ASSEMBLEA PLENARIA CGIE -ELIO CAROZZA (SEGR.GEN):"IL CGIE RIMETTE ALL’ATTENZIONE LE POLITICHE PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO"

ASSEMBLEA PLENARIA CGIE -ELIO CAROZZA (SEGR.GEN):”IL CGIE RIMETTE ALL'ATTENZIONE LE POLITICHE PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO”

“E’ con sentito rammarico per quanti sono scomparsi nella tragedia del sisma che ha sconvolto l’Abruzzo e per quanti hanno subito la perdita dei loro cari e dei loro beni, spesso ottenuti con grandi sacrifici in Italia ed all’estero, che va il nostro ricordo.” Con queste parole e l'invito ad un minuto di silenzio in memoria delle vittime del terremoto che il Segretario Generale del CGIE ha aperto i lavori dell'Assemblea Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero.

Dopo aver ricordato l'istituzione del Fondo di solidarietà, offerto dalle comunità all'estero, che il CGIE metterà a disposizione della Regione e della provincia de L'Aquila, il Segretario Generale del CGIE è entrato nel vivo dei lavori, stigmatizzando “il silenzio che ha contrassegnato questi mesi succedutisi ad una Finanziaria dagli effetti distruttivi per la promozione della lingua e cultura , per lo sviluppo dei rapporti commerciali, per l'assistenza diretta ed indiretta, per l'assistenza sanitaria, per la formazione, delle comunità italiane all’estero nel breve, medio ed ancor più nel lungo periodo”.
“Un “cahier de doléance”, anzi di diritti sottratti perché sono impegni dovuti a chi ha dato ed ancora offre il proprio contributo a questo Paese nel momento del bisogno, che attiene anche alla stessa rete consolare, con quanto significa in termini di servizi all’estero. La punta emergente di un iceberg che si è abbattuto in maniera dirompente su un mondo che è parte integrante di questa nostra società. E non -ha rivendicato Carozza – un mondo malato da riconvertire, sminuire o valorizzare agli utili della combinazione politica di turno.”

Di fronte alla determinazione, espressa nei giorni scorsi in Senato dal Sottosegretario con delega per gli italiani all'estero, Sen.Alfredo Mantica, di incidere ancor più “pesantemente” sugli istituti di rappresentanza di questo settore, il CGIE non intende demordere” ha fatto presente Carozza.

“Le ragioni di questo impegno – ha spiegato- sono tutte racchiuse nella vitale e concreta rispondenza del CGIE alle esigenze di rappresentatività delle comunità all’estero, cui fanno riferimento i Comites, le rappresentanze regionali, l’associazionismo in Italia ed all’estero, le stesse rappresentanze diplomatico-consolari ed in buona parte anche la rappresentanza parlamentare. Demonizzare o ritenere inutile fardello il pluralismo della rappresentanza – come affermato dal Sen. Pedica – è considerare l’esercizio democratico un superficiale e inutile mezzo da utilizzare in tempi di vacche grasse per vanificare la sua portata ed impegno in tempi di crisi” ha sottolineato il Segretario Generale, rispondendo al concerto di iniziative abolizioniste o riformatrici del CGIE e degli stessi Comites posto in essere in questi ultimi mesi, all'indomani del rinvio del rinnovo di entrambe le rappresentanze.

Per Carozza ancor più preoccupante è stata l’affermazione del Sen. Mantica il quale, dopo aver soddisfatto l’esigenza di chi propendeva per il rinvio delle elezioni dei Comites e dello stesso Consiglio, espropriando le nostre comunità all’estero del diritto di espressione democratica del voto, ora ne sostiene il tentativo di cancellazione in virtù di una non ben chiarita funzione di riforma dell’uno e degli altri.
Lo stesso CGIE nel 2007 aveva presentato un proprio documento di riforma ma oggi il dibattito sulla riforma di CGIE e Comites arriva nel momento meno opportuno, quando ancora non si è concretizzata la riflessione parlamentare sulla riforma istituzionale dello Stato. Ed oltretutto si vuol presentare nel contesto di un processo evolutivo del CGIE in atto e di cui le diverse proposte parlamentari non tengono conto.

