Scene in rosa di violenza

Sono entrate a Gaza – da Rafah – dopo 5 giorni di trattative con il governo egiziano.
Indossavano tutte un nastro rosso in testa

Le Codepink!




Sono entrate a Gaza – da Rafah – dopo 5 giorni di trattative con il
governo egiziano.
Indossavano tutte un nastro rosso in testa.
Sono delle donne esagerate, fuori misura, senza pudore, in rosa…e
sopratutto CONTRO LA GUERRA.
In ” coda” copio l’ ultima loro lettera, in 20 a firmarla, che mi è
arrivata e gira per il mondo: Tell Obama where to go!
Conosco l’inglese da sopravvivenza, il senso mi è chiaro, sarebbe
interessante una traduzione che spuntasse volontariamente. Sono un
terremoto di azioni simboliche e non violente, di donne diverse,
comuni,di varia età, contro e una racconta la sua storia in questo
video. Si vestono in rosa, sfacciate, bambine cresciute che non hanno
pudore e vogliono essere notate, vogliono Esserci per far esistere anche
altre, in questo orrore di mondo violento, che non ha colori, che ha
spento tutti canali della libera comunicazione in nome di quello
assoluto del potere.Partono, ritornano, erano state all’ambasciata
italiana a Washington con un’ accoglienza immaginabile e descritta dalla
loro cofondatrice Medea Benjamin, la stessa piccola grande donna che
incontrai a Vicenza.
E andando a scavare- scovare queste donne attiviste, riemergono: “Nel
2002 un altro gruppo di donne hanno fatto uso del colore come strumento
del loro memorabile teatro di strada: CODEPINK, Codice Rosa. Guidate da
Medea Benjamin, Diane Wilson e Starhawk, attiviste da lungo tempo, hanno
scelto il colore rosa come affronto deliberato alla campagna del terrore
dalla mano pesante portata avanti dal regime Bush. E’ l’antidoto al
codice colorato del sistema di allerta al terrore ed è un’immagine che è
intenzionalmente satirica, celebrativa e sovversiva. Come tutte le
grandi rappresentazioni teatrali di strada, le azioni di CODEPINK sono
colorate, eccessive, debordanti e l’humor è parte integrante della loro
identità. Il loro motivo ricorrente è il duplice significato della
vernice rosa, da una parte gli abiti, i manifesti e gli slogan,
dall’altra un loro proclama tipico recita: “Le donne di CODEPINK dicono:
Ritiro Immediato”. E Soprattutto è sempre facile individuare il gruppo
di CODEPINK ad ogni manifestazione!”
Intanto leggo da Adnkronos che : ” Alcune delle foto che testimoniano gli
abusi commessi dai militari americani sui detenuti ad Abu Ghraib che
Barack Obama sta tentando di censurare mostrano scene di violenze
sessuali. Lo riporta oggi il Daily Telegraph, precisando che almeno una
foto mostra un soldato statunitense che stupra una donna irachena
prigioniera ed una altro un traduttore che violenta un prigioniero.
Secondo il giornale britannico vi sarebbero altre foto di violenze ed
abusi sessuali sui detenuti. In una si mostra una donna a cui sono stati
strappati i vestiti. E’ stato lo stesso generale Antonio Taguba,
ufficiale a riposo che condusse l’inchiesta sulle violenze nella
prigione di Baghdad, a confermare al giornale l’esistenza di queste
fotografiestupri e violenze, come venivano riportato anche nel rapporto
presentato da Taguba nel 2004. Il generale Taguba, che e’ andato in
pensione nel 2007, ha comunque dichiarato di sostenere la decisione del
presidente Obama di impedire, contrariamente a quanto aveva deciso in un
primo momento, la pubblicazione delle foto. “Queste foto mostrano
torture, abusi, stupri ed ogni tipo di indecenza: ma non sono sicuro che
la loro pubblicazione aiuti lo scopo legale, mentre per conseguenza
mettera’ a rischio le nostre truppe, unici protettori della nostra
politica estera” ha detto. “La sola descrizione di queste foto e’
abbastanza orrenda, fidatevi della mia parola” ha aggiunto il generale a
riposo”
Ditemi poi se queste donne, fra milioni di uguali e invisibili nel mondo,
per la strada, come le Codepink, sono indecenti, pazze, da censurare, se
commettono loro violenza, se sono straniere come le altre milioni di
invisibili, da controllare e contenere, come quì in Italia, in carcere,
in attesa di identificazione permanente…
Doriana Goracci
cara Doriana,
abbiamo dovuto attraversare inferni e acque alte per ottenere che la
nostra delegazione CODEPINK dal Cairo entrasse nella devastazione di
Gaza dovuta dall’invasione israliana di 22 giorni, così vasta e tragica
che dovresti vederla per crederci. Ecco perchè pensiamo che sia
fondamentale che il presidente Obama che sarà al Cairo il 4 giugno,
faccia una tappa a Gaza.
Obama ha detto che portare la pace in medio Oriente è in cima alle
priorità. Ma nè l’inviato per la pace George Mitchell nè il segretaio di
stato Hillary Clinton hanno messo piede a Gaza. Quindi vi chiediamo di
unirvi a noi per firmare questa petizione petition to the President:
Visit Gaza.
Gaza è una piccola striscia più o meno come lo stato di Philadephia.
Obama potrebbe attraversare lo stato in circa due ore in macchina. E
cavolo ha aggiunto una visita a Saudi Arabia per avere una cena con IL
KING che ha visto lo scorso mese al G20. Non è forse più importante
visitare una regione dove recentemente 1300 persone sono state uccise e
miglialia di case scuole e moschee distrutte? Non è più importante
vedere come gli isrealiani usano i tre miliardi annui di supporto
militare presi dalle tasse dei cittadini degli stati Uniti?
Allo stesso tempo della visita del presidente Obama ci sono le
straordinarie 175 persone della delagazione CodePINK che cercheranno di
entrare a Gaza da entrambi i confini egiziani e israeliani. Invitati da
United Nations Relief and Works Agency (UNRWA), abbiamo portato medicine
necessarie, e giochi, forniture per le scuole, materiali per costruire
spazi per giocare mentre scuole e parchi venivano distrutti durante
l’invasione,ma tu puoi continuare ad aiutarci schiacciando qui…
La maggior parte dei cittadini di Gaza sono sotto i 18 anni, e i giovani
sono traumatizzati e depressi. Noi vogliamo raggiungerli per diminuire
le loro pene e dimostrargli che teniamo a loro. Così dovrebbe fare Obama.
Dovrebbe visitare Gaza, esprimere le sue condoglianze per la perdita di
così numerose vite innocenti, risolvere e sollevare l’inumano assedio
che coinvolge l’intera popolazione e lanciare delle indagini per come i
finianziamenti statunitensi per Israele sono stati spesi.
Queste azioni più di ogni bella parola che potrà dire durante il suo
discorso all’università del Cairo, potrebbero fare miracoli per riparare
le nostre relazioni con il mondo arabo che sono state così rovinate
durante gli anni di Bush,
In pace ..in peace…………………..
Traduzione di Claudio Greco





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