Site icon archivio di politicamentecorretto.com

God save Italy

di Renzo Balmelli

NAPOLEONE – Ci risiamo. Come un copione che si ripete, ogni qual volta si apre il confronto con la giustizia sia da parte di Berlusconi, sia sui banchi della maggioranza scoppia il finimondo. In questa circostanza peroÂ’ il duplice, scriteriato attacco del premier ai giudici e alle Camere è di una gravità cosi' inaudita da mandare in frantumi i canoni che regolano la civile competizione tra le forze in campo. Le inconsulte reazioni al caso Mills, studiate a proposito per intorbidare le acque, stanno proiettando le loro ombre velenose su tutte le cariche dello Stato alla vigilia di un delicato appuntamento elettorale. E cioÂ’ crea un clima di altissima tensione nei rapporti istituzionali; tensione che sconfina nel delirio di onnipotenza. Non si è mai visto infatti che il capo del governo, responsabile di ogni sua scelta di fronte agli elettori, corra il rischio di fare il male del Paese con lÂ’intento di preservare lo scudo immunitario che lo mette al riparo dalle eventuali conseguenze penali del suo operato. EÂ’ giusto ricordare che il premier si è fabbricato lÂ’impunità con il “lodo Alfano” approvato in tempi brevissimi da un Parlamento gregario. CÂ’è qualcosa di schizofrenico in questo atteggiamento che non trova riscontro in nessuna delle grandi nazioni occidentali. Le leggi ad personam sono unÂ’anomalia clamorosa, il “Ground zero” della legalità che ha il suo perno nel conflitto di interessi.

Nella congerie della deriva autoritaria in questi giorni è dato di vederne di tutti i colori. I magistrati travolti da uno tsunami di invettive sono messi alla berlina quali estremisti pericolosi. Le Camere, con un colpo basso che ne delegittima la sovranità, diventano “assemblee pletoriche, inutili e dannose”, in definitiva un vecchio armamentario da rottamare. Siamo cosi' arrivati quasi a un punto di non ritorno. LÂ’indefinibile confine tra pubblico e privato travalica di gran lunga la cronaca e spalanca le porte a un futuro scenario eversivo carico di incognite. Questo è il quadro che oggi lÂ’Italia e lÂ’Europa hanno davanti agli occhi.

NellÂ’ideologia del premier, prigioniero di unÂ’ostinato narcisismo e convinto della sua invincibilità, riaffiora lÂ’insofferenza sua e della destra nel restare entro i limiti imposti dalla Costituzione al potere del presidente del Consiglio. Il fronte del conflitto violento tra la maggioranza, la magistratura e le istanze parlamentari ormai ha toccato punte scandalose che minacciano di spingere il paese sul crinale scivoloso di un braccio di ferro senza quartiere. Quando si andrà al voto i guastatori del PdL non lasceranno nulla di intentato per tagliare l'erba sotto i piedi alle iniziative che potrebbero risultare pregiudizievoli per i progetti del premier. La partita con le urne che si giuocherà fra quindici giorni è quindi destinata ad assumere un'importanza decisiva, storica. Sarà uno spartiacque non solo per la conta delle schede, ma soprattutto per mettere in moto una necessaria quanto ineludibile riflessione a tutto campo sulla tenuta della democrazia e le sue forme di rappresentanza.

Alla corte imperiale di Arcore, nulla è li per caso, né le bravate di Silvio che gli valgono gli applausi sfrontati dei suoi fans adoranti, né la scalata ai vertici della RAI che ormai ha assunto forme imbarazzanti. LÂ’attempato cascamorto che incidentalmente è anche lÂ’eccentrico primo ministro del governo di Roma, è insaziabile ed evidentemente non pago del controllo sulla comunicazione che già ha. Ora vuole estenderlo, vuole il dominio totale del servizio pubblico. E le nomine che incidono in maniera plateale sullÂ’informazione in piena campagna elettorale e in par condicio ne sono una conferma inoppugnabile.

Dal punto di vista di Berlusconi – scrive Ezio Mauro – la critica non puoÂ’ avere autonomia: è tradimento, follia, odio. Ora, abbiamo visto quello che potrebbe accadere se dal confronto elettorale uscisse una sproporzione nel rapporto dei consensi a favore della destra. Avere un premier che si sente come Napoleone, al di sopra della legge e della morale, in sostanza significherebbe la fine del confronto democratico. God save Italy.

In tribuna al Meazza, il patron rossonero Silvio Berlusconi è stato pesantemente contestato dal tifo organizzato del suo Milan. Nei primi minuti della sfida contro la Roma, la Curva Sud ha esposto diversi striscioni all'indirizzo del presidente del Consiglio. Uno recita: «Sono anni che compri bidoni e figurine. Quest'anno chi compri… le veline???» (Newpress / CdS)

Exit mobile version