Che razza di festa è mai questa?
Un partigiano (Lettera firmata)
Non ci hanno detto il vero. Le carogne non sono ritornate nelle fogne. Sono di nuovo all’aperto e vanno predicando che il 25 aprile è la festa di tutti. Eppure di fascisti non ce ne dovrebbero essere più tanti in giro. Neanche Alleanza nazionale esiste più (buoni a tradire sé stessi, meno male per il bene di tutti gli altri italiani che sono la maggioranza). La festa di tutti? Ma di tutti chi? Questo paese ha la necessità di essere sottomesso, calpestato, soggiogato da poteri dittatoriali. Non siamo una democrazia, non lo siamo mai stata. Dopo la bellezza di 60 anni stiamo ancora a parlare qui di chi fossero i bravi ed i cattivi. Un po’ come l’olocausto che sarebbe una bella e buona stronzata propagandistica del pericolo giudaico imperante.
Il 25 aprile, la globalizzazione della festa di tutti, carnefici e martiri, belli e brutti, liberi e carogne. Che razza di festa è mai questa?
In America hanno patito momenti di gran lunga peggiori dei nostri dove la secessione è stata una macchia fratricida indelebile eppure non ne parlano più. E noi negletti e miserandi, pusillanimi ominicchi da quattro soldi, siamo ancora qui a parlare del ventennio rosso, giallo o nero. No, correggo, il ventenno è stato nero, anzi, nerissimo!
La resistenza mi ha tolto agli affetti una parte della famiglia ed io stesso per poco non ci rimettevo le penne. Mario mi morì accanto fulminato da un colpo di un bastardo cecchino nascosto su di un tetto. Oggi io ed i miei nipoti vado fuori a pranzo e brinderò alla memoria di Mario, di mio fratello Gianni e della signora Rosa morti per farci liberare dall’oppressione nazista.
Io festeggio così la loro memoria e la memoria di quanti hanno sacrificato la vita per questo paese. E non è la festa di tutti. Ma è la festa di tutti quelli che stavano dalla parte giusta e che hanno lottato per affrancare il paese dall’incubo fascista.