Lettera dell’on. Razzi al premier

Alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
C/att.ne Onorevole dr. SILVIO BERLUSCONI
Palazzo Chigi
00100 Roma
Roma, addì 29.04.2009

Egregio Signor Presidente del Consiglio,
l’evento sismico dello scorso sei aprile che ha colpito l’Abruzzo, mia terra natia, ha segnato la vita di noi italiani tutti ed ha, inconsapevolmente, creato forte senso di unità ed unitarietà tra le forze politiche degli opposti schieramenti.
Il dramma delle duecentonovantasette vittime che abbiamo dovuto affidare nelle mani di Dio ha però sortito un miracolo : ha riunificato, forse per la prima volta dopo decenni di contrapposizioni ideologiche preconcette, l’Italia, il dolore dei familiari e dei sopravvissuti è stato il dolore della Nazione tutta.
Tutti, indistintamente, ci siamo stretti innanzi a quelle bare.
Siamo stati destinatari di una tragedia naturale : prendendo le mosse proprio dall’evento luttuoso che io Le chiedo, Signor Presidente, di rendersi promotore per la ricompensa al valor civile – nella forma della medaglia d’oro – post mortem, alla memoria, per ogni singola vittima del terremoto dello scorso sei aprile.
Le norme che regolano la materia sono contenute nella legge nr. 13 del 02.01.1958, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale nr. 29 del 03.02.1958.
L’art. 1) prevede la ricompensa al valor civile

“per premiare atti di eccezionale coraggio che manifestano preclara virtù civica e per segnalarne gli autori come degni di pubblico onore”.
Se stiamo al testo letterale, destinatario della ricompensa è colui che (art. 3) compie gli atti di cui sopra all’art. 1) esponendo scientemente la propria vita a pericolo manifesto.
A mio avviso la norma, nel caso di specie, è invece passibile di interpretazione estensiva : includendovi, eccezionalmente, anche le vittime del terremoto, soggetti che – con la loro morte – hanno comunque
“tenuto alto il nome ed il prestigio della Patria”.
Queste duecentonovantasette vittime, tra cui anche il volontario della Protezione civile colpito da infarto nel mentre operava soccorso, debbono tutte essere elevate, post mortem, quali degne di pubblico onore.
I morti, quei morti sono incolpevoli : e per quello che essi hanno rappresentato per l’Italia tutta – favorendo in loco addirittura una inimmaginabile riappacificazione nazionale (sfociata nelle celebrazioni dello scorso venticinque aprile) – vanno ricompensati debitamente dallo Stato italiano.
Pertanto, Signor Presidente, l’assegnazione della medaglia d’oro al valor civile – vista la risonanza che l’evento ha suscitato nell’opinione pubblica italiana e mondiale – rappresenterebbe un atto di gratitudine, di riconoscenza nazionale.
Confido, Signor Presidente del Consiglio, che Ella si renderà promotore di quanto io suggerisco.
Sarebbe un gesto purtroppo simbolico, che non riporta in vita le vittime : sarebbe però un gesto di grande valenza politica, di riconoscimento del Paese tutto che non sono decedute invano e che rimangono nei nostri cuori.

E se poi il conferimento della onorificenza coincidesse con il summit del G8 che Lei, Signor Presidente, ha convocato il prossimo luglio a L’Aquila, tale circostanza aumenterebbe la valenza, soprattutto morale, del gesto onorifico.
Certo, Signor Primo Ministro, che Lei valuterà opportunamente quanto io Le segnalo.

Con stima.
Razzi Onorevole Antonio

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