Una idea divera per l ‘Expo di Milano

di Fabio Massa

Marco Cipriano, Vice Presidente del Consiglio Regione Lombardia, ha scelto Affaritaliani.it per proporre un nuovo modello di Expo. Il consigliere di Sinistra Democratica ha presentato oggi una mozione in consiglio regionale “perché al più presto venga riaperta la discussione con tutte le istituzioni interessate; per prendere in esame proposte differenti sulla collocazione fisica dell’expo perché mantenga e abbia un carattere diffuso e policentrico; per effettuare una ricognizione sulla possibilità di utilizzo delle aree demaniali (cosa che assicurerebbe una effettiva regia pubblica nella fase pre-expo e nella fase successiva), per rendere coerente la legislazione regionale con gli obbiettivi dell’expo (governo del territorio, piano casa, salvaguardia espansione e riqualificazione delle aree naturali e verdi)”.
Vicepresidente Cipriano, quale modello di Expo propone Sinistra Democratica?
Pensiamo ad un modello partecipato, trasparente e lungimirante che guardi anche al dopo senza trascurare l’importanza del tema al centro dell’expo: “nutrire il pianeta”.
E quindi?
Quindi è necessario che ci sia un controllo e una vigilanza attenta per evitare infiltrazioni di carattere illegale. Per questo abbiamo presentato la proposta per la costituzione di un osservatorio composto da vari soggetti, istituzionali e non, impegnati da tempo nella difesa della legalità.
A suo avviso quali sono i punti critici dell'attuale progetto?
Innanzitutto l’indeterminatezza, la mancanza di chiarezza sulle priorità da seguire. Proponiamo la realizzazione di infrastrutture sostenibili evitando di consumare inutilmente il territorio disponibile, riqualificando ed evitando speculazioni. A questo proposito, la vicenda indecorosa cui abbiamo assistito durante la costituzione della società che dovrebbe gestire l’expo, è emblematica di come si sia partiti con il piede sbagliato. A tutto questo si aggiunga la preoccupante indeterminatezza per il reperimento delle risorse necessarie alla realizzazione delle opere, in particolare quelle della mobilità collettiva e su ferro.
Il percorso di Expo ha anche delle criticità legislative. Quali sono i problemi, secondo lei?
Avevamo proposto la realizzazione di una legge ad hoc proprio per evitare confusioni e strumentalizzazioni da parte di chi vorrebbe utilizzare l’expo per mettere mano ad un sistema legislativo che, se da un lato deve prevedere misure eccezionali per realizzare questo appuntamento, dall’altro non può essere usato come un grimaldello per allargare le maglie già logore della normativa che definisce il governo del territorio.
E ora, cosa si fa?
Quindi è necessario orientare gli interventi di riqualificazione di contesto per quanto riguarda le politiche della casa, dei trasporti e in generale degli standard di qualità della vita. Infine, ma non meno importante, determinare modalità e strumenti per il rigoroso controllo delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro.

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