D'altra parte, il Governo sembra non essere informato del fatto che il CGIE è strumento di rappresentanza esemplare sul piano europeo, come è stato evidenziato a Parigi nel settembre 2008 dal documento sull’”Europe en mouvement” nell'incontro dei Consigli Generali dei migranti fuori dei confini del Paese di origine nella UE, organizzato dal Governo francese.

Carozza si è, quindi, soffermato sul “fermo biologico” impresso agli organismi di rappresentanza riguardo al rinnovo dei Comites e CGIE, nonostante l'impegno e la volontà dei giovani italiani all’estero che intendono offrire al Paese d’origine impegno e capacità per un futuro più solidale. Giovani che hanno risposto concretamente ale iniziative pro terremoto, alle manifestazioni da loro stessi organizzate per il 25 aprile… Motivi di grandissimo valore sul piano morale e politico, nazionale ed internazionale, di cui mi auspico si prenda concretamente atto in ambito governativo e parlamentare” ha detto Carozza, sottolineando come l’Italia possa ancora contare sulla partecipazione determinante delle sue comunità all’estero, nonostante il trascorrere del tempo e la miopia politica ed istituzionale dimostrata in questi ultimi mesi.

Migliaia di cittadini italiani che vivono nel mondo ed esprimono tutta la loro passione attraverso il volontariato, di cui i giovani hanno raccolto il testimone. Gli stessi giovani ai quali finora il Governo non ha dato nulla se non il drastico taglio dei corsi di lingua e cultura italiana !

“Forse il CGIE verrà presto definito “Scomodo” – ha affermato Carozza – come la voce di chi denuncia gli appuntamenti e gli impegni istituzionali non mantenuti e ne persegue l’attuazione, luogo di coordinamento della rappresentanza territoriale e di consulenza delle istituzioni dello Stato… la presenza delle rappresentanze regionali in questa sala testimonia la condivisione delle Consulte dell'emigrazione degli assessorati regionali competenti nel voler tenere fede all’indizione della III Conferenza Stato/Regioni-Province Autonome/CGIE. In ogni caso è istituzionalmente doveroso tener conto di questi importanti assunti e non indulgere in un cinismo dialettico, oltre che di pensiero, che talvolta va ben al di là di un realismo più di maniera che di sostanza.”

“Mi scuserete se mi permetto di concludere con una considerazione prettamente personale. Probabilmente, caro Sottosegretario, Lei rimuove la militanza in un partito che ha fatto in tempi non remoti della battaglia per gli italiani nel mondo una bandiera senza temere lo scontro né partitico, né istituzionale.

Glielo sta ricordando un uomo di sinistra!

Non Le chiedo quella assunzione di responsabilità ma almeno un impegno che non sia ad ogni piè sospinto preconcetto e che spesso può essere interpretato come un insulto alla dignità dei nostri connazionali all’estero ! Donne e uomini che ancor oggi sono capaci di offrire generosamente, ed ai quali occorre dare doverosamente concrete risposte alle loro rivendicazioni, esigenze, aspirazioni e anche sostegno nel momento del bisogno !”

Infine il Segretario Generale del CGIE ha espresso la preoccupazione degli italiani all’estero per gli avvenimenti che si succedono in questi giorni e per le stesse affermazioni delle istituzioni del nostro Paese che negano la realtà dei fatti e dei diritti degli individui!
“Siamo preoccupati – ha concluso Carozza – per la deriva a cui assistiamo impotenti, noi “cittadini del mondo”, che viviamo in un mondo multiculturale e multietnico, abbiamo difficoltà a capire il rifiuto di un'Italia siffatta. Noi che abbiamo vissuto in passato sulla nostra pelle le stesse battaglie, i cui risultati hanno permesso l’evolversi sociale e politico dei Paesi che ci hanno accolto e che abbiamo contribuito significativamente a rendere civili e forti”.

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