L’ABRUZZO, UN POPOLO DI VISIONARI E POETI

Presentato a Pescara un volume edito dall’associazione aquilana Lhasa per celebrare il suo decennale

di Goffredo Palmerini

PESCARA – Per quanto controllata l’emozione si palpava a piene mani, sabato scorso a Pescara, nell’auditorium del Museo delle Genti d’Abruzzo, ricolmo in ogni ordine di posti per la presentazione del volume “Un popolo di visionari e poeti – Storie di viaggiatori anomali dall’Abruzzo e dal Mondo”, la prima delle due pubblicazioni edite dal Laboratorio Autonomo di Studi Antropologici (LHASA) dell’Aquila per celebrare il decennale di fondazione e di attività. In quarta di copertina la ragione del titolo, una frase di Pascal D’Angelo, figlio dell’emigrazione abruzzese, scrittore assai amato negli Stati Uniti: “Noi delle terre alte d’Abruzzo siamo ancora una razza differente. Gli abitanti delle pianure del Lazio e della Puglia, dove in inverno pascoliamo le nostre pecore, ci considerano un popolo di visionari e poeti. Noi crediamo nei sogni”. L’evento si sarebbe tenuto nella città capoluogo. Il terremoto l’ha spostato sulla costa, a Pescara, in una sala ariosa situata nel raccolto centro storico della città adriatica, a pochi passi dalla casa natale di Gabriele d’Annunzio. Tanti i pescaresi accorsi all’iniziativa, tantissimi gli aquilani dopo il sisma sfollati lungo la costa, sistemati in case ed alberghi fin quando le condizioni non consentiranno di rientrare all’Aquila. Sono venuti apposta, dai centri costieri e dalle tendopoli dell’Aquila, per assistere a questo evento culturale in cui si parla dell’Aquila, della loro città, vista con gli occhi curiosi di alcuni suoi figli o da viaggiatori straordinari, attraverso singolari testimonianze calate in un libro prezioso. Nel testo si scoprono alcune delle meraviglie dell’Abruzzo, si incontra gente saggia ed antica di questa terra anche quando, per diverse ragioni, da essa si è partita alla scoperta del mondo.

Tanta commozione. Il pudore non riesce a velare gli occhi lucidi quando Paola Marchegiani, assessore alla Cultura del Comune di Pescara, emozionata rivolge il saluto della Municipalità alla città sorella, capoluogo di regione, tragicamente colpita dal terremoto del 6 aprile scorso. Il dramma dell’Aquila, ferita e offesa nel suo notevole patrimonio artistico architettonico e culturale – afferma la Marchegiani – è fortemente condiviso da tutti gli abruzzesi. Tanto che le scorie d’un vecchio municipalismo bolso e qualche muro di diffidenza, che pure hanno segnato il rapporto tra le due città negli ultimi decenni, di fronte alla tragedia sembrano essersi schiantati d’improvviso, dissolti davanti alle macerie. Scomparsi. Mentre un moto generoso d’affetto e di solidarietà unisce tutti gli abruzzesi, dentro e fuori regione, nei confronti dell’Aquila, la città che ha stupito il mondo, simbolo per eccellenza della grande storia d’Abruzzo. Gli stessi sentimenti, in apertura, erano stati espressi da Bruno Sulli, aquilano da anni trapiantato a Pescara e presidente della Fondazione Genti d’Abruzzo, e da Giuseppe Ciardulli, presidente dell’Associazione Marconi, che hanno patrocinato l’iniziativa.

