La Corte Costituzionale e la legge sulla fecondazione assistita

Recentemente la Corte Costituzionale ha dichiarato la parziale illegittimità della legge sulla fecondazione assistita.
Ma quali sono le funzioni della Corte? Secondo l’art. 134 della Costituzione la Corte giudica sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti,aventi forza di legge,dello Stato e delle Regioni;sui conflitti di attribuzione tra i poteri dello Stato e su quelli tra lo Stato e le Regioni,e tra le Regioni;sulle accuse promosse contro il Presidente della Repubblica,a norma della Costituzione.
Secondo la Corte è illegittima la norma che limita a tre gli embrioni impiantabili e la parte in cui non si prevede che il trasferimento di questi ultimi debba essere effettuato senza pregiudizio per la salute della donna.
La sentenza è arrivata al termine di un durissimo scontro,nell’aula del palazzo della Consulta,che ha avuto come protagonisti le decine di avvocati impegnati a sostenere la tesi della illegittimità di questa normativa davanti ai giudici costituzionali.
Saranno quindi i medici a decidere quanti embrioni saranno necessari per la positiva riuscita dell’impianto che dovrà essere privo di rischi per tutelare la salute della donna.
Si potrà così evitare quella vera e propria tortura psicologica oltre che fisica rappresentata dai tentativi di fecondazione praticati con insuccesso e per questo motivo continuamente ripetuti.
Una vittoria giunta al termine di una guerra giuridica innescata dalle tante coppie sterili italiane e dalle associazioni impegnate su questo delicato fronte.
Ora l’Italia è di nuovo tornata ad essere un paese europeo in particolare per le donne,sottoposte fino all’emanazione di questa importante sentenza,a continui bombardamenti di ormoni che si sarebbero potuti evitare se fosse stato possibile produrre più embrioni e conservarli. Per questo motivo le donne sono costrette ad emigrare all’estero per avere un figlio,nonostante la bravura dei medici italiani in questo campo della medicina,perché su tre embrioni la diagnosi preimpianto spesso non ha valore statistico.
I ricorsi contro la legge sono stati presentati dalle associazioni Hera,Sos infertilità,Cittadinanza attiva,Madre provetta e Amica cicogna e sono giunti alla Corte Costituzionale con l’obiettivo prioritario di dare giustizia ai numerosi aspiranti genitori.
L’Alta Corte ha sancito la illegittimità costituzionale del comma 2 dell’art. 14 della legge 40 limitatamente alle parole ad un unico e contemporaneo impianto,comunque non superiore a tre;e l’illegittimità del comma 3 nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna.
La Consulta ha invece dichiarato inammissibili,per difetto di rilevanza nei giudizi principali,le questioni di legittimità costituzionale dei commi 1 e 4 dell’art. 14 e del comma 3 dell’art. 6,sulla crioconservazione degli embrioni e sul consenso irrevocabile della madre all’impianto dal momento della fecondazione dell’ovulo.
Saranno le motivazioni della sentenza costituzionale a illustrare e a spiegare nel dettaglio come la Corte Costituzionale ha ridisegnato la legge sulla fecondazione assistita.
A rivolgersi alla Consulta,con tre diverse ordinanze,sono stati il tribunale amministrativo regionale del Lazio e il tribunale di Firenze che erano stati investiti della questione.
Molto soddisfatto per questa sentenza è il professor Severino Antinori,ginecologo e pioniere italiano nella sperimentazione delle tecniche di fecondazione assistita.
Insoddisfatto si è invece dichiarato Sandro Bondi,neo coordinatore del Popolo della libertà e ministro dei beni culturali che ha sottolineato come la sentenza intacchi la sovranità del Parlamento autore della legge 40.

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