Donne Iraniane Afghane Italiane: sorelle nella lotta

Persepolis…nel film in disegni della giovane Marjane Satrapi, iraniana, suggeriva la musica “Non dimenticare mai i tuoi sogni del passato Devi combattere per tenerli vivi…“. Guardare con l’occhio della tigre… e apprendiamo che in Iran; Amnesty denuncia esecuzione pittrice Delara Darabi. “Mi impiccano tra pochi secondi, aiutatemi“: non è un film.
Il primo maggio, è stata impiccata una donna ” la pittrice iraniana Delara Darabi, condannata a morte per un omicidio commesso quando era minorenne, è stata giustiziata oggi in Iran”. Rimangono le news di shahrzad con un video datato 2007 dove si appellano i famigliari, passano le immagini di Delara, tra la vita e la morte…
Non faccio commenti, inoltro due testi, corredati da altrettanti video, recenti. Il primo è un documento firmato da alcune associazioni di donne iraniane in solidarietà con le donne afghane. Perviene ed è stato tradotto grazie a Cristina Cattafesta, attivista da tempo impegnata nel Coordinamento Italiano a sostegno di RAWA: Donne Iraniane e Donne Afghane: sorelle nella lotta contro l’estremismo religioso

Segue un ricordo di Vittoria Oliva, dedicato a Delara Darabi: donna, nata in Iran, pittrice, assassina forse, detenuta, impiccata.
Tagliando e cucendo piccole rivoluzioni…con profonda tristezza, indignazione e sgomento, saluto una gemma di vita.Con gli occhi della tigre.

Doriana Goracci






Donne iraniane e afghane: sorelle nella lotta contro l’estremismo religioso
La nuova Legge Sciita sulla Famiglia, approvata in Parlamento e firmata da Karzai, è stata uno shock per tutte le comunità impegnate sui temi dell’equità di genere e dei diritti umani nel mondo.Circa 300 coraggiose donne afghane hanno organizzato un corteo di protesta davanti alla nuova moschea sciita per manifestare la loro opposizione a una legge che non solo viola i diritti umani più basilari e la dignità delle donne afghane, ma è anche in contrasto con la costituzione afghana. Le donne iraniane che condividono la stessa lotta contro l’estremismo religioso vogliono garantire un forte sostegno alle loro sorelle afghane in Iran e della diaspora. La controversa Legge Sciita sulla Famiglia è una reminiscenza della brutale dittatura dei Taliban. D’accordo con Sima Ghani, una giovane attivista per i diritti umani, le 300 donne hanno contestato la legge indipendentemente dal gruppo religioso di appartenenza. Molti credono che questa legge non sia che il primo passo verso l’imposizione di una Legge Islamica sulla Famiglia di stampo talebano. Adeleh Mohseni da Kabul, in un’ intervista alla Rete di Solidarietà delle Donne Iraniane ha detto che “solo fino a ieri i Taliban volevano la morte degli sciiti” ma oggi rispettano le loro leggi e ammirano chi le ha scritte… E’ interessante notare che sulle questioni che riguardano l’oppressione delle donne si trovino a collaborare tutti insieme”



Il 14 di aprile le seguenti organizzazioni di donne iraniane:
Focus on Iranian Women
– The Feminist School
– Women’s Field
– Women’s Commission of Tahkim Vahdat
Women’s Committee of Tahkim Vahdat Iranian Researchers’ Association
Committee of Human Rights Reporters
Health Activists Association (Talashgaran Salamat)
Farasoo Association (Tabriz)
rilasciano questa dichiarazione comune:
IN SOSTEGNO DELLE DONNE D’AFGHANISTAN CONTRO LA NUOVA LEGGE SULLA FAMIGLIA
in inglese
Noi, attiviste del movimento delle donne iraniane, abbiamo cercato di seguire regolarmente e responsabilmente le attività, i successi e i fallimenti delle donne in quest’area. Proprio perché crediamo che ogni successo e ogni fallimento delle donne, specialmente nella nostra regione, possano avere effetti anche sulle donne iraniane e sulla nostra società. Sappiamo per esperienza di essere capaci di modulare le nostre azioni per ottenere uguali diritti, imparando le une dalle altre. Non appena abbiamo saputo che una nuova legge, chiamata “Legge sulla Famiglia” è stata approvata in Afghanistan, abbiamo deciso di unirci alla vostra causa e lottare contro questa legge sessista. Inoltre, la campagna “One Million Signature” (“Un Milione di Firme”) – -, una rete di attiviste decise a cambiare le discriminatorie leggi contro le donne e le ragazze in Iran, hanno inserito un articolo nel sito ufficiale della Campagna intitolato
“ l’ Uguaglianza è un nostro diritto, rapporto dalla Manifestazione delle Donne”
Questa è la prima reazione organizzata delle Donne Afghane e un segno di speranza per il movimento delle donne afghane. Non è tanto che il movimento delle donne iraniane ha costituito con successo una coalizione contro la Legge sulla Famiglia che ha rimosso le restrizioni alla poligamia. La voce collettiva delle donne iraniane che ha detto NO ALLA POLIGAMIA ha costretto il governo a fare un passo indietro e a rivedere la legge. Ma certamente ogni vittoria a breve termine in Iran e in Afghanistan non possono mai considerarsi scontate. Le forze patriarcali e il potere politico – che non si fanno scrupoli a fare compromessi sui diritti delle donne e sulla loro dignità per perseguire la loro agenda politica – sono dietro a questa legge e cercano sempre nuove opportunità e scappatoie per incrementare questo tipo di leggi oppure – davanti a una resistenza locale o globale – a fare un passo indietro. Per fermare la brutale pratica della lapidazione in Iran, le donne iraniane hanno avuto l’esperienza di “Una rara vittoria per i Diritti delle Donne in Iran”
Una delle lezioni che abbiamo imparato dall’incontro e dalla lotta delle attiviste per i Diritti delle Donne in Iran e in Afghanistan, è che la resistenza locale e l’opposizione con un supporto globale possono fermare il loro assalto. Nell’era della tecnologia dell’informazione e con l’emergere di nuovi mezzi tecnologici, queste regressive, obsolete e fanatiche leggi NON possono passare inosservate. Nonostante tutte le atrocità, la guerra e il terrore inflitti nel nostro mondo da rappresentanti dello stato e non, l’attenzione della comunità globale circa i diritti e la dignità delle persone e delle comunità è una forza collettiva e transnazionale, una rete CHE NON PUO’ ESSERE IGNORATA A LUNGO.
– Nonostante il fatto che le 300 donne che hanno protestato a Kabul abbiamo dovuto fare i conti con contro-manifestanti che hanno tirato pietre e le hanno chiamate “cani”
– nonostante il fatto che le donne iraniane che chiedono di modificare le leggi discriminatorie in Iran vengano arrestate e detenute
– nonostante il fatto che i loro siti vengano oscurati, i loro giornali vengano chiusi e la loro sicurezza sia fragile i movimenti per i diritti e la dignita, per l’equità e l’uguaglianza, stanno procedendo e ottenendo maggiore forza.