David Maria Adacher ed Antonio Porto, curatori con Sandro Cordeschi della pubblicazione, hanno coordinato gli interventi. Dapprima il saluto di Roberto Marotta, presidente della Fondazione Carispaq, che ha finanziato il progetto editoriale del LHASA, quindi la relazione del prof. Gerardo Massimi dell’Università di Chieti, tra i più insigni docenti di Geografia economico-politica in Italia, che del volume ha tracciato una sintesi, annotandone il valore letterario, culturale ed etno-antropologico, non mancando di confessare le emozioni suscitate da un’opera a più mani, il cui risultato comunque conserva un filo conduttore. Infine, l’intervento conclusivo di Stefania Pezzopane, presidente della Provincia dell’Aquila. Tenace, lucida e determinata nel descrivere l’incrollabile voglia degli aquilani di ricostruzione la loro Città e il futuro dell’Aquila mai come ora affidato ai suoi giovani, ha chiuso con un groppo alla gola la sua testimonianza mentre esprimeva l’augurio ai presenti di potersi presto rivedere “sotto i Portici”, luogo d’incontro e di relazioni della comunità aquilana nel centro dell’Aquila, ora chiuso per le rovine del terremoto. E’ scappata davvero qualche lacrima, a molti, confusa appena dagli applausi.

Anche se i tempi che ora descrivono la città sono l’imperfetto (L’Aquila, era) ed il futuro (L’Aquila, sarà), veniamo al libro, all’immagine dell’Aquila, stupenda, che se ne trae. Per paradosso il presente, il tempo più facile da coniugare a scuola, al momento è il più maledettamente complicato, difficile e gravoso per la Città. Starà alla forza morale, alla dignità ed alla serietà degli aquilani buona parte del futuro dell’Aquila, insieme alla qualità della classe dirigente cittadina ed abruzzese. E sopra tutto al Governo e alle istituzioni nazionali se, come annunciato, manterranno gli impegni assunti verso la Città. Ma è un discorso che si farà in altra occasione, ora ci porterebbe lontano. Ora, per parlare del libro e dell’Aquila, facciamo conto che non sia accaduto ciò che è purtroppo accaduto. Laudomia Bonanni, scrittrice aquilana nell’olimpo della letteratura italiana del Novecento, iniziava così uno dei suoi brillanti elzeviri, pubblicato nel 1950 sul Giornale d’Italia: “In un salotto romano mi fu domandato una volta ove mai si trovasse L’Aquila, se giù giù, al sud estremo. Ma poco dopo un critico musicale, appena di ritorno dall’Aquila per un concerto (già: c’è una Società dei Concerti) si mostrava entusiasta della piccola città vista quel giorno la prima volta. L’Aquila piace ai poeti, agli artisti. Quello era rimasto incantato di tutto: della montagna, dell’architettura, della gente. ”

In quattro righe la Bonanni riesce ad esprimere da un lato come L’Aquila fosse sconosciuta, dall’altro a descrivere la meraviglia di chi la scopre come uno scrigno prezioso di bellezze. E’ passato mezzo secolo, da allora, tante cose sono cambiate per la città capoluogo d’Abruzzo. E tuttavia le sue infinite ricchezze artistiche, architettoniche, archeologiche ed ambientali, la sua storia, singolare sin dalla sua fondazione, la sua anima profonda, non sono ancora del tutto svelate e riservano ogni tanto sorprendenti scoperte. Vicende simili riguardano l’intero Abruzzo, spesso borghi sperduti in una regione dalla natura incantevole, selvaggia ed impervia che nei due secoli scorsi ha attratto l’interesse di viaggiatori italiani e stranieri, scrittori, poeti ed artisti – Lear, Gregorovius, Keppel Crafen, Howe, McDonell, Culthbert Hare, Berlioz, Savinio, Levi, Piovene, Bacchelli, Gadda, Pound, Pasolini e Alvaro, per citarne alcuni – che pagine stupende hanno vergato sulle meraviglie della nostra terra, sui tesori d’arte inaspettati, su tradizioni di grande suggestione.

