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Beppe Manigrasso – Nell’arte d’avanguardia napoletana degli anni Settanta

di e. mellone

di Emiliana Mellone | Un viaggio a ritroso nel tempo, un percorso artistico singolare attraverso il quale rievocare un momento culturale d’avanguardia di fondamentale importanza per l’intera città di Napoli.
Attraverso le opere di Peppe Manigrasso, contrappuntate dalle fotografie di Fabio Donato e dai suoni di Arturo Morfino, il PAN racconta le sperimentazioni, le tendenze e i luoghi di quella città/factory in cui le arti visive e le performances erano parte di un flusso innovativo e provocatorio. Peppe Manigrasso, con la sua attività multiforme ed eclettica, percorre i fermenti più creativi del periodo: studia architettura, progetta Nuvole cubiche infinite(1969), è musicista, pittore, performer, poeta visivo, visionario e vitale. L’allestimento della mostra, curata da Maria Savarese, inizia nel 1968, anno della sua prima personale da Lucio Amelio, e si conclude con il suo rientro da Lima, nel 1979, con l’esperienza di Armageddon, insieme a Vittorio Lucariello. Undici anni di attività abilmente documentate dalle immagini d’archivio di Fabio Donato, grazie alle quali si vede ciò che diversamente non si potrebbe conoscere: dall’installazione Environment nature, tra Minimal e Land Art, sulla spiaggia di Massa Lubrense (1968) alla realizzazione dell’intervento Made In, presso la Villa Comunale di Napoli; dagli scatti dedicati alle esperienze teatrali, come Play o una quasi danza al Teatro Esse, a quelli che immortalano l’affinità con gli amici artisti, tra cui Ernesto Tatafiore e Nino Longobardi. Non mancano opere tout court: sono circa 90 i lavori esposti, quasi tutti pastelli e tempere su carta, dai colori tenui e dalle forme semplici e regolari che sembrano dialogare con la spazialità del supporto, in una riflessione ironica sulla condizione umana nello spazio e nel tempo. Stessa linea tematica attribuibile anche alle piccole sculture ready made dell’artista che immortalano il suo volto appeso ad un filo in minuscole bottiglie di vetro, presenti in mostra e pubblicate nel 1972 su Marcatre, rivista – tra le altre- diretta e coordinata da Manigrasso ed esposta in uno spazio dedicato a periodici, testi di poesia visiva, copioni teatrali, locandine, programmi, inviti che ben esplicano il suo impegno come artista e come promotore culturale.

Infine, un’ultima sezione tematica dell’esposizione è dedicata ad Arturo Morfino, sperimentatore nella musica e nel teatro, e ai suoi interventi sulle sculture e le creazioni di Manigrasso, che ne sollecitano la forma interna, il suono, conferendone presenza musicale.

Negli anni ‘80 Manigrasso continua ad esporre a dedicarsi alla poesia visiva, ad ideare progetti creativi, stringe amicizia con Fabrizio Mangoni e con Salvatore Pica, che in seguito gli saranno vicini nei momenti difficili del suo ictus, della progressiva riabilitazione, del ritorno alla pittura e alla scultura, “con la mano sinistra”, ma con un immutato e profondo sentire e fare arte.

PAN – PALAZZO DELLE ARTI NAPOLI – PALAZZO ROCCELLA
Dal 13 maggio all’8 giugno 2009
Giuseppe Manigrasso – Nell’arte d’avanguardia napoletana degli anni Settanta
A cura di Maria Savarese

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