http://www.rawa.org/zarmina1.jpg

VIDEO
http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/south_asia/7999875.stm

Afghanistan Women Protest
http://www.opendemocracy.net/article/arab-region-the-dignity-of-women/iranian-and-afghan-women-sisters-in-struggle-against-religious-extremism

Dedicato a Delara Darabi
donna nata in Iran, pittrice, assassina forse, detenuta, impiccata

1 Maggio Nicosia (Apcom)

da la notizie dell’esecuzione, resa nota da Amnesty international della pittrice Delara Darabi, 23 anni, colpevole per un omicidio in corso di una rapina compiuta all’età di 17 anni.E’ stata Delara e’ stata impiccata nella prigione di Rasht, nel nord dell’Iran., dopo cinque anni di detenzione, senza che fosse informato il suo avvocato”.
E senza che nemmeno che si sappia con esattezza le dinamiche dell’omicidio, in un primo tempo Delara confessò: sappiamo i metodi per ottenere le confessioni quando si finisce in mano a giudici o religiosi o laici, poi ritrattò accusando del delitto il suo complice, sappiamo anche i metodi per ottenere le ritrattazioni da legislazioni religiose o laiche. Inconfutabile è il fatto che aveva 17 anni quando compì la rapina e avvenne l’omicidio, e che a 23 anni è stata condannata a morte. A me basta questo per sentire indignazione e sofferenza.
Un primo maggio che non rientra nelle celebrazioni del 1° maggio.
A lei e alle donne arabe sotto l’imperio della schiavitù patriarcale e religiosa dedico, virtualmente, il romanzo di questa scrittrice, mutilata nella sua sessualità come tante donne, a lei dedico le parole di Nawal, combattente coraggiosa, colei di cui è stato detto: più di ogni altra ha saputo descrivere le sofferenze delle donne arabe: “Bedur, dovevi morire per fare un pò di luce nell’oscurità delle menti?”

Paladina dei diritti delle donne e della democratizzazione nel mondo arabo, è conosciuta internazionalmente come scrittrice e psichiatra. I suoi libri sulla condizione della donna nel mondo arabo hanno avuto un profondo effetto sulle ultime generazioni. A seguito delle sue pubblicazioni scientifiche e letterarie ha dovuto affrontare numerose difficoltà. Nel 1972 ha perso il suo lavoro presso il governo egiziano; “Health” il giornale da lei fondato è stato chiuso dopo 3 anni di attività. Nel 1981, sotto il governo del presidente Sadat è stata incarcerata, fu rilasciata un mese dopo l’assasinio di Sadat. Dal 1988 al 1993 il suo nome era tra quelli segnati su una lista di morte di un gruppo terroristico fondamentalista. Alcuni suoi romanzi tra cui “l’amore ai tempi del petrolio” sono stati banditi e censurati dalla massima istituzione religiosa Egiziana Al Azhar, che ha ordinato il ritiro da tutte le librerie egiziane.
il resto su
Partì alla ricerca del suo orgoglio perduto. Aveva l’orgoglio di un animale che si impunta con le zampe e non vuole più camminare. Lei non era una donna né per la cucina né per il letto, non conosceva a memoria le canzoni che le donne cantano quando stanno in bagno. Non capiva nemmeno la passione che poteva suscitare nel cuore del marito l’osservarla mentre cucinava il cavolo ripieno. Inoltre, non sbatteva le ciglia quando il datore di lavoro, o Sua Maestà, la guardavano.”
Vittoria L’Avamposto degli Incompatibili
www.controappunto.org

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