GENERE E VITA QUOTIDIANA

Un’ampia gamma di differenze e…divergenze

Alla Casa della Cultura di Milano Simonetta Piccone e Stella Ruspini curatrici di un numero monografico sul tema della rivista “Inchiesta” relativo ai rapporti di genere omosessuali, transessuali e eterosessuali. Intervengono: Laura Balbo, Emilio Reyneri, Franco Rositi.

La prospettiva di genere sembra abbia perso la precedente portata e che, una volta accreditata tra gli altri concetti utili nelle scienze sociali, sia entrata in una fase di pacificazione, che dal punto di vista politico (il più delicato), sia dal punto di vista della provocazione teorica, stimoli poca innovazione.
Si constata che le ricerche sorprendono sempre e mettono in disordine i concetti e le elaborazioni già acquisiti.
La ricerca sorprende sempre, ma anche la vita relazionale che conduciamo cambia ed effettivamente presenta oggi un’agenda più ampia ed aperta in cui sussistono e si avvertono vari cambiamenti e mutevoli stravolgimenti.
La trattazione teorica e metodologica delle ricerche rispetto ai nuovi orientamenti sessuali, tutto quello che concerne il transessualismo, l’omosessualità, gli scambi imprevisti tra maschile e femminile, appare più sofisticato di quanto non siano numerose le vere ricerche sul terreno; sono sofisticate e colte anche per effetto della accumulazione di conoscenze attraverso una serie di contributi internazionali.

Le discese sul terreno di analisi mostrano quanto sia veloce ed esteso il processo di arricchimento ed accrescimento quando si incomincia a lavorare e fare ricerca in questa direzione. Si acquisiscono concetti e si constatano realtà di fatto che prima non venivano discussi. Il numero delle configurazioni identitarie e gli scambi tra maschile e femminile, tra omosessuali e transessuali e tra tipi di transessuali tra loro, sembrano offrire una sorta di poliedrico ventaglio ad libitum nella società nel suo insieme, con una panoramica di scelte relazionali ricchissima e molto sfumata in incroci ed intrecci imprevedibili.
L’impressione è che le scelte relazionali delle persone nella vita reale e quotidiana siano profondamente coartate da pregiudizi piuttosto pesanti quando si tratta di orientamenti sessuali non tradizionali. A che punto si trovano i rapporti tra i generi? Le linee di rivalità e di attrito sono sempre esistite e si sono spostate, comparendo all’improvviso dove meno lo si aspetta. Sembra che l’ostilità e il non riconoscimento reciproco tra i diversi generi siano altrettanto accentuati negli agglomerati collettivi, nei gruppi e movimenti di protesta, per esempio nei centri sociali e nelle organizzazioni necessarie per le manifestazioni dei Gay Pride, in cui nascono conflitti di tutti i tipi, quali movimenti di protesta politica o identitaria o di appartenenza sociale molto particolare.

Altrettanto accentuati sono i conflitti all’interno delle coppie eterosessuali tra le quali qualche minimo di novità ed il riconoscimento reciproco hanno visto un’evoluzione e un incremento progressivo.
Anche tra le coppie separate eterosessuali, la linea dello scontro sta assumendo connotati diversi, nuovi ed imprevisti. Il pensiero femminista ha edificato una specie di monumento al lavoro di cura e alle qualità della condizione di maternità; nello stesso tempo, una delle conseguenze perverse consiste nel fatto che, in qualche maniera, si è tolta ogni comunicazione diretta o meglio si sono esclusi gli uomini da ogni possibilità di instaurare qualche rapporto con il loro ruolo eventualmente all’interno di un rapporto paterno con i figli, che non sia immediatamente sotto accusa o giudicato estremamente inadeguato. Risulta consequenziale che moltissime delle associazioni di “ex”, molto numerose, comunque si chiamino, per la difesa dei diritti dei padri, risultano aggressive e molto misogine, antagonizzano le donne in quanto madri, accusandole spesso a torto di varie scorrettezze e di strumentalizzazioni di vario tipo.
Queste organizzazioni si autodifendono dal fornire notizie, documentazioni e informazioni ai sociologhi e alle sociologhe che li vogliono intervistare, in quanto considerati parte integrante del partito delle “madri” e quindi automaticamente dotati di un portato valoriale negativo nei confronti dei loro punti di vista.

Dobbiamo quindi riflettere sulle formule della differenza femminile etica, morale e culturale, che in qualche maniera, genera e produce un isolamento molto venerato e anche molto poco capace di autocritica.

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