Intervista a Luisa Gregis Passoni

Intervista a Luisa Gregis Passoni

Intervista a Luisa Gregis Passoni, dipendente del Ministero degli Affari
Esteri da 40 anni, nel corso dei quali ha prestato servizio negli Uffici
Consolari di Colonia/Germania, Baden, Berna e Zurigo. Dal 2006 è Agente
Consolare a Wettingen (Cantone Argovia, Svizzera)

Quali sono le sue origini?
Sono nata ad Alzano Lombardo, un paese (ora città) nella Val Seriana, in
Provincia di Bergamo. All'età di circa 18 anni sono partita per la Germania.
Nel giugno 1969 ha assunto servizio al Consolato Generale d'Italia di
Colonia.

Brevemente può raccontarci la sua esperienza all'estero ripercorrendo
momenti più importanti e significativi?
L'1.1.1970 è entrata in vigore, in quelli che erano allora i Paesi che
formavano il “Mercato Comune Europeo”, la libera circolazione delle persone.
Cio' ha comportato l'inizio dell'emigrazione di massa dal nostro Paese (in
particolari dalle Regioni del Sud) verso la Germania. E' stato un momento
importante, come importanti sono stati i Referendum cosiddetti
“antistranieri” tenutisi in Svizzera negli anni '70 e '80. Sono questi,
assieme a tanti altri, i ricordi che conservo indelebili nella mia mente.

Qualche volta ha provato nostalgia per lItalia? Cosa le è mancato di più?
Sono sempre riuscita ad integrarmi bene nei Paesi e nelle città dove ho
vissuto e prestato servizio. Cio' non mi ha tuttavia impedito di sentire
sempre il senso di appartenenza al “mio” Paese e di essere sempre stata
fiera di essere cittadina italiana. La cosa che forse piu' mi è mancata, in
oltre 40 anni di permanenza all'estero, è la capacità, che solo il nostro
popolo possiede, di riuscire sempre a “gioire della vita”.

Come è il lavoro al consolato, voglio dire i rapporti con gli italiani
residenti in Svizzera? Qualche aneddoto?
In un Consolato si concentra tutta..l'Italia. Soprattutto la vecchia
generazione sa che, quando varca la porta di un Consolato, …. entra nel
proprio Paese. E lo dimostra: a volte con manifestazioni anche affettuose,
altre volte con critiche; il rapporto è comunque sempre caratterizzato dalla
componente “umana”. Le nuove generazioni sono invece piu', direi, razionali:
si aspettano l'erogazioni di servizi, possibilmente con tecnologie avanzate.

Quali sono i rapporti tra il consolato e le associazioni italiane. E in
particolare, come giudica la presenza dei lombardi in Svizzera?
Il rapporto tra Consolato e l'Associazionismo in Svizzera è intessissimo. La
presenza delle Associazioni Lombarde è importante e la loro attività
continua a rappresentare un irrinunciabile momento di aggregazione della
nostra collettività lombarda, in particolare di quella che ha ormai
rinunciato al progetto/sogno del rimpatrio e deciso di stabilirsi
definitivamente in questo Paese.

E in particolare il lavoro svolto dall'associazionismo lombardo, le sembra
vitale? Qualche consiglio per l'associazionismo?
Consiglierei alle Associazioni Lombarde (ma lo stesso vale per tutto il
mondo associativo) di riflettere ed di individuare opportune strategie per
avvicinare a tale mondo le nuove generazioni.. Credo che scoprire,
riscoprire, conoscere e conservare le proprie origini non sia solo un
arricchimento per la comunità di appartenenza, bensi personale ed
individuale: perché rinunciarvi ???????

Qualche impressione sulla “Festa dello Statuto” del 18 aprile a Zurigo? Come
giudica la folta partecipazione?
La Festa dello Statuto” del 18 aprile u.s. è stata una dimostrazione di come
la comunità lombarda in Svizzera (e, sono certa, che la stessa cosa vale per
gli altri Paesi) sia “vicina” alla propria Regione: credo che questo basti a
dimostrare alle Istanze regionali l'importanza del mantenimento di un
rapporto organico con le comunità lombarde sparse per il mondo, con quel
pezzo della nostra Regione distribuito sui 5 Continenti.

Dario Carta
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