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SMI-LAZIO: REGIONE, CONCLUSA LA RIUNIONE PER ACCORDO INTEGRATIVO REGIONALE DELLA MEDICINA GENERALE

Dal Sindacato Medici Italiani proposte per il rilancio della sanità territoriale

Conclusa a Roma la riunione dedicata alla valutazione dei criteri contenuti nel nuovo accordo integrativo regionale (AIR) della medicina generale. L’incontro si è svolto alla presenza di Norberto Cau, coordinatore ufficio Commissario ad acta per la realizzazione del piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario e di tutte le sigle sindacali. Nel corso della discussione gli esponenti dello Smi-Lazio hanno dato atto dell’attenzione sinora ricevuta dai vertici regionali, in merito ai progetti presentati e al recepimento delle richieste di pagamento di alcuni degli istituti previsti dal vigente AIR (unità di cure primarie (UCP), piani sanitari di prevenzione contro le ondate di calore, pendenze economiche dei medici che svolgono attività di tutorato). Nell'occasione i rappresentanti del Sindacato Medici Italiani hanno evidenziato il mancato completamento della pianta organica del comparto della Continuità Assistenziale (ex guardia medica), l’assenza degli incentivi destinati ai medici del medesimo servizio – che lavorano in condizioni di sotto-organico – nonchè le pendenze economiche riferite agli audit clinici, previsti per i medici di medicina generale che già lavorano in associazione, assicurando l’apertura degli studi medici dalle ore 9 alle ore 19 «Il progetto della Regione Lazio riguardante la riorganizzazione della medicina del territorio – ha dichiarato Paolo Marotta dello Smi-Lazio – pur condivisibile a grandi linee, mostra due importanti criticità; ovvero la mancata quantificazione dello stanziamento dei fondi necessari a realizzare una assistenza H24 e la scarsa volontà di adeguare le piante organiche della Continuità Assistenziale. Fattori essenziali per poter realizzare in maniera ottimale l’assistenza H24 sul territorio». «Qualora non venissero risolti i succitati punti – ha aggiunto Pina Onotri dello Smi-Lazio – si andrebbe immancabilmente incontro ad un aggravio dell’attuale condizione lavorativa degli operatori dell’ex guardia medica e dei medici di famiglia, con un inevitabile aumento dei compiti per gli addetti ai lavori. Non si può ipotizzare una riorganizzazione della medicina territoriale senza un'adeguata copertura economica e una stabilizzazione dei medici precari».

Smi-Lazio Ufficio Stampa: Elisabetta Menga (349/ 21.19.335)

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