La morale al tempo di Porta a porta

E’ sempre colpa della sinistra! A prescindere, avrebbe aggiunto Totò.

Per la prima volta, nel lessico del Premier, scompare il sostantivo comunista, utilizzato ogni qual volta c’è stata necessità di lanciare accuse di remare contro, per far posto a un più generico la sinistra. Che fa perfettamente il paio con la signora, termine con il quale Berlusconi ha liquidato la propria consorte all’inizio della prima botta e risposta tra i due dopo l’esternazione pubblica di Veronica Lario contro il ‘ciarpame senza pudore’, riferendosi alla prevista presenza delle veline nelle liste Pdl per le elezioni europee. Anche in questo caso è stata colpa della sinistra che avrebbe sobillato e riempito la testa di strane idee controrivoluzionarie la propria consorte, come se la questione della qualità delle candidate non fosse stata posta in primis dalla Fondazione FareFuturo del Presidente Fini rivendicando, appunto, di aver posto un problema culturale e politico, non di aver fatto gossip.

E non è certo di gossip che voglio parlare ma certamente una riflessione tra ciò che è pubblico e ciò che è privato è necessaria. Fin dagli anni ’70 si è sviluppato un dibattito su questa questione e la sintesi tra le due contrapposizioni si concretizzò nel famoso “il personale è politico”. Il nostro Presidente del Consiglio, dalla dirompente discesa in campo nel 1994 a oggi, ha scelto di vivere una vita pubblica la cui apoteosi fu ben rappresentata da quella pubblicazione fatta avere a milioni di italiani nel 2001 e che raccontava, anche per immagini intime e familiari, il suo percorso imprenditoriale e politico. Questa scelta, tutta politica appunto, gli ha procurato il consenso e la popolarità che con sapienza, e insipienza della sinistra, ha rafforzato in questi anni anche con l’accondiscendenza di una stampa ben addomesticata (la stessa stampa che si è poi scagliata, come si fa con una muta di cani, volgarmente e ignobilmente contro la Lario, sprezzantemente definita velina ingrata, e probabilmente quella che ci fa meritare di essere classificati, in quanto a libertà di stampa, dietro al Benin).

L’ultimo episodio giornalistico è proprio l’apparizione del Premier alla recente puntata di Porta a porta, palcoscenico ideale per i suoi accessi narcisistici e per quelli di Bruno Vespa, senza contraddittorio, con giornalisti fin troppo benevoli e per di più in palese violazione della par condicio. Quello che colpisce molto in questa vicenda è l’assenza di commenti della maggioranza politica che lo sostiene, ben nascosta dietro il “Non possiamo interloquire, sono fatti privati tra moglie e marito”, soprattutto con riferimento alla grave e reiterata accusa della, si può dire, ex moglie sui rapporti tenuti in passato da Berlusconi con una ragazza oggi diciottenne, che lo definisce “Papi”.

Non è più una vicenda privata quella che si sta dipanando tra il Cavaliere e la Lario in virtù del fatto che proprio quest’ultima ha pubblicamente denunciato (l’aveva già fatto due anni fa sempre su Repubblica) la discutibile etica politica, la superficialità nei comportamenti e, aggiungo, le esternazioni che in questi anni hanno fatto il giro del mondo, di Berlusconi. Quando si giunge, e poi lo si rafforza e lo si coltiva con cura, al degrado politico e morale cui Berlusconi sta abituando una buona fetta di italiani e allora, senza esagerazione, mala tempora currunt.

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