuno potrà pertanto meravigliarsi se la Suprema Autorità Ecclesiastica si sia occupata di questo importante argomento, allo scopo di assicurare l'eterna salute alle anime acquistate “non con l'oro e l'argento corruttibili… ma col sangue prezioso di Cristo, Agnello immacolato” (I Pt 1,18-19), e abbia ponderato attentamente tutti i problemi che il cinema, la radio e la televisione pongono oggi ai fedeli. Sono trascorsi oltre venti anni dal giorno in cui il nostro predecessore di felice memoria Pio XI, valendosi “della mirabile invenzione marconiana”, indirizzò per la prima volta un radiomessaggio “attraverso i cieli a tutte le genti e ad ogni creatura”. Pochi anni dopo, il medesimo nostro predecessore impartiva al Venerabile Episcopato degli Stati Uniti, con la mirabile enciclica Vigilanti cura, sapienti insegnamenti conformi alle necessità del tempo, circa il cinema, dichiarando tra l'altro “necessario e urgente il provvedere che, anche in questa parte, i progressi dell'arte, della scienza e della stessa perfezione tecnica e industria umana, come sono veri doni di Dio, così alla gloria di Dio e alla salvezza delle anime siano ordinati, e servano praticamente all'estensione del regno di Dio in terra: affinché tutti, come ci fa pregare la Santa Chiesa, …”Sic transeamus per bona temporalia, ut non amittamus aeterna”….Noi stessi spesso approfittiamo di questi meravigliosi mezzi moderni, che ci facilitano l'unione di tutto il gregge col Supremo Pastore, sicché la nostra voce, superando senza difficoltà gli spazi della terra e del mare e i marosi delle passioni umane, possa giungere alle anime, esercitandovi una salutare influenza, così come richiedono i sempre crescenti compiti del sommo apostolato a noi affidato…Infatti, sotto la vostra zelante e vigilante cura, Venerabili Fratelli, sono state promosse, in comunanza di forze e di intenti, iniziative ed opere per siffatto apostolato, non solo sul piano diocesano e nazionale, ma anche su quello internazionale. Non pochi dirigenti della vita pubblica, rappresentanti del mondo industriale ed artistico, e larghi ceti di spettatori cattolici, ed anche di non cattolici, hanno dato prove di onestà in questa gravissima questione, compiendo sforzi, anche a costo di sacrifici…Crediamo, infatti, che questi mezzi allora soltanto potranno diventare strumenti validi di formazione della personalità di quanti ne usufruiscono, quando la Chiesa, lo Stato e la professione uniranno opportunamente le forze e collaboreranno per raggiungere lo scopo; se ciò non avverrà, vale a dire, se questi mezzi saranno lasciati in balìa di se stessi e senza freni morali, allora favoriranno l'abbassamento del livello culturale e morale del popolo…Oltre che servire la verità questi mezzi devono anche contribuire a perfezionare la vita morale dell'uomo. Ciò deve essere attuato nei tre settori di cui vogliamo trattare: l'informazione, l'insegnamento e lo spettacolo. E' quindi nostro vivo desiderio, Venerabili Fratelli, che questi mezzi, i quali da lontano, con facilità e piacere, raggiungono la vista e l'udito, vengano adoperati specialmente per completare la formazione culturale e professionale…desideriamo che vengano introdotte nelle scuole di ogni ordine, nelle associazioni di Azione Cattolica e nelle parrocchie…Una parola di particolare compiacimento vogliamo rivolgere ai missionari, i quali, consapevoli del loro dovere di tutelare la integrità del ricco patrimonio morale dei popoli per il bene dei quali si sacrificano e a cui portano la luce della verità, cercano di iniziare i fedeli al retto uso del cinema, della radio e della televisione, facendo così conoscere praticamente le vere conquiste della civiltà. Desideriamo vivamente che i loro sforzi in questo settore siano appoggiati specialmente dalle pubbliche autorità, tanto ecclesiastiche quanto governative…Per meglio assicurare il compimento di questa funzione, Pio XI, di immortale memoria, dichiarò del tutto necessaria da parte dei Vescovi l'istituzione di un ufficio permanente nazionale di revisione, con lo scopo di promuovere i film buoni, classificare tutti gli altri e farne giungere i giudizi ai sacerdoti e ai fedeli…In vari paesi i Vescovi, ispirandosi a queste norme, hanno istituito tali uffici non solo per il cinema, ma anche per la radio e per la televisione…E vi raccomandiamo, inoltre, Venerabili Fratelli, che in ogni nazione i rispettivi uffici per il cinema, la radio e la televisione, o facciano capo ad un unico ente, o almeno collaborino tra di loro; e che i fedeli, soprattutto i membri delle associazioni di Azione Cattolica, siano debitamente istruiti sulla necessità di assicurare di buon grado il comune ed efficace appoggio a tali uffici…Dovranno inoltre ricordare che lo scopo principale della classificazione morale è di illuminare l'opinione pubblica, sicché tutti s'inducano ad apprezzare quei valori morali, senza i quali viene a mancare ogni idea di sana cultura e di vera civiltà…Va tenuto pertanto nel massimo conto questo carattere di suggestività delle trasmissioni televisive nell'intimo del santuario della famiglia, dove incalcolabile sarà il loro influsso sulla formazione della vita spirituale, intellettuale e morale dei membri della famiglia stessa, e anzitutto dei figli, che subiranno inevitabilmente il fascino della nuova tecnica.”Un po' di lievito fa fermentare tutta la pasta” (Gal 5,9).Sarà pertanto “più che mai necessario e urgente-come abbiamo scritto ai Vescovi d'Italia-formare nei fedeli una coscienza retta dei doveri cristiani circa l'uso della televisione”

Ringrazio mia figlia per avermi segnalato un testo che ha portato ad un esame alla Sapienza, di difficile reperibilità e da cui ho attinto a profusione La Tv di Mussolini – sperimentazioni televisive nel ventennio fascista: “Dopo molti accenni, dopo alcuni parziali tentativi di ricostruzione storiografica, è un libro pubblicato nel settembre 2003 a ricapitolare per la prima volta una immensa mole di documenti dimenticati e raccogliere il materiale iconografico, le foto dei telepionieri del ventennio, la storia di questo incredibile progetto. Ed è stato l’editore Castelvecchi a sostenere lo studioso Diego Verdegiglio nei quattro anni necessari alla compilazione di questo libro”

Vorrei ricordare Andrea Gorz e la Signora Dorine, morti insieme lasciando un biglietto con su scritto “avvisate la gendarmeria”. In Capitalism in Crisis in Everyday Life scriveva il signor Andrè molto più analiticamente “Ogni mattina ti domandi come farai a resistere fino alla sera, Lunedì come farai fino al Sabato. Tornando a casa senza forze non fai nulla ma guardi la TV, parlando da solo morirai sicuramente come un idiota … desideri rompere tutto … una volta al giorno, ti senti malato … perché hai scambiato la tua vita con un sopravvivere; temi che la collera che ti sale alla fine ti conduca alla morte, e che in fin dei conti la gente ha ragione quando dice: “beh, puoi abituarti ad ogni cosa…”

Ogni riferimento con il presente e con chi ce l'ha mandati in Tv, è del tutto casuale.
Doriana Goracci
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