Oggi l’Abruzzo sta diventando meta ricercata e preferita da un certo turismo europeo. Lo si sceglie come una volta la Toscana, per le sue valenze architettoniche, ambientali e gastronomiche, e fors’anche per quell’anima autentica che riesce ad esprimere. Ma c’è ancora tanto da scoprire. E’ proprio vero, le cose migliori non sono mai a portata di mano. Si debbono cercare, con la pazienza, la curiosità e l’umiltà tenace del viandante. E’ proprio quello che fanno da dieci anni i componenti del LHASA (www.lhasa.it), esplorando con lo spirito più vero del viandante d’una volta, non distratto dall’effimero e non soggiogato dalle ansie frettolose del nostro tempo, il nostro Abruzzo. Con il medesimo spirito i suoi “esploratori” sono andati anche in giro per il mondo, in ogni continente, fuori dai circuiti confezionati dal turismo consumistico, a cercare genti, culture e civiltà per comprenderne l’anima, ascoltandone nel profondo le voci e le storie, a scoprire l’essenza d’un possibile nuovo umanesimo e d’una spiritualità sgombra da orpelli. Di queste esperienze, con passione certosina, negli anni si sono accumulate testimonianze che oggi vedono la luce in due preziose pubblicazioni, la più degna celebrazione per il decennale d’attività del LHASA.

L’Abruzzo e L’Aquila non potranno mai essere a sufficienza grati per l’opera davvero notevole e preziosa che il LHASA realizza con questi due volumi, illuminando d’una luce diversa la nostra terra, rivelandone aspetti, valori e singolarità finora distrattamente sorvolati, destando interessi nuovi e desideri di conoscenza. I due volumi, saggistico l’uno e narrativo l’altro, danno ampiamente conto d’un decennio d’attività con pagine di eccellente levatura culturale. Notevoli nell’illustrare l’Abruzzo visto con occhi più curiosi ed attenti, come nel raccontare il mondo visto con la stessa curiosità ed attenzione. Infine raccontando il valore della nostra gente, degli Abruzzesi illustri, nella nostra terra come in ogni angolo del mondo. Un’opera importante di documentazione e di arricchimento del patrimonio di conoscenza del valore degli Abruzzesi nel mondo, dei risultati conquistati in ogni campo, del prestigio acquisito e dell’onore reso alla terra d’origine ed all’Italia. Quanto mai utile e necessaria per ampliare nella comunità abruzzese la consapevolezza, non sempre adeguata, di quanto l’altro Abruzzo sia riuscito a realizzare nel mondo.

Il primo volume, “Un popolo di visionari e poeti – Storie di viaggiatori anomali dall’Abruzzo e dal Mondo”, quello appunto presentato a Pescara e realizzato con il contributo di studiosi, ricercatori e viaggiatori consapevoli, propone una visione d’insieme sulle vicende spesso straordinarie dei viaggiatori che dall’Abruzzo sono partiti per conoscere il mondo. Ma anche dei viaggiatori per i quali era proprio l’Abruzzo il mondo “altro” da scoprire. Dal Mondo all’Abruzzo, dall’Abruzzo al Mondo, ieri ed oggi. Il volume è una composita raccolta di contributi, con riflessioni e storie davvero dense di spunti culturali, d’interesse e di valore documentario. Davvero intriganti i vari contributi. Dalla penna di Sandro Cordeschi “I nomadi dello spirito”, storie dei grandi eremiti, in primis Pietro del Morrone poi diventato papa Celestino V, e “Missionari e Viaggiatori”, storie di francescani abruzzesi nel mondo, tra cui Diomede Falconio, un frate che nel 1867 dall’Abruzzo partì per l’isola di Terranova, sulla costa canadese, luogo selvaggio dove i Vichinghi, o i Baschi, avevano posto piede intorno all’anno Mille; come “Le missionarie della Dottrina Cristiana” in Bolivia e il “Sogno americano” di John Fante e Pietro Di Donato, raccontati con la scrittura snella e coinvolgente di Emanuela Medoro; come gli “Scrittori e viaggiatori d’altri tempi”, Sallustio e Ovidio, secondo le colte annotazioni di Antonio Cordeschi; come “Un’adozione a distanza” e “Sulle tracce del Duca”, viaggio intorno alle gesta avventurose di Luigi Amedeo di Savoia-Duca degli Abruzzi, ripercorse e poi descritte da David Adacher in un viaggio con altri sei associati del LHASA tra le asperità rocciose in British Columbia e in Alaska; quindi “Il viaggio identitario” di Antonio Porto, storie di trasmigrazioni e transumanze di carbonai e pastori abruzzesi.

