Il futuro è di tutti, la morte è loro

Il bagno nessun turista si sogna di farlo a Sarroch, si va nelle vicine Pula e Domus de Maria. Sarroch ha un nuraghe Sa domu ‘e s’ Orcu e le Tombe dei Giganti e si trova presso la costa occidentale del Golfo degli Angeli. Non ci saranno seppelliti 3 morti sul lavoro in quella tomba, non erano dei giganti dell’economia produttiva, nè tantomeno degli angeli.

Un minuto di silenzio da Fini per 3 operai morti, otto ore di sciopero per i colleghi che pagheranno di tasca loro proposti dai sindacati, cordoglio e indagini avviate da tutte le Istituzioni. Sono morti Bruno Muntoni, 58 anni, Daniele Melis e Pierluigi Solinas, entrambi 30enni, tutti di Villa San Pietro, della ditta “Comesa srl” morti nel primo pomeriggio di oggi 26 maggio 2009, nell’impianto MHC1 dello stabilimento della Saras di Sarroch.
Un quarto operaio della stessa ditta, all’esterno del serbatoio con funzioni di vigilanza, è stato anche lui colpito dalle esalazioni e ha perso i sensi.

L’origine del nome Sarroch, il luogo dell’accaduto, è misteriosa. Forse deriva dal fenicio “Sharak”, grappolo d’uva, o forse dal catalano antico “S’arroch” per l’enorme roccia che domina il paese.
Rimarranno” misteriose” queste morti, come quelle a Pietradefusi in Campania dove un operaio è caduto dall’altezza di 10 metri mentre riparava il solaio di un capannone industriale e in Puglia, ad Andria dove un altro uomo è morto dopo essere stato colpito e trascinato da un nastro trasportatore in un cantiere del cugino e non perchè investito mentre era in bicicletta.

Da diverse settimane possiamo sapere che erano in corso una serie di interventi di manutenzione programmata sugli impianti. Possiamo sapere che La Saras ha una Sicurezza Globale
La Saras ha un’operatività attenta all’Ambiente

La Saras ha un sistema completo e complesso di produzione
e anche che lo stabilimento della Saras è stata fondato da Angelo Moratti nel 1962 e ha dato ricchezza alla Sardegna, in luoghi dove si viveva “miseramente” con l’agricoltura e la pastorizia.
Altro che Crisi, in Italia c’è” bassa produttività”. La parola al ministro Brunetta: “per rompere questa malattia mortale, la nostra economia deve fare più privatizzazione e liberalizzazione, e più semplificazione da parte della burocrazia”. La malattia mortale ha colpito ancora, non è febbre suina, niente di virale.

“Nucleare, fonti rinnovabili e gas. Ma soprattutto il petrolio. Questi i temi affrontati durante il G8 dell’energia, la tre giorni che si chiude oggi e che ha visto riuniti a Roma 23 ministri di altrettanti Paesi, in rappresentanza dell’80% della domanda e dell’offerta di energia globale”
Nessuna paura, Loro stanno lavorando per noi, sono attenti all’ambiente perchè il futuro è di tutti, come la morte per alcuni, anzitempo: un rischio da correre.
Sotto accusa rimane il nostro silenzio, e non di un minuto, per la vita.

Doriana Goracci

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