Ancora, “Dal Mondo all’Abruzzo: viaggiatori tra Illuminismo, Romanticismo e contemporaneità”, un capitolo dove Antonio Porto e Sandro Cordeschi annotano lo stupore di scrittori ed artisti europei alla scoperta d’un Abruzzo meraviglioso ed inaspettato, oppure “Le tradizioni popolari abruzzesi nei resoconti dei viaggiatori europei del XVIII e XIX secolo” attraverso la nota di Franco Cercone; come di Sabina Adacher il “Viaggio in Abruzzo di Mauritius C. Escher”, geniale artista olandese che ha impresso le sue emozioni in superbe e contrastanti opere grafiche; come di Sandro Cordeschi “Aternum, aeternum”, storie e leggende del fiume che collega l’Abruzzo dei monti all’Adriatico, L’Aquila e Pescara, e “L’Aquila, i luoghi della poesia”, scorci della città letti con versi e brani di grandi poeti e scrittori (da Carlo Emilio Gadda a Laudomia Bonanni, Guido Ceronetti e Alberto Savinio, Ignazio Silone e Giovanni Battista-Titta Rosa, Ezra Pound e Kikuo Takano); come “Un mito d’origine”, storie leggendarie sul monte Calvo, raccontate da Paolo De Angelis. Infine storie di viaggi dell’oggi, dall’Abruzzo al Mondo, raccontate dai protagonisti (Pieluigi Castellani, Antonietta Cellini, Alessia Copersini, Marco Cordeschi, Paolo De Angelis, Manuela de Curtis, Amedeo Di Nicola, Massimo Gentile, Domenico Lucci, Emanuela Medoro, Gianpiero Morelli, Gianfranco Poccia, Armando Testa), lungo i più remoti sentieri degli States e del Canada, tra i nativi Navajo, o in bicicletta sui deserti del Sinai e del Sahara, o sulle montagne sperdute della Kirghisia, o nella terra dei Maya in Guatemala, o tra i Lakota-Sioux nel Wind Cave National Park, eccezionalmente ammessi dal capo Russell Means ad assistere alla Danza del Sole, cerimonia sacra dei Nativi delle grandi pianure del Sud Dakota, o nel viaggio immaginario verso lo spazio con uno dei precursori, Abas den Firnas, uno spagnolo musulmano che a Cordoba, nel IX secolo, tentò e realizzò la prima prova di volo umano.

Il secondo volume, “L’occhio del viandante – Storie di viaggi in terre di Nessuno”, di Sandro Cordeschi, raccoglie alcuni frammenti della memoria riguardanti i viaggi più significativi, con una prosa densa ed avvincente, ricca di sensibilità. E’ augurabile che anche questa seconda opera possa degnamente essere presentata. Si annota, peraltro, come la cospicua attività culturale del LHASA dovrebbe meritare un grande rilievo, specie dalla Regione Abruzzo. Parte dei significativi risultati dell’attività decennale dell’Associazione sono dunque trasposti in questi due volumi, di grande valore per la cultura abruzzese, ma anche per una più diffusa conoscenza dell’Abruzzo, e della sua gente, dentro e fuori dei suoi confini. Costituiscono un’opera d’eccezionale qualità nell’illustrare le valenze della regione e della sua gente, a richiamarne i caratteri più singolari, in fondo contribuendo ad accrescere sensibilmente quel senso di comunità regionale, in patria ed all’estero, orgogliosa senza spocchia delle proprie “ricchezze”, cespite dalle enormi potenzialità sul quale costruire il futuro. Di esse ogni abruzzese può andar fiero, specialmente le comunità abruzzesi nel mondo che, in tale opera, possono ritrovarvi i migliori valori della propria identità.

gopalmer@hotmail.com

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